Hurts (II)

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Lasciami volare
Tra i papaveri in fiore
O nella mia Medjugore.

E lasciami cantare
Le mie poesie d'amore
Che ho bisogno di sentire
Qual è la tua reazione.
Lasciami questo svarione
Di colori sbalorditi
E campi sfioriti.

Raccolgo papaveri,
Ma sono margherite
O forse girasoli.
Anche solo un filo d'erba
Crea valli nella testa
Di fiori bruciati
E rimorsi infettati.

In quest'anima celeste
Una rosa si traveste
Un po' da tulipano
E a volte da villano.

Spegni il sole questa sera,
Spengo il fuoco, luna nera.
La tempesta nella testa
Sta infuriando, ma non resta.

E l'amore mio è lontano,
Già non sento la sua mano.
Sai, vorrei sognare ancora,
Ma la notte mi divora
Tra tutti i miei svarioni
E ben poche consolazioni.

Se di giorno sei il mio sole
Che mi mostra ogni colore,
Nella notte sei le stelle,
Lontane e troppo fredde,
Ma bollenti sulla pelle.

Piango note e lo spartito
Sembra tutto incasinato.
Son le lacrime del cristo
Che è il mio cuore crocifisso,
Derubato dai colori,
Dai valori musicali,
Senza spazio e senza tempo,
Senza un luogo in questo mondo
Da poter chiamare casa,
O che possa indirizzarmi
Per trovare la mia strada.

E mi chiedo, è la poesia?
O è soltanto fantasia?
Che oramai mi serve solo
Un po' di forza per 'sta porta
Che mi tiene per le corde,
Mi strozza e poi mi morde.

Oh, se la sapessi aprire
Sai, ritornerei a volare
Fino al mio lento svenire.

Mille soli
In un abbraccio,
Se mi stringe
Ora è uno squarcio
Che tra anima e cuore
Mi riporta a Medjugore
E si prende la tempesta
Che mi strilla nella testa.
Un minuto,
Un'ora o due
Stretta in questo
Vento di Lourdes.

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