Dopotutto odiare questo mondo e ciò che contiene è così facile che amarlo significa solo tentare una sfida con sé stessi. Per noia proviamo ad amare ciò che ci svuota solo per scoprire fino a che punto eravamo pieni prima, ci consumiamo alla ricerca di un completamento e così perdiamo anche quell'unico pezzo che era ciò che eravamo in origine. Qualcosa brucia ma è un fuoco già spento e ora sanguiniamo dal petto per un colpo già esploso ma che incontreremo solo nel futuro. Camminiamo sulle ceneri di ciò che rimane dentro di noi e per noia proviamo ad amare anche quelle. E se tutto ruota vertiginosamente noi siamo l'unico punto fermo, la rotta di riferimento, l'equazione capace di autodeterminarsi. Sì, meraviglioso e senza scopo se non quello di essere abbandono, solitudine e sofferenza, insieme. Così fra copie di mille altri sempre uguali procediamo nella speranza di incontrare l'originale che ci somigli ma non ci copi e per narcisistica noia decidiamo che quello sarà l'oggetto del nostro amore. Eppure tutto questo non è puramente violento? A che vale esistere per noia? Una violenta noia destinata a mutare in un violento amore, folle sfida verso noi stessi ed un mondo informe e liquefatto in cui anneghiamo. Così procede la nostra esistenza e debolmente godiamo di qualche lucciola e di qualche stella che nella notte riusciamo a scorgere, ma una è destinata ad una vita troppo breve e l'altra ad una troppo lunga, per noi che di vita ne possediamo un brevissimo ed interminabile tratto insieme.
E siamo effimeri come una lucciola, distruttivi come una stella.
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Atti di prosa.
General FictionBrevi componimenti di prosa. Opera in perpetuo delinearsi. Diario di atti. L'opera vera d'una esistenza intera.