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La sua voce è roca, mascolina e graffiata. Sento il suo cuore battere forse un po' sopra la media

"Sapevi che in un adulto in media i battiti al minuto dovrebbero essere compresi da 60 a 100? Ma certo che lo sapevi" dissi interrompendomi mentre continuavo ad infilare la barra di ferro dentro il suo torace.

"Riesco a sentire il tuo battito che aumenta, il tuo sangue che scorre nelle vene..." guardai in quegli occhi scuri pieni di lacrime e vergogna.

"Ti prego non uccidermi, non ti conosco nemmeno" e iniziò a pregare di non porre fine alla sua miserabile vita.

"Voi uomini siete così codardi Dio, la senti questa? È la paura di morire che si impossessa piano piano il tuo corpo, quel formicolio che senti dentro, come se stessi per esplodere. Quello è ciò che sentiva Nadine mentre abusavi di lei in quella sporca infermeria. Quelli come te devono solo soffrire all'inferno, di che non ti penti di averlo fatto" dissi alzando il tono della voce mentre lo guardavo contorcersi dal dolore
"Dillo!" urlai sfogando tutta la rabbia.

"Mi dispiace" piangeva così disperatamente da mangiarsi le parole

"Anche a me dispiace che una bambina di 12 anni debba vivere col trauma di uno stupro."

Mi guardai e dopo essermi assicura di essere sola tornai a guardarlo, estrassi la barra di ferro e lo guardai dritto negli occhi "Ora andrai in banca e farai un bonifico alla famiglia di Nadine e darai loro 10.000 dollari in anonimo, poi lascerai il lavoro e ti trasferirai da qualche parte dove non farai nel male a nessuno e non molesterai  mai più nessuno. Ricorderai per sempre ciò che ti ho fatto ma non lo dirai a nessuno." e lo soggiogai.
Presi la mia borsa e me ne andai lasciandolo lì, da solo come meritava stare in un vicolo buio e freddo di Manhattan.

Entrai nel bar di Robert, il quale appena mi vide mi salutò con un cenno di mano al quale risposi.
"Salve bellissima, cosa posso offrirti oggi" lo guardai mentre puliva un bicchiere e me lo posava davanti
"Speranza, l'uomo si evolve e l'ignoranza con lui" dissi sospirando.
"Ti capisco, allora il piccolo pseudo pedofilo-dottore come sta?" E versò dello scotch nel bicchiere vuoto.
"Mi sono assicurata che non faccia più del male a nessuno e che abbia una piccola cicatrice sul petto" ghignai pensandoci
"È per questo che siamo amici lo sai, nonostante tu sia ciò che sei, hai un cuore grande che batte più forte dei vivi" rise scherzando "Lo prendo come un complimento" sorrisi a ciò che aveva detto.

"Sto partendo" guardai verso la finestra le luci della città illuminata "Per dove" "Non so cosa fare della mia vita Robert, io ho bisogno di trovare uno scopo altrimenti rischio di arrivare ad un punto di non ritorno" sospirai pesantemente "Credo di andare a trovare un amico, se così posso chiamarlo. Ho sentito che vive in una cittadina piena di imprevisti ed è ciò di cui ho bisogno; imprevisti. Non vivo più se non ho qualcosa per cui farlo."
Ad interrompermi fu un uomo che si sedette nelle serie vicino a me e ordinò da bere attutando l'attenzione del mio amico.
"Che schifo le domeniche, fanculo la domenica." Disse l'uomo sospirando e poi si girò verso di me e alzo il bicchiere "Ai venerdì" "Ai venerdì" dissi di rimando alzando il bicchiere e bevendone un sorso per poi alzarmi dalla sedia.

"Ci vediamo Robby, vado in cerca della speranza. Salutami Nadine e Natalia." Dissi abbracciandolo "Scrivimi se hai bisogno e torna quando vuoi mi raccomando non farti uccidere" sussurrando l'ultima parte mi lasciò andare.
Mi incamminai verso l'uscita mentre mi girai l'ultima volta e sorrisi all'uomo di prima che continuava a brontolare delle domeniche.

What is love after all- Niklaus MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora