Capitolo uno

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"COSA TI È SALTATO IN MENTE?" quella frase rimbomba nella mia testa da anni ormai. È un pensiero orrendo che però non riesco ancora a scacciare dalla mia mente, quelle manine di bambina di cinque anni coperte di sangue, quel sorriso innocente che si trasformò subito in un pianto disperato e pentito, quello in un certo senso mi fa stare bene, mi fa stare bene pensare a quel giorno. Ero al mare, con la mia migliore amica dei tempi, stavamo giocando con le formine, a un certo punto lei mi sbatte per terra e, schiaccia la forma della stellina sulla mia schiena abbronzata, a quel punto la madre arriva, grida quelle parole e se ne va. Da allora non la rivisi mai più. Penso sempre a lei, del resto ho una stella sulla mia schiena, come potrei non pensare alla persona che la ha causata?
Comunque anche quel giorno mi svegliai, rimettendomi, come ogni mattina, i miei orecchini di perle, me li aveva regalati mia mamma, prima di divorziare da mio padre e sparire per sempre dalla mia vita tre anni fa, da allora siamo io mio padre, la sua nuova compagna Clarissa e loro figlia Sophie, la bambina più dolce che conosca. Comunque, dopo essermi messa le ciabatte mi dirigo verso il bagno e mi cambio ascolto Ex, in quel momento ho realizzato che la mia è una bella vita, ma non è la vita che io voglio vivere. Ho pensato che sarebbe stato molto più semplice vivere in un video musicale, la mia vita sarebbe stata corta, ritmata ma ferma, l'unica mia paura sarebbe stata che tutti l'avrebbero potuta vedere, ascoltare, o far ripetere all'infinito. Di solito mi faccio sopraffare da pensieri del genere e inizio a cadere a terra piangendo, ma oggi no, non potevo, avevo preso una decisione, dovevo fare amicizia con qualcuno, stavo diventando troppo introversa e questo stava rovinando la mia salute mentale che fino a questa parte della mia vita nonostante l'abbandono da parte di mia madre era rimasta abbastanza intatta. Quindi decisi di ricompormi, uscire di casa e aspettare l'autobus. Faceva freddo, era il 10 gennaio ma nonostante ciò io ero con la gonna e a gambe nude, con il vento che mi scompigliava leggermente i capelli neri decolorati davanti. Avevo ancora le cuffie, stavo ascoltando blue & gray. Devo decisamente cambiare tipo di musica. Pensai per un po' di sedermi vicino ad una ragazza che avevo già adocchiato da un po' aveva un portachiavi con il pupazzo di Chan, e avevo intravisto più volte dal suo telefono il video musicale di The view, era un perfetto soggetto con cui fare amicizia, quindi, timidamente mi avvicinai.
-Penso che Minho avrebbe dovuto cantare di più in God's menu, non trovi?- Questo fu il mio modo di iniziare una conversazione.
-Haha, si, lui si merita decisamente di più, ma la canzone è fantastica-
-Concordo
Mi sedetti a fianco a lei, e iniziai a giocare con l'elastico che avevo al polso, in teoria lo dovevo usare per farmi una coda alla Hyunjin per le lezioni di educazione fisica, ma dato che non avevo la minima intenzione di legarmi i capelli, quell'elastico era diventato il mio modo di alleviare lo stress. La ragazza allora mi chiese come mi chiamassi. "Amelie","Elena" rispose lei. Da quel momento passammo il viaggio in bus parlando e cercando modi per conoscerci.
A un certo punto mi diede uno schiaffo alla mano. -Smettila di giocare con quell'elastico, non siamo più estranee.
-Lo so, ma è qualcosa di cui non posso fare a meno-  Arrivammo davanti al liceo tutte e due abbastanza confuse e tristi del fatto che quel viaggio era finito così in fretta ma avevamo fatto in tempo a scambiarci i numeri, ci saremo riviste nei bagni alla ricreazione. Non avevamo di che preoccuparci

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 13, 2022 ⏰

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