capitolo uno

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A Konoha dopo la grande guerra ninja c'era la distruzione più totale. Quasi completamente rasa al suolo. Palazzi diroccati, insegne di negozi penzolanti, ma la cosa peggiore era vedere tutto quel rosso. Tutto quel sangue sulle strade e sulle travi crollate nelle case. Grandi uomini e donne che erano deceduti in modo valoroso...lasciando però spesso famiglie distrutte. Mogli e mariti vedovi e figli orfani.
Per non lasciare i bimbi a vagare da soli per le strade poco sicure della città distrutta, l'hokage aveva deciso di affidarli a delle coppie. Purtroppo però erano così tanti che erano state formate coppie momentanee per accoglierli.

Naruto era a casa da solo con Kanai. Era un pel di carota vivacissimo e molto curioso che stava con lui da quasi sei mesi ormai. Gattonava ovunque alla ricerca di una qualsiasi cosa che catturasse la sua attenzione. Il biondo invece stava stravaccato sul divano solo con dei logori pantaloni blu della tuta. Pensava. Pensava che finalmente era tutto finito o quasi. Pensava che alla fine era riuscito a salvare Sasuke. Pensava che era propr...immerso nei suoi pensieri non si era accorto che Kanai era sparito dalla sua vista. Ma dove si era cacciato quel cosetto? Schizzato in piedi aveva cominciato a setacciare la casa, una delle poche ancora in piedi. Fortunatamente era riuscito ad acchiapparlo in tempo prima che uscisse sul balcone.
"Senti un po', tornado gattonante, qui fino a prova contraria sono ancora io il capo e non puoi uscire quando e dove ti pare. Non è mica sicu...ahi cosa stai facendo sciocchino di uno?!"
Kanai aveva cominciato a strattonare la collana con il cristallo azzurro che Naruto portava al collo e a ficcargli le ditina sulla faccia.
"Hei! Smettila! Tieni le dita a posto, cosetto. Questa collana è molto importante, significa molto per me ok? Ma cosa diavolo sto facendo? Parlo con un bambino che avrà sì e no 1 anno come si mi potesse capire..."
Rassegnato aveva deciso di prendere Kanai e di portarlo con sé in terrazzo. Faceva abbastanza caldo per restare fuori un po' a prendere il sole.

Sasuke, mentra saltava agilmente sugli edifici diroccati per tornare a casa, guardava il sole tramontare. Pensava a quanto fosse fortunato ad avere qualcuno a casa ad aspettarlo. Con precisione ad avere ad aspettarlo la persona che amava da sempre. Ovviamente questa non lo sapeva. Non poteva mica andare lì e dire
"Ti amo, ti ho sempre amato e sempre ti amerò perché sei sempre stato parte della mia vita".
Eh no. Non ci si dichiara così. Ma tanto era inutile. Il cuore di questa persona batteva già per un'altra ed era risaputo. Scuotendo la testa però si era convinto che era inutile pensarci perché non aveva speranza. Meglio tornare a casa e guardare questa persona essere felice che rimanere a rimuginare sul suo stesso dolore e rimanere triste.
In casa però non c'era nessuno. Né in salotto, né in camera, né in cucina, né in bagno. Ma dove cavolo era? Sasuke cominciava a preoccuparsi seriamente e stava per uscire a chiedere aiuto quando gli era balenata in mente un'idea.
"Ma certo! Deve essere lì!"
Aveva pensato e subito si era fiondato fuori.
Erano sulla terrazza. Prima di farsi notare però si era fermati ad osservarli. O meglio, aveva dato una veloce occhiata che Kanai stesse bene e poi si era soffermato a lungo su Naruto.

Quel ragazzo era davvero bello bagnato dagli ultimi raggi di sole. I capelli dorati che splendevano sotto la luce. Il busto ambrato e magro che lasciava intravedere i muscoli addominali. Le gambe esili ma abbastanza forti da spiccare grandi salti e correre per ore. Le braccia magre ma abbastanza robuste per reggerti se stai cadendo. E poi quegli occhi. Quegli occhi di un azzurro così profondo che l'oceano e il cielo erano nulla in confronto.
Risvegliatosi dal quel brevissimo sogno, Sasuke si era avvicinato piano piano a Naruto e agguantato il piccolo rosso glielo aveva mollato sulla pancia. Naruto si era svegliato di soprassalto cacciando un urlo e quasi cadendo dalla sedia! "Ma cosa diavolo...!" Poi dalla risata che era scoppiata dietro di lui aveva capito chi era arrivato.
Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, ma a Naruto si sarebbe sempre formato un sorriso vedendo Sasuke. Non sapeva spiegarselo. Cioè, sapeva spiegarselo da poco. Infatti era da poco che aveva ritrovato Sasuke, da poco che per sua "fortuna" (aveva implorato l'hokage) doveva vivere con lui, da poco che aveva capito di amarlo. Sì, amarlo sul serio. Continuava a pensare a lui e solo a lui.
Aveva paura che in missione la sua altra metà si sarebbe messa nei guai o peggio. Dopo quello che aveva passato era l'ultima cosa che avrebbe voluto. Comunque si era imposto di smetterla di pensare a lui. Tanto sapeva che non sarebbe mai riuscito a scalfire quel suo cuore di ghiaccio. Sasuke non avrebbe mai accettato nulla oltre alla sola amicizia. Però andava bene così. Insomma, meglio solo amici che nulla. Preferiva vederlo felice e tenere delusione e tutti i sentimenti dentro di sé.
Appena Naruto si era girato aveva trovato questa specie di visione. Dei capelli corvini che si muovevano sotto la leggera brezza serale. Un corpo praticamente perfetto che si intravedeva nella maglietta bianca. La pelle pallida, che quasi emanava luce. Quegli occhi così scuri e profondi da esserci risucchiati come in un buco nero. Ma soprattutto quel sorriso. Quel sorriso che anche se era stata la giornata più brutta, sfortunata, nera, impegnativa del mondo, rendeva felice Naruto.
Impossibile negarlo. Lo si vedeva da un miglio di distanza.

Il biondo era innamorato perso del corvino e il corvino era innamorato perso del biondo.

Hai proprio un bravo papàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora