Era una giornata piuttosto soleggiante per essere la fine dell'inverno.
Sullo sfondo alberi radi crescevano vicino alle rovine delle cittadine più piccole, distrutte dai lupi quando si erano liberati.
Lupi.
No, non erano affatto lupi.
Non erano semplici "lupi" ma esseri metà umani e metà animali, provenienti dalle fredde e remote regioni del nord.
Nessuno sapeva di preciso da dove venissero, il primo esemplare sicuro era una giovane ragazza che riusciva a cambiare il colore dei suoi occhi, farsi spuntare artigli e coda e possedeva un'agilità e velocità fuori dal normale.
Girare da soli in quei periodi bui era altamente sconsigliato, per questo Lea si era chiusa in un mutismo dettato dalla paura, rimanendo leggermente più indietro rispetto alla sua amica Nilde che, a differenza sua, si guardava attorno con quasi una luce di gioia negli occhi.
Lea e Nilde, Nilde e Lea, due amiche che potevano quasi essere scambiate per sorelle da quanto stavano sempre insieme.
La prima proveniva da una ricca famiglia che abitava a poche centinaia di metri dall'orfanotrofio dove Nilde aveva vissuto sin da quando avesse memoria.
Le due bambine si erano conosciute grazie alla madre di Lea che andava spesso in quel luogo lugubre pe portare cibo, vesti o semplicemente per dare una mano.
Se Lea rappresentava la dea Venere con i suoi capelli biondi, gli occhi verdi e le movenze delicate, Nilde sembrava una via di mezzo tra la dea Diana e il dio Marte con i suoi capelli scuri e la brutta abitudine di fare a botte con tutti, anche con i ragazzi più grandi; particolarità di quest'utima erano i due occhi diversi, uno castano come i suoi capelli, l'altro azzurro quasi trasparente come le nuvole.
Lea diceva sempre che era come vedere il fumo bianco di quando si bruciano degli incensi che svaniva leggermente e lasciava vedere l'azzurro del cielo.
Sin da quando erano bambine le due avevano combinato un sacco di marachelle, scappando nei campi appena ne avevano l'occasione; era stata Nilde ad insegnare all'amica l'arte della fuga mentre Lea le aveva insegnato a comportarsi da "brava bambina", insegnandole tute le regole -che lei trovava noiose ed inutili- imparate dai maestri che i suoi assumevano per insegnare a lei e ai fratelli.
Quando i mezzi lupi si erano ribellati le due ragazze, al tempo bambine di quasi 9 anni, si trovavano fortunatamente fuori dalla città, in una delle case della famiglia di Lea, dove le due bambine erano riuscite a convincere gli adulti a farsi portare visto il caldo che soffocava le città.
Da lì si erano spostati verso le montagne, rinchiudendosi insieme ad altre centinaia di faiglia in cittàdine murate e dove ogni notte venivano chiuse le porte e vigeva il coprifuoco.
I genitori benestanti di Lea erano stai eletti a capo del consiglio della cittadina ed erano rimasti lì, al sicuro, mentre le due giovani si erano allontanate per conto loro.
In quegli anni avevano entrambe lavorato con fatica, nonostante potessero benissim passare le giornate a far niente, specializzandosi Lea nella concia delle pelli e nel cucito mentre Nilde aveva sfruttato le sue abilità di fuga per diventare una eccellente cacciatrice e, all'occorrenza, guerriera di fortuna.
Con i corpi avvolti in caldi mantelli di pelliccia cavalcavano fianco a fianco due animali che Nilde aveva personalmente scelto, comprato e domato.
Lea cavalcava una giumenta palomina, con il manto color grano, le zampe ed i crini bianchi come la neve, una lista bianca gli decorava il centro del muso mentre l'amica cavalcava uno stallone baio, il manto color pesca e le zampe e i crini neri, sul muso dei disegni bianchi.
Erano uscite da qualche minuto dalla foresta e procedendo lentamente si stavano dirigendo verso le montagne che si intravedevano a qualche kilomentro di distanza.
"Tutto bene Lea?
Sei silenziosa da qualche ora, hai delle preoccupazioni?"
"Siamo furi dalle mura, lontano da chiunqua potesse aiutarci e siamo indifese contro quei- quei mostri.
Sono molto MOLTO nervosa, va bene?!"
Mentre ascoltava l'amica uscire dai gangheri Nilde si accorse che qualcosa di grosso si stava muovendo tra gli alberi alle loro spalle.
A qualche mtro da lei un'altra figura aspettava acquattata tra i cespugli.
"Lea ascoltami, dobbiamo iniziare a correre, appena ti dò il segnale tu và, io arrivo."
"Che vuoi dire Nilde?
C'è qualcosa che ci segue?"
Lea si girò, guardandosi affannosamente intorno.
"Sono almeno in due.
Non ci hanno ancora attaccato e non ne capisco il motivo.
Ma dobbiamo muoverci.
Al mio tre..."
"Uno"
Nilde tirò fuori dalla borsa una sfera di terracotta scura.
"Due"
Sfregò due pezzi di metalo tra loro, accendendo dell'erba secca che usciva da un piccolo foro presente sulla suddetta sfera.
"Tre!"
Lasciò cadere la sfera tra i due cavalli che partirono al galoppo.
Lea si chinò in avanti, sul collo della giumenta, che continuava ad accellerare mentre quelle creature, che erano sbucate dagli alberi, avevano iniziato ad inseguirle.
Un ululato confermò che si trattava di lupi che avevano chiamato aiuto dopo essere stati storditi da quella sfera di terracotta che, riempita di erbe varie, produceva un fumo dall'odore forte e bruciava gli occhi per un paio d'ore; non sarà stata una forte contromisura ma aveva permesso loro di guadagnare preziosi minuti per mettere una buona distanza tra loro e gli inseguitori.
Nilde spronò il suo cavallo, superando l'amica e spostandosi verso destra per evitare dei cespugli.
Lea però non deviò la corsa del cavallo, proseguendo dritto e quando stava per passare di fianco ai cespugli, un lupo girigio rossastro saltò fuori, piantando ben bene le zampe a terra e ruggendo contro di lei.
La cavalla si piantò letteralmente nel terreno, per poi girarsi e galoppare in un'altra direzione mentre la sua cavallerizza rimaneva sdraiata per terra dopo essere caduta in avanti quando l'animale si era fermato improvvisamente.
Lea aveva battuto forte la testa e vedeva il mondo attorno a sè muoversi in modo incontrollato.
"Lea!"
L'urlo di Nilde le fece girare la testa, vedendo l'amica correre verso il lupo e allontanarlo a caldi prima di essere atterrata violentemente per terra da un altro lupo, sbucato dalla foresta.
L'amica stesa a terra, sotto all'animale che ringhiava ad un palmo dal suo volto fu l'ultima cosa che Lea vide prima di svenire.
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My little Moonlight
WerewolfCi troviamo in epoca medievale, in un Europa che era dovuta correre ai ripari dopo la caduta di Roma, a causa della liberazione di uomini lupo. Queste popolazioni barbariche, in origine presenti solo al Nord, si erano poi riversate nei territori pre...