𝘍𝘦𝘭𝘪𝘹 𝘟 𝘙𝘦𝘢𝘥𝘦𝘳
genere: softGuardasti per l'ennesima volta lo stesso paragrafo che iniziasti a leggere circa un'ora fa.
Leggevi di continuo quelle lettere stampate troppo piccole su quella pagina troppo bianca; almeno erano abbellite dal colore acceso degli evidenziatori.
"non posso farcela" sbuffasti sbattendo la fronte contro quelle pagine, sperando che le parole potessero imprimersi da sole nella tua testa.
Desti un'occhiata prima all'orologio - che segnava le quattro del pomeriggio - e poi al tuo planner, anch'esso decorato da colori e scritte che segnavano gli esami a venire.
"non ce la farò mai" e ti veni da piangere al pensiero di non riuscire a portare a termine gli esami di quella sessione; non volevi trascinarti ulteriori esami alla prossima.
Facesti un lungo sbadiglio stiracchiando poi gli arti inferiori, ormai raggrinziti dallo stare seduta per troppo tempo.
Non dormivi a lungo in modo pacifico da quasi tre settimane ed il sonno arretrato si fece presente più che mai in quel momento.Facendoti coraggio, continuasti a ripetere il paragrafo nella speranza che ti entrasse in testa il più velocemente possibile così da andare avanti. Nel frattempo Felix, il tuo ragazzo, stava percorrendo la via che dall'agenzia lo avrebbe portato a casa vostra con un grande sorriso stampato sul volto. Canticchiava allegro la nuova canzone che i produttori gli avevano appena fatto ascoltare.
Quando varcò la porta di casa, un silenzio assordante lo colpì in pieno viso.
"che strano - borbottò tra sé e sé - non è mai stata così silenziosa" si disse lasciando le scarpe al bordo del divano. Un ronzio di una voce si fece largo nelle sue orecchie, diventando sempre più forte man mano che si avvicinava al suo studio. Dalle sue labbra scivolò una piccola risata.
"y/n - sussurrò non volendoti disturbare - ancora studi?" chiese piano. Guardasti la sua testa spuntare da dietro la porta.
"purtroppo devo, altrimenti rimango indietro con gli esami e non posso permettermelo". Sapevi quanto gli desse fastidio il tuo studiare troppo pur di non arretrati in nulla.
"da quanto sei sui libri" indicò la pila di libri sparsi un po' ovunque su quella scrivania.
Un piccolo uhm ti uscì dal fondo della gola, pensando a lungo.
"non ricordo" gli dicesti sinceramente, troppo stanca pure per respirare.
"ti ho lasciata che stavi studiando e ti ritrovo ancora che studi - sembrava davvero preoccupato - hai mangiato almeno?".
Fingesti di non aver sentito la domanda fissando il muro dietro di lui.
Il biondo sbarrò gli occhi "non hai mangiato?" e quasi strillò, come se avesse appena visto un film dell'orrore. Assottigliò i suoi occhi nocciola puntando un dito contro di te.
"scusa?" borbottasti e non sapevi nemmeno se fosse un'affermazione o no.
"aspettami qui" e nemmeno il tempo di rispondere che si precipitò in cucina.Chissà cosa sta combinando chiedesti a te stessa prima di tornare a studiare.
"e quindi la fotografia nacque nel-" la tua parlantina venne interrotta dalla porta che sbatté - letteralmente.
"te lo hanno mai detto che la cioccolata aiuta alla concentrazione?" ti chiese con voce sorridente.
"può... darsi?". Eri confusa da questa sua domanda improvvisa.
"ora lo sai - e da dietro la schiena comparvero i suoi deliziosi brownies - quindi ecco i miei brownies". Ridesti strofinandoti il viso con le mani.
"sei troppo buono per essere il ragazzo di una come me" mormorasti con la bocca piena.
"è anche questo che mi ha conquistato sai? non ci si annoia mai con te" sussurró baciando prima la fronte poi le tue labbra.
"però non studiare troppo, non succede nulla se ti porti un esame alla prossima sessione" ti sgridó il ragazzo, costringendoti - o forse non hai opposto resistenza - a caricarti con lui.
"ti amo".
"ti amo anche io, però..." ti guardó confuso "potresti farmeli più spesso i brownies".