.Avidamente.

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Hermione Granger era una persona avida: di conoscenza, di giustizia.
Era anche ostinata, coraggiosa e saggia. Una ragazzina ossuta tutta denti e capelli, capace di ragionare su ogni problema, sviscerare un dilemma fino alla fonte e poi prendere una decisione coerente, giusta.
E allora, come ci era finita in quella situazione?

Sbatté gli occhi, confusa dalla penombra. Il brillio dell'acqua che giaceva a grandi chiazze sul pavimento nero la abbagliava e l'aria umida le si attaccava fastidiosamente addosso. Il ragazzo, lontano una manciata di passi, la stava ancora fissando. Hermione lo ignorò, facendo appello alla propria razionalità. 

Lo aveva visto quasi apparire davanti a lei, inizialmente rarefatto, quasi come un fantasma, ma ora sempre più simile a una persona reale. Ed era bello. Con un volto che pareva dipinto, gli occhi chiari attenti, i capelli corvini accuratamente pettinati. Ed era elegante, quasi sensuale nelle sue movenze, con quel sorriso accennato a macchiargli il viso pallido, ma questo Hermione non lo coglieva, perché era solo una bambina ostinata, piena di libri e ideali.

"Non ti sei ancora arresa?" chiese pigro lui, con un tono che poteva sembrare divertito.
Hermione lo ignorò e avanzò a piccoli passi, il respiro tra i denti che nel silenzio sibilò greve. Fece scorrere lo sguardo sulle pareti compatte, le statue e i fregi di serpente che le mettevano i brividi, ma non riuscì a trovare una via d'uscita. Priva di bacchetta era esposta, Hermione Granger, ed era anche dolorosamente cosciente, nella sua maturità così spiccata, che se davvero si trovava nella Camera dei Segreti come sosteneva quel ragazzo pallido, allora lei non avrebbe avuto le capacità per sopravvivere nemmeno armata, ma era avida, appunto, di dimostrare il suo valore, di essere abbastanza. Come era finita lì?

"Hermione" la chiamò il ragazzo, facendo un movimento verso di lei.
"Non chiamarmi con il mio nome" lo fermò stridula "E stai indietro. Non mi fido"
Era tesa, Hermione Granger, piena di fragile agitazione, sentendosi così priva di indizi. E si ripeteva mentalmente quello che era successo, cercando di capire come andarsene, come avvisare Harry e Ron, come trovare una soluzione.
Il ragazzo contrasse la fronte, ma l'angolo del suo labbro si inclinò, divertito. 

"Sei un po' irruenta ragazzina. Ostinata."
"So come difendermi" sibilò Hermione, gonfiando le guance.
"Lo so" rispose lui, muovendosi in circolo "Per questo ti ho scelta."
Lei sbatté le ciglia a quel commento, si inumidì le labbra e raddrzzò la schiena, consapevole di quanto dovesse apparire piccola e indifesa.
"Mi hai scelto?" chiese con voce un po' troppo acuta.

"Ah, ho finalmente la tua attenzione, miss Granger?" le disse e qualcosa di gelido, che sapeva di vittoria passò nel suo sguardo chiaro "Sì, ti ho scelta. Quando hai tolto il diario alla tua amichetta rossa..."
"Ginny..." mormorò Hermione, sgranando gli occhi, ricordando la lotta avuta con l'amica.
Aveva visto Ginny piangere isterica, le braccia a metà affogate nel lavello nel tentativo di distruggere quelle pagine, aveva tirato il diario verso di sé, erano cadute a terra e tutto era diventato nero.
"Sei un incubo?" chiese Hermione nervosa "Sono svenuta?"
Il ragazzo di fronte a lei scosse il capo, lentamente.

"Sono reale, quasi." rispose "L'ho già detto, siamo nella Camera dei segreti, il mio nome è Tom Riddle, il diario che la tua amica stava distruggendo mi appartiene. Mi sono legato a lei attraverso lacrime e inchiostro, l'ho usata per tornare, ma poi ho scelto te. Cadendo ti sei ferita, una goccia del tuo sangue ha toccato le pagine, ho potuto prenderti con me."
Hermione sbatté le ciglia, connettendo quel che il ragazzo diceva. La curiosità fece breccia nel suo petto, bruciante. Perché non era mai stata la prima scelta di nessuno, Hermione Granger.

"Non capisco. Perché non Ginny? Lei è abile, intelligente e Purosangue"
Lui si avvicinò tanto da stare a un solo passo di distanza, la osservava con curiosità malcelata e un vago disappunto, le sfiorò una guancia con la punta delle dita, quasi impalpabili, facendola irrigidire.
"C'è così tanta rabbia in te, Hermione, c'è così tanta avidità di successo e riconoscimento. Mi ricordi me. Anche io sono stato una seconda scelta, anche il mio sangue non è puro, e anche io ho desiderato ferocemente il potere e la conoscenza. Siamo molto simili io e te, Hermione Granger"

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