La favola del vero amore

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"Caro Lord Hans Robertson
Le porgo le mie scuse per aver firmato il contratto in ritardo rispetto al tempo da lei gradito. Ciononostante Lord Walker mi ha dato il consenso per aprire il nuovo centro di raccolta della razza ebrea...."

La lettera continuava.
Nella mia testa rimbombava il desiderio che non fosse mai stata scritta.
Quella lettera, quella maledetta lettera era ufficialmente l'inizio della mia dolorosa è lenta fine, del mio "e vissero tutti tristi e in dolore".

________

Fissavo delle pagine piene di inchiostro seduta sulla poltrona del nostro salotto. Stavo leggendo "Orgoglio e pregiudizio" accarezzata dal calore del fuoco nel camino accanto alle mie guance. Erano le 9 di sera. Da sola. A quell'ora i miei genitori e i miei due fratelli maggiori già dormono. Si chiamano Benedict e Anthony.
Ad interrompere i miei sogni immersi nella lettura erano dei rumori, molto forti simili a spari.
Ho pensato subito che fosse soltanto una di quelle mie fantasie che mia madre e mio padre tentano ogni volta invano di troncare.
"Dai Rosemary, non spaventarti, è solo nella tua testa, nei tuoi sogni"
Capii che quei pensieri erano sbagliati quando Benedict si sveglió dal suo lieto sonno.

Benedict: "Reyrey che ci fai ancora sveglia, avevi detto alla mamma che saresti andata a dormire"

Benedict mi sta più simpatico di Anthony. Sarà che è più piccolo di lui è quindi più vicino a me.
Fu proprio lui infatti ad inventare questo mio soprannome: "reyrey". Amo Benedict, più di Anthony. Anthony è geloso di me. Non mi lascia libertà ma questo non ditelo a nessuno perché lui è talmente orgoglioso e fiero di sè che pensa sia il contrario.

Non risposi alla affermazione di Ben detta precedentemente, mi limitai a dire quello che in quel momento mi passava per la testa.

Rosemary: "È per gli spari, vero?"
Benedict: "Sì. Ora dovresti andare a dormire. Anche se difficile. Provaci"
Rosemary: "Non ci riuscirei comunque"

E così la poltrona davanti alla mia fu occupata da Ben, rassegnato alla mia testardaggine.

Benedict: "sai che non dovremmo essere qui. Se nostra madre o nostro padre ci vedono..."
Rosemary: "ci pensi mai alla natura di questi spari?"
Benedict: "non ti capisco"
Rosemary: "intendo, sforzati a pensare che cosa potrebbe passare nella mente degli esseri umani che aprono il fuoco contro altri esseri umani"
Benedict: "senti sorella queste sono domande alle quali purtroppo possono rispondere solo i Lord che sparano."
Rosemary: "non penso sia così. Tutti noi sappiamo la verità ma la neghiamo, Ben"
Benedict si limitò ad aprire cinque minuti di puro e profondo silenzio. Non rispose, ma si accese una canna e i suoi occhi azzurro oceano si rivolsero verso il cielo scuro e denso, con aria stanca
Neanche io aprii bocca.
Sapevamo entrambi che quel silenzio parlava da solo.
Era un silenzio assordante. Puro. Profondo. Era un silenzio stanco. La decima notte che gli spari interrompevano la pace dei nostri sogni. Eravamo stanchi della situazione. Certo, noi apparteniamo alla razza "superiore", il nostro rango è sicuramente elevato ma.....mancava qualcosa nella mia vita. La mia vita, per tutte le persone inglesi, assomigliava ad una favola, scritta da una principessa che ogni sera si affaccia alla sua finestra con la speranza di trovare il suo principe azzurro. Tuttavia c'era una rosa che mancava per completare la favola del vero amore.
Oppure.
Non era una favola.
E non c'era nemmeno amore.

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⏰ Last updated: Apr 14, 2022 ⏰

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