Capitolo Uno | Eva

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"Occhi dentro occhi,
e prova a dirmi se un po' mi riconosci o in fondo un'altra c'è sulla faccia mia, che non pensi possa assomigliarmi un pò"

Ti guardo. Sei confuso. Mi guardi e io mi perdo nei tuoi occhi per un attimo. Quegli occhi che conosco bene, che so interpretare.
Senti la forza che ci unisce con un solo nostro sguardo e tu sembri aver paura; perciò distogli lo sguardo da me. Non riesci più a guardarmi e io sto male.
Di cosa hai paura amore mio? Lo sai anche tu che tra noi non è finita.
So che tu non mi hai mai dimenticato e so che in fondo ancora mi ami, proprio come io amo te, Marco.
Lo so, perché non riesci a guardarmi negli occhi per dirmi che la nostra storia è finita. Non ce la fai a farlo perché tra noi c'è ancora qualcosa che ci lega. E non è solo perché noi due abbiamo una figlia. Quello è il legame più bello che abbiamo creato insieme, ma non centra niente. Non c'è solo Marta che ci tiene uniti. Noi non siamo solo dei genitori.
Noi siamo Marco e Eva.

"Mani dentro mani,
e prova a stringere tutto quello che non trovi negli altri ma in me quasi per magia
sembra riaffiorare tra le dita mie"

Ti volti dandomi le spalle e io mi sento morire. Forse vuoi andartene, vuoi scappare via. Via da me. Forse vuoi stare da solo, forse vuoi andare da lei. Non lo so.
Ma io non voglio lasciarti, non voglio farti andare via. Così allungo la mia mano toccando la tua. Prima la sfioro, poi la unisco alla mia e te la stingo. Un magico contatto che non si può spiegare.
Tu non fai niente, non cerchi di scansarti. Stai lì fermo, probabilmente aspettando che io faccia qualcosa, o magari stai aspettando pensando a come allontanarti da me.
Ma io non voglio aspettare.
Ti tiro voltandoti verso di me e ti sorrido. Continuo ad accarezzare le tua mani sudate quanto le mie e poi alzo lo sguardo per guardarti ancora.
«Non è finita Marco»
Mi guardi di nuovo e io riesco a sentire il tuo respiro. I nostri nasi sono vicini, le nostre bocche  stanno aspettando solo di toccarsi, ma io non mi muovo. Non voglio forzarti.

"Potessi trattenere il fiato prima di parlare.
Avessi le parole, quelle giuste, per poterti raccontare qualcosa che di me poi non somiglia a te.
Ah, potessi trattenere il fiato prima di pensare.
Avessi le parole, quelle grandi, per poterti circondare in quello che di me bellezza in fondo poi non è"

«Eva io...» inizi a dire intimorito.
Il tempo è come se si fosse fermato. Noi due che ci guardiamo come fossimo due calamite. Pendiamo dalle nostre labbra. È come se riuscissi a leggere i tuoi pensieri attraverso i tuoi occhi. Quante volte ho potuto farlo. Quante volte mi è bastato guardarti per poterti capire senza che tu dicessi nulla. E anche adesso riesco a farlo. So già quello che vorresti dirmi.
Ti senti in obbligo verso quella ragazza e non vuoi farla soffrire, ma non vuoi far soffrire neanche me.
«Io non ti ho mai dimenticata»

"Bocca dentro bocca,
e non chiederti perché tutto poi ritorna in quel posto che non c'è, dove per magia tu respiri dalla stessa pancia mia.
Oh, potresti raccontarmi un gusto nuovo per mangiare giorni.
Avresti la certezza che di me in fondo poi ti vuoi fidare"

E all'improvviso ti avvicini a me. Ora, vicini più che mai, chiudo gli occhi e mi lascio andare. Sento le tue labbra di nuovo sulle mie. Calde e morbide come sempre le ho ricordate. Mi baci come solo tu sai fare e mi fa strano pensare che tu possa averlo fatto con lei. Apro gli occhi per vedere se sei ancora lì oppure sto solo sognando. Approfondisco quel bacio troppo lento e ti accarezzo i capelli portandoti più vicino a me. Ti alzo il maglioncino grigio che hai indosso e ti stacchi dalle mie labbra per permettermi di sfilartelo. Torni a riprendere quel bacio interrotto più voglioso di prima, mentre io ti accarezzo dolcemente il petto. Mi sembra di rivivere quel sogno che tante notti ho fatto.
Mi spingi verso il letto e mi lasci sdraiare lentamente spostando alcuni i giochi di Marta.
Già, Marta. Per un attimo, ci siamo dimenticati che è nella stessa nostra stanza. Ci fermiamo e allunghiamo lo sguardo nella culletta, dove dorme tranquilla.
Tu su di me. Io con le mani sul tuo viso e ho paura che ti sia fermato perché hai cambiato idea. Invece mi sorridi e mi baci ancora. Allora mi rilasso e mi godo le tue carezze che sono arrivate giù sulle mie cosce. Mi sollevi il vestito corto per poterti fare spazio tra le mie gambe. Sospiro silenziosamente sulla tua spalla. Tu continuai a farmi sentire in paradiso e io non capisco più niente. Sospiriamo insieme e torniamo ad essere solo noi. Nient'altro che noi.
Il nostro amore non è mai cessato d'esistere e questa è la dimostrazione più grande che ci stiamo dando amore mio. Non è solo sesso. Lo sento. Come mi guardi, come sospiri su di me, come mi baci, come mi stringi e come mi hai appena sussurrato piano nell'orecchio di amarmi ancora. Silenziosamente me lo hai detto. Quasi come se non volessi che nessuno ti sentisse, tranne me.
«Ti amo ancora, Eva»
Una lacrima scende dai miei occhi e io mi aggrappo di nuovo alle tue labbra. Il posto più bello in questo momento. E poi ci perdiamo in noi, continuando a fare l'amore silenziosamente in quel letto pieno di peluche e giochini di nostra figlia. In quel letto che un tempo era soltanto nostro.

Marco & Eva | Occhi dentro occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora