three

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; i know i sound super clichè.

park jongseong, quella mattina, era arrivato a scuola in orario, spaventando addirittura i suoi tre migliori amici che quasi non piansero dalla gioia.

non lo faceva mai, nemmeno quando era di buon umore. ormai, per lui, la routine era arrivare per lo meno quindici minuti dopo l'inizio delle lezioni e non capitava spesso che non la seguisse.

" amico , cosa diavolo ti è successo? il nostro rappresentante è riuscito a dominarti per caso? " scherzò heeseung sbattendo diverse volte le mani sul banco.

jay lo guardò scuotendo la testa e alzando le spalle.
" scordatelo, mi andava soltanto " mormorò solo, sedendosi poi al suo posto e ponendo fine a quella conversazione, nonostante un sorrisetto si fosse fatto largo sul suo volto.

che il rappresentante gli avesse messo il buon umore? un'altro sorriso nacque sul viso di jongseong che appoggiò velocemente la testa sul banco per nasconderlo.

le lezioni stavano passando lentamente per jay che non vedeva l'ora che quelle ore finissero così da tornare a casa e buttarsi sul suo letto comodo.

appena la campanella suonò, il biondo si alzò di scatto dalla sedia, correndo fuori dalla sua aula e tenendo stretto in una mano qualcosa che non avrebbe dovuto possedere.

il giardino della scuola era vuoto anche quel giorno.
le panchine non venivano quasi mai utilizzate e jay si chiedeva davvero perché jungwon le avesse fatte inserire.

sbatté più volte il piede contro l'asfalto nero, infilando nella tasca dei pantaloni il pacchetto di sigarette che fino a quel momento aveva tenuto in mano ed estraendone poi una da quest'ultimo, annoiato dal fatto che nessuno che possedesse un accendino di trovasse nei paraggi.

" che palle " mormorò, frugandosi insistentemente nelle tasche della giacca alla ricerca dell'oggetto mancante.

quando vedeva jungwon fumare, di solito, fingeva di averlo dimenticato solo per potersi avvicinare a lui e guardarlo meglio. perché si, park jongseong amava guardare il rappresentante di istituto che in quel periodo gli stava facendo girare la testa.
sfortunatamente , quella volta, l'aveva dimenticato per davvero.

dopo diverso tempo ci rinunciò, sedendosi scompostamente sulla panchina dietro di lui, con ancora quella sigaretta spenta tra le labbra.

passarono, ch'esso, dieci minuti? e la mente di jay era già piena delle risate di jungwon che, da dietro, lo stava osservando già da diverso tempo.

" non ti è permesso fumare qui, park! " disse jungwon, soffermandosi su ogni minimo dettaglio del viso di jay che il sole stava baciando.

jay, a quel punto, si alzò, facendo vagare diverse volte lo sguardo nel vuoto, puntandolo poi nella direzione del minore.

niente da fare, jungwon era bello come al solito.

il rappresentante si avvicinò a jay, facendo vagare a sua volta lo sguardo nel vuoto così da imitarlo, appoggiando una mano sopra la sua spalla.
avvicinò la fiamma dell'accendino, che aveva estratto precedente dalla tasca della giacca, alla sigaretta che aveva tra le labbra il ragazzo più grande.

jongseong sorrise, posando una mano sulla guancia di jungwon.
quel giorno erano stati così vicini.
ad un palmo l'uno dall'altro, e  jay quasi non era riuscito a controllarsi.

" jungwon " sussurrò, fermandosi per un po' a guardare l'espressione beata che aveva assunto jungwon sotto il suo tocco.

" jungwon, esci con me " disse alla fine, sfiorando con un dito le sue labbra rosse e schiuse, sentendolo rabbrividire.

perché gliel'aveva chiesto?
lui non voleva uscire com yang jungwon, giusto?
a lui non piaceva yang jungwon, vero?

il corpo di jungwon si allontanò da quello di jay e il suo viso tramutò in una smorfia di divertimento.

" non prendermi in giro, jay... " rispose, appoggiando le mani dietro la schiena e annuendo alle sue stesse parole, come se la sua sicurezza dopo quello che aveva detto il maggiore fosse sparita del tutto.

" e non voglio uscire con te, park " terminò, sentendo il suo cuore creparsi leggermente dopo la sua stessa affermazione.

stava mentendo ovviamente, ma jay lo stava solamente prendendo in giro, non è vero?
e allora perché sembrava davvero soffrire per quello.

jongseong annuí, non alzando nemmeno una volta lo sguardo su jungwon, tentando in tutti i modi di sembrare indifferente, come se l'avesse preso in giro per davvero.

la sigaretta di jay, dopo di che, finí per terra, e con quella anche un po' del suo cuore crepatosi a causa di quel ragazzino che adesso lo guardava con due occhioni grandi quanto pianeti.

jay poi se ne andò , con le solite tasche dei pantaloni riempite dalle sue mani fredde e senza dire nulla, come se quello che era appena successo non l'avesse colpito minimamente.

la verità, però, era tutt'altra ovviamente.
jungwon l'aveva colpito e affondato quella volta.

FEELS ; jaywonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora