Capitolo 2

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Eravamo arrivati da poco a Ferrara e già sentivo un forte spingere nel basso delle mie chiappe: dovevo fare la cacca.
Ma non mi lasciai scor(e)aggiare e continuai a seguire i miei genitori verso l'abitazione dei miei nonni.
Quando ci accolsero in casa, notai come nulla fosse cambiato all'interno di quell'abitazione a me tanto familiare: la puzza di vecchio era sempre la stessa, la bara in salotto di mio nonno era sempre bel lucidata e pronta all'uso, e i miei nonni si stavano decomponendo vivi come sempre.

«T/N, va a farti un giro se ne hai bisogno»
Eccome se ne avevo bisogno.
Salutami mia madre e abbandonati temporaneamente quella vecchia catapecchia puzzolente, dirigendomi verso il centro.
Mentre camminavo, tenevo in sottofondo un video di Cristo, ovvero la prima stagione di Discord's got talents.
Quel video, il mio preferito, lo avevo già visto in loop 285 volte durante il lungo viaggio e altre 104 durante le mie normali giornate da quando era uscito.
Mentre camminavo, sbattei contro qualcuno accidentalmente e caddi in terra, facendo volare via il mio smartphone.

«Scusa, ti sei fatta male?»
Una dolce voce conosciuta mi porse la mano, anche se aveva avuto qualche difficoltà a notarmi.

«È tutto okay, non ti preoccupare»
Dissi velocemente alzando mi da terra.
Lo osserva meglio: aveva una lunga e folta chioma scura illuminata dal sole e che volteggiava leggermente a causa del venticello- non che ci fosse vento, ma diciamo che era molto alto e da lui c'era un tempo differente-, degli occhi scuri in cui potevo perdermici facilmente, ed in effetti sentivo un senso di nausea e solitunide osservandoli.
Le sue labbra erano rosee al punto giusto e dei piccoli peli fuoriuscivano del suo grande naso.
Per non parlare della sua altezza.

«Com'è il tempo lassù?»
Chiesi dolcemente, guardandolo negli occhi con espressione sognante e accarezzando il dorso della sua mano pelosa.
Ricambiò il mio sguardo, sembrava eccitato.

«Oh mia dolce donna, non sai da quanto tempo aspettavo che qualcuno me lo chiedesse; posso averre l'onorre di possederre il suo dolce numero di cellularre?»
Mi morsi il labbro fino a farlo sanguinare, cosa che sembrò farlo e citare molto.
Però, nonostante tutto, io ero ancora per terra.
Presi il mio telefono, e staccati accidentalmente le cuffie: il video era ancora in corso e l'audio era ormai in vivavoce.
Il bel ragazzo dalla stretta vita iniziò a respirare faticosamente  e scappò via agitato.
Non so perché si sia spaventato in quel modo, ma quel suo dolce modo di pronunciare la R mi aveva rapita e non lo avrei mai più dimenticato.
E poi, era così peloso...

IL DOLORE DELL'AMORE  || Cristoispurple x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora