Febbre

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Faceva male. Tutto faceva male. Le gambe, le braccia, la testa, lo stomaco. Atsumu si considerava un atleta sin da quando ne aveva memoria e a ciò era conseguito il fatto che aveva sempre reputato il suo corpo come un tempio.

Non si era mai rotto un osso, mai presa una slogatura e neanche mai era stato in balia di un'intossicazione alimentare. Mangiava sano, beveva poco alcol, si allenava regolarmente... ma alcune cose rimangono fuori dal nostro controllo, e così fu per l'alzatore quell'inverno.

Febbre.

Ecco cosa aveva. Niente di grave né di preoccupate. L'aveva già avuta molte volte, ma mai così forte.

Si era svegliato con le fauci asciutte; qualcosa pericolosamente simile a delle placche che gli infastidivano la gola. Aveva deciso di tutelarsi e dopo una rapida telefonata avvisato il proprio allenatore che si sarebbe preso un giorno per malattia.

Tutto quello risaliva a tre giorni prima.

Brividi, nausea... quello era stato solo l'inizio.

«Omi-Omi!» aveva risposto con voce stanca ma felice al telefono dopo aver letto il nome del suo compagno. Sakusa si era detto immediatamente preoccupato quando Atsumu l'aveva informato che non sarebbe andato a lavoro, ma l'aveva presto rassicurato dicendogli di prendersi quel giorno come "una pausa dal suo fascino sfiancante".

"Come ti senti?" Atsumu non avrebbe potuto mentire neanche se avesse voluto. Glielo si leggeva nella voce, d'altronde, quanto fosse a pezzi.

«La gola è peggiorata ed ho le orecchie talmente chiuse che a stento sento la mia voce. I suoni forti me le fanno fischiare ed è tutto uno schifo...» disse con una smorfia.

"Hai mangiato qualcosa?" Atsumu grugnì.

«È già tanto se sono arrivato al bagno. Penso che riproverò ad alzarmi tra qualche ora.» Kiyoomi non rispose, così il biondo decise di smorzare la tensione ridendo.

«Sento la tua preoccupazione da qui, Omi. Mi sembra quasi di vederti con quell'adorabile cruccio che hai sulla fronte.» Sakusa mormorò contrariato.

"Il mio ragazzo è con un piede nella fossa e non vuole che mi avvicini a lui. Avere il cruccio è il minimo." Atsumu rise ancora. Kiyoomi aveva fatto davvero tanti progressi. Insieme erano riusciti a superare limiti che solo un anno prima lo schiacciatore neanche avrebbe considerato, ma il suo principale problema restava: la paura dei germi. Non avrebbe lasciato che si avvicinasse al suo appartamento adesso. Non con tutta la casa appestata e con lui che tossiva ogni tre per due.

«Non ne è ho bisogno, davvero! È solo febbre. Qualche altro ciclo di tachipirina e vedrai che sarò più in forma che mai per batterti a chi esegue più assi di servizio.» finalmente Kiyoomi ridacchiò, ma poco dopo lugubre aggiunse:

"Odio non poter controllare questa situazione." il biondo si concesse un nuovo sorriso.

«Lo so, Omi, ma va bene così. Ci vediamo appena guarisco, okay?» la risposta del corvino fu un altro mormorio di cui Atsumu decise di accontentarsi. «E adesso va' ad allenarti e divertiti anche per me!» chiusero la telefonata e l'alzatore poté tornare a morire sul letto.

Era solo febbre e lo sapeva, ma faceva male. Voleva solo che qualcuno si prendesse cura di lui, che qualcuno gli preparasse i pasti, che gli portasse le medicine a letto e all'occorrenza che gli reggesse la fronte mentre vomitava nel water. Ma era solo febbre e non si sarebbe lamentato. Era solo febbre e non avrebbe fatto preoccupare Kiyoomi più di quanto non lo fosse già.

Tornò a chiudere gli occhi imponendosi che li avrebbe riaperti presto per nutrirsi ma dandosi allo stesso tempo del bugiardo.

Aveva sete e fame, ma anche lo stomaco chiuso e la gola che rifiutava anche solo l'idea di essere idratata. Il naso e le orecchie erano chiusi, il corpo che doleva e tremava. Voleva solo dormire.

Taking care || sakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora