Una nuova vita

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Mi domando quanto siano grandi gli spazi che separano gli attimi. Come un petalo di ciliegio che, abbandonando la sua collocazione sicura in un alto ramo, si lascia trasportare dal vento fino a posarsi dolcemente sul grigio e freddo asfalto.
Quando Shiragi giungeva per la prima volta a Tokyo era una mite sera di maggio ed un fresco e leggiadro venticello la invadeva augurandogli benvenuto. Partita tutta sola dall'Europa, verso un mondo diverso e perlopiù a lei sconosciuto, la giovane ricercava a Tokyo un nuovo inizio, una nuova vita e ogni cosa attorno a lei le suscitava grande curiosità e al contempo paura; si domandava se sarebbe stato difficile ambientarsi e destreggiarsi tra le vie e le usanze di Tokyo, città splendida che aveva sempre desiderato visitare.
Shiragi rimaneva immobile, d'innanzi alla porta di ingresso del suo nuovo appartamento e nel silenzio di quella sera poteva ancora udire sfrecciare, in lontanza, il suono del motore del taxi che l'aveva accompagnata dall'aeroporto alla sua nuova abitazione. Dopo che aveva varcato la soglia, immediatamente aveva notato con sollievo che l'appartamento non era né troppo grande né troppo piccolo con qualche mobile qua e là ad arredare le colorate pareti rivestite di carta da parati a fantasia floreale. Il tutto costituiva un insieme molto fine ed equilibrato ma soprattutto accogliente. La stanchezza del viaggio cominciava a farsi sentire, pertanto la giovane si avviava verso la camera da letto per disfare velocemente i bagagli e riposare; l'ambiente della camera da letto era spazioso, con un futon coperto con un kakebuton di colore viola e affiancato da una cassettiera a più scomparti che fungeva da comodino. Un alto armadio dentro cui aveva trovato appesa ordinatamente ad una cruccia l'uniforme scolastica che avrebbe dovuto indossare l'indomani e, infine, sotto la finestra che si affacciava sul vialetto principale, era collocata una scrivania in legno con una sedia di colore bianco. Shiragi sorrideva nel vedere come i suoi zii si erano presi cura di quell'abitazione e sopratutto, come avevano pensato di arredarlao in occasione del suo arrivo. Infatti, dopo un periodo impegnativo,era apparso l'ideale ai genitori di t/n che ella partisse per raggiungere gli zii a Tokyo e respirare una boccata di aria fresca, lontana dal caos della vita di tutti i giorni; l'indomani avrebbe iniziato a frequentare una nuova scuola e avrebbe iniziato a lavorare partime presso il ristonte degli zii. A quel punto, dopo aver sistemato tutti i suoi effetti personali, si era stesa sul morbido materasso cadendo immediatamente in un sonno profondo.

L'aria era pesante quasi irrespirabile e l'opprimente oscurità annebbiava la vista. Dalle spalle provenivano inquietanti rumori metallici, come di cassonetti probabilmente perquisiti e urtati da gatti o ratti randagi; in lontananza era possibile udire quoahce quto sfrecciare con tutta fretta lungo la via. Si trattava, dunque, di un vicolo deserto ma Shiragi non ricordava come ci fosse arrivata; pensava di essere sola quando innanzi a lei aveva visto sventolare al vento un drappeggio di stoffa: un mantello forse o più comunemente una giacca lunga. Al di sopra di questa, all'altezza delle spalle era cucita una scritta ma prima che potesse leggerla Shiragi aveva riaperto gli occhi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 05, 2022 ⏰

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