Capitolo 1

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Marinette era riemersa dal bagno pulita, profumata e pronta per coricarsi a letto.

Quella era stata una giornata estenuante, fatta di corsi da seguire all'università alla mattina e attacchi akuma al pomeriggio. Per non parlare del suo piccolo lavoretto part-time, ovvero disegnare abiti per un noto sito internet per la vendita on line.

Quella non era di certo la sua ambizione per un domani, sia chiaro, ma le permetteva di portarsi a casa un bel gruzzoletto con il quale potersi pagare la retta e i libri scolastici, oltre che cercare di risparmiare qualcosa e togliersi qualche sfizio personale.

In verità non le occupava molto tempo e la paga era comunque buona, però i suoi titolari pretendevano puntualità nella consegna dei modelli. E lei era molto in ritardo, perché la data prestabilita era proprio il giorno successivo.

Così aveva finito per fare notte inoltrata per portare a termine il suo lavoro, declinando anche l'appuntamento che aveva per quella serata.

Sbuffò sonoramente mentre s'infilava la sottoveste di seta nera e si lisciava i capelli davanti alla specchiera, che ora, alla veneranda età di ventidue anni, le arrivavano ben oltre le spalle; di solito optava per un completo maglia e pantaloni, ma quella sera, Marinette era troppo stanca per indossare tutto.

Volse un ultimo sguardo al telefono prima di impostare la sveglia dell'indomani e controllare se aveva messaggi o email non lette. Niente.

Spense l'abatjour a forma di gatto e s'infilò velocemente sotto le coperte. Il sonno non ci mise molto a raggiungerla e portarla con sé in un mondo magico.

*

Attese dietro il comignolo un bel po'. Doveva sincerarsi che Marinette dormisse prima di fare irruzione nella sua camera.

E sapeva anche che quella ragazza non avrebbe mai e poi mai lasciato le finestre aperte, perché controllava sempre che tutto fosse chiuso prima di mettersi a letto; così, quel pomeriggio, quando la ragazza con c'era, aveva attaccato un pezzettino di nastro adesivo sulla chiusura della finestra e richiusa subito dopo per non destare sospetti, quel piccolo accorgimento gli avrebbe permesso di aprirla senza alcun problema ed intrufolarsi nella sua stanza per attuare la sua vendetta che già pregustava. Si leccò le labbra malizioso e si sfregò le mani.

Non aveva di certo dimenticato lo scherzetto che gli aveva giocato lei qualche giorno prima. E come poterlo dimenticare!!

Spinse leggermente il vetro con la mano artigliata aprendo la finestra quel tanto che bastava per riuscire a passare, delicato e leggiadro come una piuma.

Tikki aveva alzato il visino per vedere che cosa stava succedendo, e soprattutto a chi appartenesse quell'ombra misteriosa proiettata sul muro.

Chat Noir si portò l'indice sulla bocca facendole segno di fare silenzio.

La kwami scosse la testa in segno di dissenso, ed avendo già capito la situazione preferì infilarsi nella Miracle Box insieme agli altri compagni.

Si avvicinò quatto quatto al letto di Marinette attento a non fare alcun tipo di rumore, e la sua abilità felina l'aveva aiutato molto in questo, per poi salire la scala ed infilare la testa sotto le coperte.

Afferrò le gambe della ragazza con forza, trascinandola fino al bordo per poi divaricargliele.

Marinette aprì gli occhi di scatto e Chat Noir le tappò la bocca con la mano per evitare che urlasse e svegliasse i suoi genitori che dormivano al piano di sotto.

Non disse nulla quando gliela tolse, ma tirò un sospiro di sollievo quando vide che si trattava di lui, ed anche parecchie maledizioni nella sua mente per il colpo che le aveva appena fatto prendere.

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