~spaghetti~ Mista x Oc

introduzione

ho 7 anni e sono in giro da sola, visto? sono una bambina grande!
Sono da sola, nel cuore della notte, e ha appena piovuto, le mie narici si riempiono del tipico odore post pioggia, di erba bagnata, dovevo andare ad imbucare una lettera, per una mia lontana amica, e con gli stivali verdi di gomma che mi calzavano un po' larghi, e il mio impermeabile giallo iniziai a saltare sulle pozzanghere sul marciapiede, qua a napoli sono pieni di buche o cose simili, e mentre guardavo i miei piedi coperti dagli stivali immergersi in una pozzanghera, non facendo attenzione a quello che succedeva davanti a me, un altro bambino, penso un po' più grande di me, mi corse incontro, non stava guardando neanche lui, sembrava stesse cercando di asciugarsi delle lacrime con la manica della giacca.
Correndo, per sbaglio mi diede una spallata e caddi all indietro sul marciapiede freddo ma velocemente mi rialzai ed iniziai a rincorrere quel ragazzino.
Corsi a perdifiato, ormai stavo ansimando rumorosamente, mentre il ragazzino non accennava a fermarsi, così feci un ultimo sprint e riuscii ad afferrare la sua giacca.
Lo fermai di colpo e lo girai verso di me prendendolo dalle spalle.
Aveva i capelli neri-violacei e gli occhi viola, anzi, l'occhio destro, il sinistro era coperto da una benda.
"hey bambino" dissi di colpo.
"huh? cosa vuoi? perché mi stavi rincorrendo?"
quella domanda mi spiazzò. Perché lo avevo fatto? perché stava piangendo? perché ormai confido che la prima persona che mi passa davanti possa diventare il mio nuovo amico del cuore? e allora diedi una risposta secca: "non lo so, ma stavi piangendo, e se me lo permetterai voglio aiutarti a risolvere il problema che ti ha fatto piangere...detto questo piacere! il mio nome è Victoria Reira!"
il ragazzino mi squadrò da capo a piedi e disse "Piacere, narancia Ghirga."
non disse altro. E allora con tutto il poco tatto che poteva avere una bimba di 7 anni chiesi: "Non mi vuoi dire perché piangi?"
Narancia mi guardò storto per un attimo e si sedette sul marciapiede sospirando, e io feci allo stesso.
stetti zitta per un po', e poco prima che gli rifacessi la domanda lui rispose. "la mia vita è piena di problemi. La mia famiglia si è disintegrata, mia mamma è morta per una malattia agli occhi, a mio padre non potrebbe fregar di meno, sono stato arrestato, quelle poche persone che ritenevo miei amici mi hanno voltato le spalle e ho paura di morire per lo stesso motivo della mamma."
stranai gli occhi.
Aveva appena confessato tutto ad una perfetta sconosciuta. Iniziai a piangere insieme a lui, avrei voluto rassicurarlo, ma dalle mie labbra uscivano solo flebili singhiozzi e allora lo abbracciai, un abbraccio tanto forte quanto delicato, sentivo che mi si potesse spezzare tra le braccia.
Lo guardai negli occhi, e con tutta la speranza che una giovane bambina potesse esprimere gli dissi: "io posso aiutarti." e tirai fuori dalla tasca dell' impermeabile una barretta di cioccolata e gliela porsi.
"D-davvero? per me?" ribatte il ragazzo.
"si, davvero."
Rimanemmo a parlare di cose come quale fosse il tipo di caramella migliore o della possibilità che gli alieni scorreggino, e quando si fece ora, tornai a casa.
"hey narancia! spero di rivederti prima o poi"
lui mi salutò con la mano e girai l'angolo.

Il giorno dopo effettivamente lo rincontrai, e dai li partirono una serie di serate passate insieme a giocare a calcio al campetto in erba sintetica, ad andare in spiaggia a giocare con gli aquiloni o a raccogliere margheritine in un campo fiorito.
Un giorno però la mia nonna, l'unica persona ancora in vita della mia famiglia, decise di volersi trasferire, andare a roma e star li.
Era tutto già preparato, non potevo salutare nessuno e saremmo partite la sera stessa.
io e la nonna partimmo seguite dal camion dei traslochi, mi addormentai in auto sapendo che mi lasciavo alle spalle tutto quello che avevo vissuto fino a quel giorno, ma che ero sicura che prima o poi avrei rivisto.

😍angolo slay😍
dai su come inizio ci sta.