L'uomo camminava confuso per le strade di Londra. Era appena arrivato e già non faceva altro che chiedersi come facessero gli umani a sopportare tutto quel rumore, tutte quelle voci, tutte quelle persone, tutti quei cartelloni pubblicitari.
Quel fracasso, almeno, riusciva ad attutire il suono dei tamburi nella sua mente.
Ma la cosa che lo mandava più in bestia era l'essere fissato dai passanti: proprio non riusciva a capire cosa volessero quei comuni mortali, come amava definirli.
Certamente non poteva ancora comprendere che i suoi abiti fuori moda non si adattavano proprio allo sguardo critico dei più posh della City.
L'unica cosa che sapeva era che, una volta che fosse riuscito a mettere in atto i suoi piani malefici e a sottomettere il mondo, tutte quelle persone si sarebbero inginocchiate di fronte a lui. E questo lo rallegrava, come si poteva ben notare dalla sua andatura impettita e piena di sé.Pochi metri più avanti, camminava un uomo altrettanto impettito ma decisamente più elegante. E anch'egli era estremamente rallegrato dai suoi pensieri, tutti riguardanti le sue manie di grandezza.
Abbassò lo sguardo per pochi secondi, per sistemarsi la sua costosa giacca e carezzarla, quasi fosse sua figlia.
Ma proprio in quel momento, il Maestro venne distratto dalla magnificenza della città e andò a cozzare contro di lui.
-La prossima volta, guardi la strada.-, disse il Signore del Tempo, con aria di sfida.
Moriarty si allontanò di un passo, squadrandolo con un'espressione schifata, quasi avesse la lebbra. Sì spolverò il completo con le mani e lo indicò.
-È una Westwood!-, affermò, quasi come se quel semplice fatto potesse spiegare il suo tono acido nei confronti dell'altro. Beh, certamente per il Maestro non era un motivo valido.
-Dovrebbe scusarsi per ciò che ha fatto.-, disse quest'ultimo, con occhi fiammanti.
-Ma chi si crede di essere? Lei dovrebbe scusarsi!-, sbottò Moriarty, il suo accento irlandese ora più percettibile a causa della sua crescente rabbia. Ma insomma, aveva passato tutta la mattinata a spolverare e a stirare quel completo, come si era permesso quell'uomo senza un briciolo di stile a sfiorarla e a chiedere a lui delle scuse?
Il Maestro, dal canto suo, con una voce impostata da fare invidia a qualsiasi attore del cinema, disse:
-Sono un Signore del Tempo. Vengo da Gallifrey, nella galassia di Kaster...--No, guardi, non ho tempo da perdere con degli psicopatici.-, lo interruppe Moriarty, -Faccio già fatica a gestire me stesso.-
E cominciò a camminare via, quasi canticchiando un "Arrivederci!" con il tono più insolente che aveva.
Il Maestro, stupefatto, continuò per la sua strada borbottando qualcosa come "E sarei io lo psicopatico? Ve la farò vedere, inutili umani", il ché non fece altro che attirare altri sguardi straniti verso di lui.
Dopo pochi passi, si girò e notò subito Moriarty, che era ben distinguibile tra la folla. E il consulente criminale, quasi come se sapesse che il Signore del Tempo lo stava guardando, alzò una mano e mosse le dita, a mò di saluto, senza neanche girarsi.
Il Maestro roteò gli occhi e continuò a camminare, maledicendo gli umani in tutte le lingue possibili e architettando milioni di modi per farli soffrire.
Note della pazza:
SALVE, GENTE!
Ok, no.
Ehm, questa è la mia prima storia wholock.
Amo Moriarty e il Master (il chè dovrebbe preoccuparmi, dato che non sono esattamente uno stinco di santo) quindi ho deciso di scrivere su di loro. Sono indecisa se far diventare questa storia una long dal titolo "Come Saxon salì al potere" o se lasciarla una one shot. Fatemi sapere che ne pensate, se vi intriga oppure no. Accetto qualsiasi critica! :)
Grazie per aver letto!P.S.: Se avete qualsiasi problema, qualsiasi cosa di cui volete parlare, scrivetemi in privato a qualsiasi ora del giorno e della notte!
Love,
Mary.
STAI LEGGENDO
L'incontro
FanfictionCosa succederebbe se Moriarty e il Maestro si incontrassero? Piccola one shot scritta per ridere e far ridere, spero riesca nel suo intento!