3 SETTIMANE DOPO
Le mani mi tremavano, mentre guardavo il citofono di casa di Mohamed, che ormai non so nemmeno più cosa sia per me. Fissavo il citofono da ormai una decina di minuti, molto probabilmente la gente che passava mi poteva prendere per pazza. Presi coraggio e suonai, sentendo la porta d'entrata aprirsi; un giorno verrà un ladro e nemmeno se ne accorgerà, pensai.
Salii le scale lentamente, mentre nella mia testa cercavo di crearmi un discorso di senso compiuto, visto che non mi ero preparata nulla.
Appena arrivata al secondo piano, il suo, lo vidi appoggiato allo stipite della porta, con una canna in mano, che mi osservava. Sorrisi senza mostrare i denti, incrociando le braccia sotto al seno, mettendomi dinnanzi a lui.
«Non ti aspettavo.» disse, inarcando un sopracciglio.
«Devo parlarti Mohamed, sono qui solo per questo, poi vado via.» dissi.
Annuì solamente, per poi farmi cenno con la testa d'entrare in casa, per poi chiudere la porta alle mie spalle. Si sedette sul divano, così lo imitai.
«È successo qualcosa?.» chiese, prendendomi una mano fra la sua, lasciandomi un po' allibita da quel gesto.
«Non so come dirtelo.» dissi, sentendo i miei occhi iniziare a inumidirsi, mentre la mia voce tremò leggermente. «Ho paura di come potresti reagire.»
«A me puoi dire tutto douceur, non devi avere paura di me, mai.» disse, spostando la sua mano sul mio volto, accarezzandolo.
Sospirai, rovistando tra la mia borsa, sotto lo sguardo attento di Mohamed. Finalmente trovai il test di gravidanza, per poi estrarlo dalla borsa, porgendolo al ragazzo accanto a me.
Lo vidi aggrottare le sopracciglia, per poi prendere il test fra le sue mani, guardandolo attentamente.
«Ci sono due linee.» disse, spostando lo sguardo su di me. «Significa che sei incinta?.»
«Sono incinta di 3 settimane, l'unico uomo con cui io sia mai andata a letto nell'ultimo anno sei tu, quindi è tuo se non sono diventata incredibilmente la Madonna.» dissi, cercando di smorzare l'aria tesa che si era creata. «Io e te non stiamo insieme, ma indipendentemente da ciò che mi dirai io lo terrò.»
Lo vidi sgranare gli occhi, per poi ridarmi il test e posarsi le mani in volto.
Minuti di silenzio, un silenzio assordante.
«Va bene, lo terremo insieme, in fin dei conti i bambini si fanno in due, no?.» disse, guardandomi.
«Già.» dissi soltanto.
«Non credi che sia una buona occasione per ricominciare?.» chiese, posandomi una mano sulla gamba. «Insomma, noi ci amiamo da morire anche se non c'è lo ammettiamo, stiamo per avere un bambino.»
«Tu però non hai ancora messo la testa apposto Mohamed.» dissi.
«Secondo te se non avessi messo la testa apposto avrei accettato questo bambino, per favore Noemi.» disse, prendendo entrambe le mie mani fra le sue.
Lo guardai soltanto, mentre vidi i suoi occhi velarsi di lacrime, così come i miei. Il perdono non è mai stata una cosa facile, per me. Ma vedere gli occhi di Mohamed pregarmi di perdonarlo mi facevano uno strano effetto, come mai nessuno prima.
«Vieni qui.» dissi, attirandolo a me in un abbraccio, lasciandogli molti baci sul capo.
«Niente più cazzate, ci siamo solo io, te e nostro figlio.» sussurrò, per poi baciarmi.
Ero felice, insieme a Mohamed, l'unico uomo che mai amerò in vita mia.
*Anche questa storia è giunta al termine!.
Vi ringrazio come sempre di tutto il supporto che mi avete dato, lungo tutto la storia.
Grazie!🤍