Un giorno come gli altri

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Fa caldo, fin troppo.
È una bellissima giornata di agosto, tutti si trovano in posti abbastanza freschi come il mare, la montagna o la campagna.

Tranne Tyler, motivo per cui non è del miglior umore possibile.

<Certo, solo a me doveva capitare la fantastica esperienza di cacciare una strega nel bel mezzo di una valle piena di fottuta lava>, replica continuando ad imprecare mentre cerca di non rovinarsi i nuovi stivali in pelle, acquistati da poco nel suo negozio di fiducia. Ma con scarso successo.

<Omar mi ucciderà. Sono il terzo paio in una settimana>, aggiunge notando il deterioramento degli stivali a contatto con il terreno bollente.

Tyler si trova nelle vicinanze di un vulcano, per la precisione il vulcano Rov, di Megor; un paese famoso per le buonissime focacce che vengono direttamente preparate grazie alla lava incandescente che viene emessa giornalmente e che nutre i forni del posto.

È stato chiamato in missione, essendo che una strana strega si aggira da giorni in questa zona, creando scompiglio tra la gente del posto; a quanto pare si diverte a incendiare le produzioni di focacce e a terrorizzare gli abitanti creando strane sagome vaganti con il magma.

Sembra quasi una favola per bambini, ma è tutto vero e Tyler è il protagonista di questa strana vicenda.

Ad un tratto si sente uno strano gorgoglio nella lava incandescente che attira l'attenzione del cacciatore. Eccola lì.

In realtà ancora non è visibile all'occhio umano, ma Tyler percepisce chiaramente la sua presenza; un odore di arancia inonda le sue narici.

Di solito le streghe dovrebbero puzzare, questo credono tutti. Ma invece hanno degli odori particolari che sono quasi inebrianti. Tyler sa che questi odori particolari sono soprattutto incantesimi che aiutano le streghe a rimanere nascoste e ad ingannare i comuni esseri umani che passano vicino ad esse.

Poche persone possono dire di aver visto una strega, ma tante persone ci sono passate vicinissimo senza mai sentire la loro presenza.

<Avanti...> sussurra concentrandosi su un punto preciso in mezzo al fiume di lava, che scorre indisturbato verso la valle dove è situato il villaggio. <So che sei lì, esci fuori bella streghetta>.

Tyler tira fuori dalla cintura dei pantaloni il suo pugnale rosso vivo e lo punta verso il luogo che gli indica l'istinto, e in poco tempo qualcosa si smuove. Delle piccole onde si creano attorno ad una sagoma che lentamente spunta dalla lava.

<Eccoti finalmente>, sussurra compiaciuto il cacciatore, assumendo una posizione di attacco.

Una risatina quasi isterica fuoriesce dalle labbra carnose della bellissima donna dai capelli rossi, che finalmente si è rivelata. <Quindi saresti tu il fastidioso umano che ha osato distruggere le mie splendide statuine di magma>, asserisce la strega squadrandolo con i suoi occhi gialli.

Tyler sorride sfacciatamente senza distogliere il pugnale dalla sua direzione. <Potevate fare di meglio, mia signora>, la schernisce.

Effettivamente il cacciatore aveva passato tutta la mattinata a distruggere i fantocci della strega con il suo pugnale magico finché, appunto, lei non si è rivelata. Tyler conosce bene le sue prede, e sa quanto possono infastidirsi quando le loro "opere" vengono distrutte. Ma lui si diverte particolarmente a stuzzicarle, le trova ancora più affascinanti quando sono arrabbiate.

La strega però non sembra gradire la risposta che le viene data dal cacciatore, tant'è che non sembra più così ben disposta ad ascoltare un'altra sua parola. La sua fronte si corruga e le sopracciglia perfette si arrivano quasi a sfiorare. <Maledetto essere umano! Come osi prenderti gioco di me? Sai chi sono io?>

Il cacciatore di stregheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora