Prologo

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Markus Keller era sempre stato il duro di famiglia,suo padre Jonas Keller,uno dei generali delle SS,lo aveva sempre cresciuto inculcandogli l'odio verso gli ebrei e gli omosessuali,crescendolo con l'idea che erano inferiore e dove vano essere schiacciati.
È stato cresciuto insieme ai suoi due fratelli:Derek e Alfred.
Lui era il fratello di mezzo mentre Derek era il più grande e Alfred il più piccolo.
Derek aveva dei capelli neri come il carbone e degli occhi verde smeraldo, mentre Markus aveva occhi azzurri come il più limpido mare e capelli biondi,era considerato il perfetto nazista,come ordinava Hitler, mentre il più piccolo aveva occhi marroni come la corteccia di un albero e capelli biondi come il fratello.
La loro adolescenza è stata parecchio incasinata dato il lavoro del padre,ma con la loro madre Eleonor era completamente diverso,lei al contrario del marito era una donna molto dolce e sensibile,aveva lunghi capelli marroni sempre raccolti da uno chignon legati con un nastro rosso,indossava sempre sempre un grembiule e si comportava come madre tradizionale:stirava,metteva a posto i panni,cucinava e si occupava dei figli.
Markus, appoggiato dal padre,entra nel esercito e grazie alla rilevante figura del padre, diventa subito famoso,ma non sono solo grazie a lui che entra,ma anche alla sua preparazione atletica avuta fin da bambino,privandoli però di una infanzia che lui aveva sempre voluto.
Lui non voleva entrare nella marina,non voleva rischiare ogni volta la vita per cosa poi?
Uno stupido ideale di giustizia?
No,lui non era così.
È il capofamiglia che lo avvelenato di rabbia,sporcato di odio,macchiato di peccato fino alla sua ultima radice.
Perché Markus era un ragazzino.
Puro.
Senza colpa e macchia.
Semplice.
Come ogni altro.
Non era il bambino diverso delle storie che gli raccontava la madre.
Che aveva un potere che nascondeva.
No.
All inizio era come tutti.
Certo,certe volte poteva fare arrabbiare.
Ma era come tutti.
Però nella sua intera vita,ci fu una persona che lo disintossicò da tutto questo.
Che gli restituì la purezza che il padre aveva macchiato.
Il suo salvatore.
Colui che cambiò le sorti in tavola.
Penserete magari ad un suo amico o conoscente,ma la risposta è più complicata.
Si tratta di un soldato.
Un soldato italiano.
Ed è proprio lui il croupier della partita.
Markus è la scommessa e Jonas il giocatore.
È una questione di fortuna penserete voi.
Ma nella vita non è così.
Sapete, c'è una antica leggenda giapponese che si chiama "il filo rosso del destino" si basa sul fatto che tutti noi abbiamo un filo rosso invisibile che ci colleghi alla nostra anima gemella.
Romantici i giapponesi,non trovate?
Beh,credo che Markus abbia trovato la sua metà.
La sua fine del filo.

𝗅𝗈𝗏𝖾 𝖺𝗇𝖽 𝗐𝖺𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora