Prologo

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Emma

Mi sveglio con la strana sensazione di non essere nel mio letto... E infatti è così, e mi domando dove cazzo mi trovo questa volta.

Non è la prima volta che mi sveglio in una stanza che non appartenga alla mia casa - sempre che si possa definire così il minuscolo bilocale nel quale vivo... - ma è anche vero che questa volta provo una stranissima inquietudine vagare dentro di me, infatti tutto ciò nel quale spero è di non aver combinato stronzate nel corso della notte, prima di collassare su questo letto che non è mio - ma è comodo, almeno quello.

Mi alzo e mi rendo conto di essere ancora vestita coi vestiti che ho indossato la sera precedente per uscire e non solo, ho addirittura il giubbotto in pelle ancora addosso.

Tutto ciò è molto strano...

-Ehi, buongiorno-

Sussulto nel momento in cui una voce maschile mi saluta, ma subito dopo ne riconosco il proprietario: è Ethan Blake, un tipo che frequenta la mia stessa scuola ma con cui non ho mai avuto modo di interagire... A quanto pare fino alla sera precedente.

Ora che il mio cervello inizia finalmente a connettere - il criceto che fa girare gli unici due neuroni che mi sono rimasti si sta dando un gran daffare - inizio a ricordare qualcosa di quanto accaduto la sera precedente... E non mi piace. Proprio per niente.

-L'hai visto anche tu?- domando senza neanche rispondere al suo saluto.

L'espressione di Ethan, dapprima abbastanza rilassata, si indurisce di colpo e nei suoi occhi scuri e profondi credo di leggerci qualcosa simile all'inquietudine – ma forse sono ancora troppo assonnata per dirlo con certezza.

-Si... Credevo di essere impazzito, ma a quanto pare siamo in due- tenta di sdrammatizzare ma io non posso fare a meno di guardarlo storto.

-Ha ucciso una persona...- dico infatti, ora che ricordo più o meno tutto.

Ethan deglutisce a fatica.

-Si, ha ucciso una persona. E ha risparmiato noi-

Amore fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora