Le mie serate finiscono sempre qui, da qualche tempo: il "Dream" è diventata quasi la mia seconda casa oramai.. e pensare che non avevo mai preso in considerazione un luogo così mmh.. pittoresco!
Situato nel centro della City è uno dei locali più sordidi e chiacchierati degli ultimi tempi. Mura bianche, arredamento essenziale, luci studiate nel più minimo dettaglio fanno pensare ad una galleria d'arte, ma le opere esposte qui o forse dovrei dire le opere che si espongono qui sono di tutt'altro genere.
Lui è così eccitante. Lo guardo muoversi nella stanza. Si tocca, ruota il bacino, mi uccide. Vorrei essere io quelle dita, vorrei essere io ad accoglierlo. Come ignaro dei numerosi paia di occhi che lo guardano si denuda, deliziando il mio sguardo centimetro dopo centimetro.
E' come se ci fossi solo io in quella stanza a spogliarlo, a seguire ogni singolo muscolo con la lingua.
Con le mani scende, scorre sugli addominali, li segue con i polpastrelli e va più giù. Si stringe, si accarezza, si dona. Fa l'amore con l'intero universo senza esser di nessuno. Vorrei accarezzarmi anch'io, continuare il mio sogno ad occhi aperti.. vorrei, voglio. Vinco la vergogna: mi tocco, in silenzio, nella penombra della stanza senza mai distogliere lo sguardo da lui che gode e si dona. Cerco i suoi occhi, continuando a darmi piacere. Il respiro diventa tremulo, lo guardo.. sono quasi al culmine e a giudicare dal suo sguardo febbrile anche lui.
Come richiamato dal mio sguardo lui mi cerca con gli occhi, senza smettere di darsi piacere, su e giù, con la mano. Non resisto. L'orgasmo mi travolge.. e lo travolge, come legati chissà da quale letto invisibile veniamo nello stesso tempo.
Il miglior sesso della mia vita. Senza sfiorarmi, ha saputo donarmi il mio primo vero orgasmo, ma non mi basta. Ora vorrei che tutto diventi reale, vero. Bocche che si scontrano, pelli accaldate. Mani che stringono, possiedono, invadono.
Vorrei.
Ma lo spettacolo è finito, il pagamento riscosso. Mi ricompongo, sperando che nessuno si sia accorto del mio sfogo. Raccolgo le mie cose, indosso il cappotto ed esco, fuori ora una fresca pioggerellina avvolge la città. Alzo il viso verso l'alto, per rinfrescare la mente, il corpo.
D'un tratto è come se due occhi mi penetrassero nella schiena mi volto ed è lì, a volto scoperto. Mi guarda, e poi, mi tende la mano come in un muto invito ad osare, osare sul serio.