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Ed eccoci qui, inizia una storia d'amore che si conclude tristemente.
La storia inizia a Yokohama, una grande città, anche una tra le più famose del Giappone, faccio parte della più temuta port mafia, nonché un organizzazione, con al capo Mori Ōgai.
Vivo principalmente qui, insieme ai miei colleghi, e siccome a volte ci sono problemi siamo tutti costretti a cambiare postazione, non abbiamo una stanza fissa.
Sono Chuuya Nakahara, un uomo dotato da tanta bellezza, capace di far innamorare chiunque, ma un carattere così ribelle, da far impazzire tutti.
Mio padre mi aveva lasciato da piccolissimo, fregandosene totalmente della mia vita, e mia madre? Non lo so ma so che lei, insieme ai miei fratelli sono ancora vivi, non sono qui, ma sono vivi.
Sono entrato a far parte della port mafia circa quattro anni fa, e da lì iniziai ad uscire con vari uomini, tra cui alcuni miei colleghi.
Ora mi vedo con un ragazzo della mia stessa età, fa parte di un'agenzia nemica, e proprio per questo, la nostra è una relazione segreta, usciamo di notte, e io soprattutto non devo assolutamente farmi scoprire, altrimenti verrò quasi sicuramente licenziato dal capo.
Ovviamente i miei colleghi, il capo compreso odiano a morte lui, lo ritengono un maniaco, principalmente del suicidio, ne è ossessionato, ma per di più non vogliono che nessuno abbia una relazione con qualcuno che non sia della Port Mafia. Lui è una persona complessa da capire, ma io, riesco a comprendere ogni singola azione che commette, mi ha sempre affascinato questo suo modo di fare, di lui mi piace tutto, specialmente quando mi provoca e cerca di farmi ingelosire, e a volte mi arrabbio perché ci riesce, e anche bene.
Purtroppo sono stesso io una persona complicata, certe volte non riesco nemmeno a capirmi io stesso, quindi tendo a nascondere tutto mettendo davanti il mio grande orgoglio, sono un cretino e lo so bene.

Una notte, mentre vagavo per le stradine di Yokohama, lo vedo in lontananza, mi riconosce subito, è l'uomo più bello che io abbia mai visto, così perfetto, sembra un uomo pulito e innocente, ma io lo conosco bene, ed è più oscuro di questa notte. Mi invita a casa sua e con totale innocenza accetto il suo invito.
Mi sentivo alquanto osservato, ma non ci feci caso, ero attratto da tutta quella bellezza che mentre entravo nella sua stanza non mi accorsi che dalla finestra c'era un uomo, a me familiare, ma ci passai sopra, non me ne fregava nulla, se non di lui.

Passai la notte insieme a lui, e allo scattare delle 5 di mattina tornai all'agenzia.
La mattina, con mia sorpresa, Mori-sama ci riunisce tutti.
"Penso di rivolere Dazai-san nella port mafia, che voi vogliate o no, fratelli Akutagawa, stasera me lo riportate" alla fine della frase, noto fare l'occhiolino ai due, capì che c'era qualcosa che non andava, ma almeno sta sera potevo rivedere Dazai-san.
Entrambi se ne andarono, non potevo immaginare quel giorno, che sarebbe stato l'ultimo saluto che mi avrebbe rivolto.
Dopo varie ore, i fratelli catturarono Osamu, lo portarono in un posto isolato lo uccisero e seppellirono sul posto.
Ritornati nella cittadina, sparsero voci che si era suicidato.
Dopo giorni e giorni Dazai non si fece vivo, allora Mori-sama mi chiese
"perché ti preoccupi così tanto? cosa hai a che fare tu con lui?
Triste per la sua mancanza, rimango muto e me ne vado, sapendo i rischi che correvo.
Intanto ogni notte piango, piango e piango.

Una di quelle notti, Chuuya si addormentò tra i singhiozzi e tutto d'un tratto, Osamu, dall'altro mondo e con i vestiti sporchi di terra, gli apparve in sogno.
"Chuuya," mi disse, "tu mi chiami e ti rattristi per la mia assenza, ogni giorno piangi e ti maledisci per avermi parlato, per avermi frequentato, per essere stato al mio fianco" continuò, "Ma sappi che non posso più tornare, l'ultima volta che mi vedesti fu la stessa quando i tuoi colleghi mi uccisero," "mi trovo seppellito a Kamakura" e gli spiegò il posto esatto.
Sembrava strano, ma sembrava la sua vera voce, come se mi stesse parlando, tramite un sogno.
Mi svegliai e credetti alle sue parole, e dopo aver chiesto il permesso per uscire, mi recai a Kamakura, dove effettivamente trovai il corpo del mio amato Osamu, lo avrei volentieri portato via con me, ma ho timore di essere scoperto, così ebbi un idea.
Presi il coltellino che portavo sempre con me, gli tagliai la testa, e ricoperto al meglio, infilai la testa in un vaso, che portai nella mia stanza, alla port mafia.
Ritornato, iniziai a piangere tremendamente tendendo abbracciato il vaso, ogni giorno ripetutamente, "innaffiavo" con le mie lacrime il vaso di terracotta.
Mi accorsi di quanto fossi attaccato a quel vaso, e presto se ne accorsero anche gli altri.
Ne diventai ossessionato, a tal punto che un giorno, Mori-sama, mi tolse il vaso dalle mani, lo ruppe, e al suo interno trovò una testa, ancora riconoscibile dai capelli castani e mossi, sconvolto da quel che conteneva, ordinò di bruciare la testa di Osamu.

A Chuuya non restò altro che piangere, piangere, e piangere, senza tregua, finché morì.
E così ebbe termine il suo infelice amore.

-KXI(a.)

The head of my beloved OsamuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora