Stava andando a scuola come ogni mattina, ma quel lunedì non ci stava proprio con la testa.
Stava rimuginando sul senso inesistente della sua vita, quando sentì una voce conosciuta alle sue spalle: "Ehilà, sfigato! Cosa ci hai portato oggi?"
Un brivido risalì lungo la sua schiena, mentre si costringeva a girarsi verso il biondo che da un paio di mesi rendeva la sua vita un inferno ancora peggiore di come era prima.
Quel giorno poi aveva l'umore a terra già di suo: Uraraka lo aveva lasciato tre giorni prima, suo nonno aveva perso la sua battaglia contro un tumore al cervello la sera prima e quella mattina aveva due verifiche importanti per le quali non si era assolutamente preparato.
Poteva andare peggio di così? Evidentemente sì.
Si costrinse a nascondere il tremore che si impossessò della sua voce dopo aver notato quanti tirapiedi si fosse portato dietro l'altro ragazzo, mentre tentava come sempre di rispondergli a tono: "Non ho assolutamente niente per il vostro stupido branco di pecore senza cervello, Monoma. Senza offesa per le pecore, ovviamente."
Beh... di certo non si stupì di essere finito disteso a terra dolorante e derubato di tutto quello che aveva con sé pochi minuti dopo, mentre il biondo della sezione B si allontanava ridendo con i suoi amici.
Probabilmente se avesse smesso di opporsi le botte sarebbero diminuite, ma anche così non aveva alcuna intenzione di arrendersi. Non si sarebbe mai fatto mettere di nuovo i piedi in testa da un bullo. Lo aveva promesso a se stesso, e soprattutto lo aveva promesso a Todoroki.
Il bicolore gli aveva salvato la vita ormai quasi un anno prima, dopo che il suo amico d'infanzia l'aveva mandato all'ospedale a suon di pugni perché era di cattivo umore.
Todoroki era intervenuto in sua difesa, scontrandosi con Bakugou fino all'intervento del prof Aizawa, che alla fine li aveva fatti sospendere tutti e tre.
Da quell'avvenimento Izuku aveva iniziato ad allenarsi duramente, mentre a Katsuki era stato proibito di toccarlo in alcuno modo, pena l'espulsione.
Naturalmente non mancava di prenderlo in giro e insultarlo urlandogli contro il doppio di prima. In fondo erano in classe insieme e vicini di casa, era impossibile ignorarsi del tutto, ma da allora non lo aveva più toccato se non per sbaglio.
I mesi successivi erano stati relativamente tranquilli e Izuku era diventato abbastanza forte, grazie agli allenamenti quotidiani a cui si sottoponeva e alle lezioni di autodifesa a cui aveva partecipato per un paio di mesi su suggerimento di Todoroki.
Ma a quanto pareva lui non meritava una vita tranquilla, e così un paio di mesi prima era stato preso di mira da quello che la gente chiamava "la parte oscura dell'UA", Monoma Neito.
Il biondo da solo non era molto forte, Izuku probabilmente non avrebbe avuto grandi problemi a batterlo, ma per sfortuna del verde il bullo era sempre accompagnato da un gran numero di tirapiedi.
E purtroppo Monoma era furbo.
Non si faceva mai vedere da solo e non attaccava briga quando il verde era in compagnia dell'amico bicolore, conoscendo la sua forza e soprattutto l'influenza del suo cognome.
Izuku si rialzò dolorante da terra, raccogliendo poi lentamente quel che restava dei suoi quaderni.
Si diresse in classe, dove Todoroki lo accolse con un sorriso che sparì immediatamente dal suo viso nel momento in cui notò in che condizioni era il suo migliore amico.
Era al tempo stesso frustrato e incazzato all'inverosimile: erano due mesi che quell'idiota di Izuku si ostinava a tacere su chi lo stesse evidentemente bullizzando.
Era sempre così, anche un anno prima aveva scoperto per puro caso che Katsuki non si limitasse a insultarlo, ma passasse spesso alle mani quando si trattava di Midoriya.
In quel momento entrò in classe anche Bakugou, che dopo essersi soffermato a guardare il verde pieno di lividi e ferite si sedette al suo posto commentando ad alta voce: "Sei proprio una puttana masochista, nerd di merda. Perché non la fai finita e non sparisci per sempre dalla mia vista? Ne ho abbastanza di vedere la tua faccia deformata tutti i cazzo di giorni."
"Non ti permettere di parlargli così, Bakugou!" lo difese subito Todoroki.
"Perché? Altrimenti cosa mi fai? Vuoi fare di nuovo a botte con me? Lo sai benissimo che sono più forte, se Aizawa non ci avesse separati quella volta non te la saresti cavata solo con qualche costola rotta, bastardo a metà!"
Il bicolore stava per rispondergli a tono, ma venne fermato da Izuku, che sussurrò triste, poggiandogli una mano sulla spalla: "Non ne vale la pena" mentre il resto della classe iniziava a riempire l'aula.
Era riuscito a nasconderlo bene, Izuku, ma il suo cuore si era appena spezzato. Il commento di quello che nonostante tutto continuava ostinatamente a chiamare il suo Kacchan, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
In fondo sin da quando erano bambini aveva sempre fatto tutto ciò che il biondo gli ordinava, quindi perché smettere ora?
Durante la pausa pranzo Izuku si diresse come sempre sul tetto con Todoroki.
Quel giorno mangiarono in silenzio, uno ancora arrabbiato per l'ennesimo rifiuto dell'amico di dirgli cosa gli succedesse ultimamente e l'altro fin troppo triste e perso nei suoi pensieri per iniziare una conversazione.
"Torniamo in classe, sta per suonare la campanella" ruppe il silenzio in bicolore, alzandosi da terra e porgendo una mano per aiutare il migliore amico ad alzarsi.
Non riusciva proprio a rimanere a lungo arrabbiato con lui.
"Tu vai pure, io oggi salto storia, non sono proprio in vena" gli sorrise debole il verdino.
"Va bene, ma se non ti fai vivo tra due ore a matematica giuro che vengo a prenderti e ti ci trascino a forza" si arrese il maggiore con un sospiro avviandosi.
"Todoroki" lo chiamò Izuku poco prima che sparisse oltre la soglia della porta "ti voglio bene."
"Anch'io" sorrise il bicolore prima di rientrare e chiudersi la porta alle spalle, lasciando l'amico da solo sul tetto, un tiepido venticello delicato a scompigliarne i capelli verde prato.
Izuku si alzò da terra e si girò verso il corrimano, una singola lacrima a rigargli il volto.
"Scusami mamma" sussurrò mentre scavalcava quelle sbarre di metallo che impedivano la realizzazione del suo piano.
Si soffermò a lungo a guardare la città in fermento dall'alto di quell'edificio infernale, chiedendosi se all'inferno lo aspettasse una vita migliore di quella passata sulla terra. In fondo, poteva davvero essere peggiore? Le uniche cose che gli erano rimaste in quella vita erano sua madre e il suo migliore amico, ma anche loro lo avrebbero comunque lasciato prima o poi, conoscendo la sua fortuna molto probabilmente prima.
Abbassò lo sguardo, concentrandosi sul terreno cinque piani più in basso.
Stava per lasciarsi andare, quando un rumore dietro di lui lo costrinse a voltarsi, guardandosi indietro un'ultima volta.
Quei meravigliosi occhi rossi che aveva sempre adorato lo stavano guardando confusi, per poi spalancarsi.
Izuku sorrise al biondo lasciandosi andare e per la prima volta nei suoi occhi scorse il terrore puro.
La vita gli aveva concesso di vederlo un'ultima volta prima di farla finita, come se volesse chiedergli scusa per tutto il male che gli aveva fatto. E lui l'aveva perdonata, felice di poter morire con un sorriso sul volto.
Ma la sua caduta non durò molto e un dolore lancinante al polso lo riportò bruscamente alla realtà.
Izuku guardò confuso verso l'alto, là dove una mano forte e decisa si ostentava a tenerlo stretto, impedendogli di cadere.
"K-Kacchan?" sussurrò confuso, ma era certo che l'altro lo avesse sentito.
"Si può sapere che cazzo stavi cercando di fare?!" gli urlò invece il biondo, costringendolo ad abbassare lo sguardo per evitare quei rubini infuocati.
"Kacchan lasciami andare, così è meglio per tutti... la mia vita è inutile, sono solo un peso per le persone a cui voglio bene..."
"Col cazzo!" gli urlò contro il biondo afferrandolo anche con l'altra mano, cercando con tutte le sue forze di tirarlo su.
"Kacchan lasciami o rischi di cadere insieme a me!" gridò il verde spaventato nel momento in cui il maggiore perse per un attimo l'equilibrio per via del suo peso.
Ma in tutta risposta Katsuki si limitò a tirare con forza ancora maggiore, riuscendo finalmente nella sua impresa, cadendo all'indietro tenendo il verdino stretto al suo petto.
Rimasero così a lungo, i cuori di entrambi intenti a battere all'impazzata.
"Kacchan?" lo richiamò confuso il più piccolo, le guance più rosse dei capelli tinti di Kirishima.
Dal biondo si sarebbe aspettato un'infinita serie di insulti e una buona dose di botte che questa volta si era veramente meritato, non certo quell'abbraccio quasi disperato.
"Stupido idiota di un nerd di merda, si può sapere che cazzo pensavi di fare?!" gli urlò contro infatti Katsuki non appena si riscosse, afferrandolo per le spalle in modo da poterlo guardare negli occhi.
"Ma tu stamattina mi hai detto di-" iniziò il verde abbassando lo sguardo, venendo bruscamente interrotto dal più grande.
"Ma allora sei ancora più idiota di quanto credessi! Per quanto ancora hai intenzione di fare tutto quello che ti dico?! Hai una cazzo di testa con cui pensare, Deku!" gli urlò contro per poi sospirare e aggiungere con tono un po' più calmo: "Stamattina ero incazzato con capelli di merda e pikachu, non intendevo davvero quello che ho detto... non voglio perderti, Deku..."
Il biondo attirò nuovamente il più piccolo contro il suo petto muscoloso, facendolo arrossire e impedendogli ogni movimento per evitare che potesse notare il rossore che aveva coperto anche le sue guance.
"Promettimi che non proverai mai più a fare una cosa del genere, Izuku." aggiunse facendo rabbrividire il verde all'udire il suo nome pronunciato da quelle labbra sottili "Promettimelo."
"Te lo prometto" sussurrò il più piccolo accoccolandosi al settimo cielo al petto dell'amico d'infanzia.
In fondo il suo Kacchan gli voleva ancora un po' di bene, e questo era abbastanza per lui per voler continuare a vivere.
* * *
La mattina seguente Izuku uscì di casa finalmente di buon umore, ancora incredulo per ciò che fosse successo il giorno prima.
Se ci pensava adesso che si era calmato si dava dell'idiota da solo per quello che aveva provato a fare.
La sera prima dopo la scuola, non appena salutò Todoroki per avviarsi a casa, Kacchan lo aveva raggiunto e senza dire una parola lo aveva accompagnato fermandosi ad aspettare per vederlo varcare la porta di casa, prima di dirigersi verso l'edificio affianco dove abitava.
Quella mattina non appena uscì di casa non poté non notare il biondo appoggiato ad un lampione intento ad aspettarlo, gli occhi rossi puntati su di lui.
"Buongiorno Kacchan" gli sorrise felice, al che Katsuki distolse lo sguardo incamminandosi.
Il verde lo seguì a un passo di distanza come era solito fare, sapeva bene che a Kacchan non piacesse camminare accanto o dietro ad altre persone, preferiva rimanere davanti.
"Come va il polso?" ruppe all'improvviso il silenzio il più grande.
Izuku lo guardò confuso per un attimo, prima di ricordarsi che effettivamente il polso sinistro gli faceva ancora un po' male per come Katsuki lo aveva afferrato il giorno prima.
"Non è nulla di grave, tra un paio di giorni sarà come nuovo" lo rassicurò.
Il biondo lo aveva accompagnato fino all'entrata dell'edificio, allontanandosi non appena notò il bicolore avvicinarsi.
E sul viso del verde spuntò l'ennesimo sorriso. Quel pomeriggio era d'accordo con Todoroki per andare al cinema a vedere il nuovo film su All Might che aspettava ormai da un anno!
Quel sorriso però era destinato a spegnersi velocemente.
Durante la ricreazione infatti il bicolore ricevette un messaggio da parte della sorella maggiore, che lo avvisava di tornare al più presto a casa perché la madre aveva avuto un malore improvviso.
Salutato il suo migliore amico Izuku si diresse rimuginando verso l'uscita.
Quella giornata era iniziata bene e in fondo non era andata poi così male, se non contiamo il mancato appuntamento col bicolore.
Si ritrovò inconsciamente a rallentare, in caso Kacchan avesse intenzione di accompagnarlo di nuovo a casa. Ci sperava Izuku, ma purtroppo l'unico biondo che gli si presentò davanti era l'ultimo che avrebbe voluto vedere.
Monoma e i suoi scagnozzi lo portarono nella solita zona poco frequentata dietro all'edificio, accanendosi su di lui non appena furono lontano da occhi indiscreti.
"Guardate che cosa abbiamo qui, due biglietti per quel famoso film che esce oggi al cinema! Mi sa proprio che dovrò portarci la mia nuova ragazza... credo proprio che tu la conosca, sfigato, sai? Ha gli occhi grandi da cerbiatta innocente e delle tette da far invidia" ghignò maligno il biondo, mentre il verde sgranava gli occhi incredulo.
"Si chiama Ochako, ma ormai l'avevi capito, vero? Ti ha scaricato per stare con me."
Izuku abbassò lo sguardo sconfitto, chiedendo mentalmente scusa a Todoroki.
Lui e Uraraka non si amavano davvero, l'avevano capito entrambi ormai da un po', ma che lei avesse preferito quell'idiota, scaricandolo in malo modo da un giorno all'altro faceva comunque male. Era certo che sarebbero rimasti amici come prima di mettersi insieme, ma a quanto pare era solo un'altra delle sue idee stupide.
L'improvviso e acuto strillo di Monoma lo riportò alla realtà, costringendolo ad alzare lo sguardo, incrociando nuovamente quei due occhi rossi che in quel momento parevano del colore del sangue, intenti a guardare con disgusto il biondo della sezione B.
Izuku non ci mise molto a capire il perché di quello strillo. I biglietti che gli aveva rubato erano ora nelle mani del suo amico d'infanzia, mentre Monoma si era ritrovato improvvisamente sbattuto contro il muro, la gola stretta nella presa ferrea del ragazzo più temuto dell'istituto.
Tutti gli scagnozzi intenti poco prima a prendersela col verde si erano fermati di scatto e allontanati, pronti a scappare lasciando indietro il loro leader.
"Prova un'altra volta a posare anche solo i tuoi luridi occhi sul mio nerd e giuro che ti faccio fuori. Solo io posso prendermela con lui, sono stato abbastanza chiaro?" lo minaccio Katsuki, ghignando soddisfatto quando l'altro annuì subito terrorizzato, scappando con i suoi sottoposti non appena il suo collo fu libero dalla presa del biondo dagli occhi rossi.
"Kacchan... grazie" gli sorrise il verdino. Era così felice che il biondo lo avesse salvato che gli sembrava di poter volare. Anche se probabilmente era solo passato di lì per caso era comunque intervenuto in sua difesa.
Katsuki schioccò la lingua e si girò allontanandosi, al che Izuku abbassò lo sguardo rassegnato, capendo di essersi illuso come al solito.
"Che stai aspettando, nerd? Muoviti, ho voglia di andare al cinema!" lo richiamò il biondo in tono scocciato, sviando però lo sguardo imbarazzato.
Izuku alzò la testa di scatto a guardare incredulo il ragazzo di fronte a lui, che si era fermato per aspettarlo.
Si alzò in fretta, raggiungendolo con un sorriso a trentadue denti e incamminandosi dietro di lui. Kacchan voleva andare con lui al cinema? Era un sogno che si avverava!
Il biondo lo guardò infastidito per un attimo, afferrandolo poi per mano per costringerlo a camminare accanto a lui.
Ormai aveva deciso: non l'avrebbe mai più perso di vista, l'avrebbe protetto per il resto dei suoi giorni.
Lui, quello stupido nerd, l'unico ad essere rimasto nonostante il suo carattere, nonostante tutto il male che gli aveva fatto,l'unico a supportarlo in ogni sua decisione, l'unico a meritare il suo amore.
Perché sì, su quel dannato tetto, nel momento in cui aveva capito cosa significasse perderlo per sempre, aveva finalmente capito di amarlo.
Forse un giorno avrebbe trovato il coraggio di dirglielo apertamente, ma per ora glielo avrebbe fatto capire con i fatti. In fondo il suo Deku era intelligente, avrebbe sicuramente capito.~~~
Salve gente!
Scusate l'assenza, ultimamente non ero proprio in vena di scrivere. Ma ora sono tornata!
Al momento sono ossessionata da questa ship, quindi é probabile che compaiano nuove bakudeku sul mio profilo.Spero a presto!
~Yuki
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Don't let me down - Bakudeku One-shot
Fanfiction(Completata) Attenzione! Bakudeku Yaoi (BL, boy x boy) Quirkless!au Linguaggio scurrile Bullismo Tentato suicidio