Mi ricordo di quel tre di dicembre: il freddo pungente invernale che ti entra nelle vene e le nuvole bianche che uscivano dalle nostre bocche schiuse.
Tremavo;
Tremavo dal freddo e dalla tua vicinanza, tu che mi facevi battere il cuore ogni volta come se fosse la prima e che riuscivi anche a farlo sprofondare nel buio come un relitto nella profondità del mare, tu che eri gioia e dolore, speranza e amarezza.Riuscivi sempre a spezzarmi; mi ridavi vita, facevi germogliare il frutto dolce del mio amore e poi lo staccavi da me, donandolo in dono a qualcun'altro, facendomi credere che andasse bene così, che forse non eri tu ma ero io che avevo frainteso quei dolci comportamenti che riservarvi a me; le parole dolci, gli abbracci rubati tra una lezione all'altra e le nottate spese a parlare di paure, insicurezze, speranze e decisioni.
Tremavo e mi stringevo nella mia maglia;
era così dannatamente leggera, con quel tessuto chiaro e leggero che non riusciva a scaldare il mio corpo infreddolito, speranzoso di ricevere il tepore di cui aveva tanto bisogno. Non era stata una scelta intelligente, lo ammetto, ma la mattina non mi ero curato della temperatura della giornata, troppo deciso a trovare una maglia che gli sarebbe potuta piacere, qualcosa che avrebbe dato risalto alla mia pelle chiara e ai capelli neri come la pece e il cielo di notte senza stelle.Non tremavo più, o meglio, non per il freddo; Lo avevo visto avvicinarsi di più a me, proprio a me, e avevo sentito le sue dita calde intorno ai miei polsi sottili. Li circondavano così bene e mi facevano pensare che forse in quel punto le mie vene si sarebbero riscaldate a tal punto da farmi ritornare la sensibilità alle dita intorpidite e rosse, rosse come le sue labbra carnose su cui tante volte avrei voluto fiondarmi, rosse come la passione che nutrivo per lui.
Si sfiló la felpa in un movimento fluido, lasciandomi incantato da quella dolcezza di gesti, dal suo corpo dalle membra giovani e vispe che guizzavano per i movimenti, fino alla zona dello stomaco che riuscii a vedere per qualche attimo quando la sua maglia si sollevò sopra l'ombelico.Un piacevole tepore;
la sua felpa lilla che tante volte avevo visto su di lui era ora su di me. Sentivo il suo profumo, quella fragranza dolce ma maschile, frizzante e gradevole, briosa nel suo modo elegante che riusciva a catturare chiunque anche da metri, inebriando i sensi e attirando le vittime di quel demone dal viso da angelo nella sua trappola, conquistando con un odore come le sirene con il loro canto.
Quel colore gli era sempre donato. Il contrasto tra il lilla quarzo della sua felpa e i fili biondi che erano i suoi capelli riusciva sempre a stupire, e i capelli lunghi color grano sfioravano dolcemente le spalle della felpa. Capelli grano come quelli del piccoli principe, capelli d'oro come quelli del Dio Apollo.Un sospiro;
il mio fiato cercava un modo per continuare a muoversi, il mio corpo era rigido, gli occhi lucidi e le labbra schiuse. Il suo corpo toccava il mio, le sue dolci labbra si avvicinarono al mio orecchio e sussurrarono che quella felpa stava meglio a me. A me. Solo e soltanto a me.
Strinsi con le dita le maniche della felpa, lo sentii vicino, il cuore mi si fermò, avevo bisogno di un suo bacio. Si allontanò da me e mi sentii rinato ma senza una parte importante della mia anima, o forse senza una parte della sua.Mi sorrise;
non è un sorriso semplice, è uno di quei sorrisi dei quali non ti stanchi mai: un sorriso dolce e vero, un sorriso di quelli non forzati. Niente sorriso perfetto, niente denti perfetti, niente labbra perfette o gioia perfetta. Il suo sorriso era reale e il solo sapere che aveva sorriso a me in quel modo così vero mi scaldava il cuore.Strinsi con le dita il tessuto delle maniche, sempre di più. La paura di fare un gesto avventato e prendere le sue era troppa. Volevo che le nostre pelli si sfiorassero in una calda frizione, che le sue dita si intrecciassero alle mie come radici che si stringono, desiderai che il suo respiro caldo ci scaldasse le mani infreddolite e che poi si spostasse sulle mie labbra bisognose delle sue. Avrei voluto che i nostri fiati si mischiassero e che i suoi occhi mi continuassero a guardare per sempre come lo stavano facendo il quel preciso momento, con la sua felpa addosso e le guance rosse più per la sua presenza che per il freddo.
Se solo tu sapessi, Niki, quanto tu mi piaccia, quanto vorrei sfiorarti, toccarti, penetrarti dentro l'anima e colorarla, renderla gioiosa. Vorrei stringerti a me la sera e svegliarmi al tuo fianco per i raggi del sole la mattina. Vorrei conoscerti meglio di quanto non conosco me stesso, diventare scudo e spada per te, caldo rifugio e dolce delizia.
Vorrei che tu lasciassi che io ti amassi, e mi accogliessi nel tuo cuore. Voglio solo renderti felice Niki. Permettimi di essere quella dolce gioia che allieta le tue giornate, la musica che culla il tuo sonno e l'angelo che appare nei tuoi sogni. Permettimi di essere ciò che tu sei per me, gioia e speranza, eliminando il dolore che proviamo quando siamo soli come numeri primi.
STAI LEGGENDO
ֹ 𖥻 𝗛𝖾𝖺𝗍𝗁𝖾𝗋 𓂃‹𝟹 𓄹 sunki ⿻
FanfictionI still remember the third of December... Sunoo non fa altro che desiderare Niki, ma lui è innamorato della bellissima Heather. Lui sa che non può far cambiare i suoi sentimenti e lo osserva da lontano, desiderando essere al posto della bella Heathe...