La dimora dei Peterson era poco fuori dal paese. Una piccola proprietà composta da una casa di sassi, argilla e legname, a cui negli anni avevano aggiunto un fienile e una staccionata.
I campi circostanti erano stati seminati diversi mesi prima e ora il grano cresceva rigoglioso. Sarebbe stato un buon raccolto.
Clay guardò a terra, dove diverse serie di orme insanguinate uscivano dalla porta spalancata.
«Non promette bene» disse Phil ad alta voce.
Phil era il suo più vecchio amico. Così vecchio da aver trascorso assieme più di metà della loro vita.Per un periodo era stato anche il suo vice, ma in paese non succedeva mai nulla, quindi aveva deciso di licenziarsi e rilevare l'emporio locale. Ogni tanto, però, imbracciava di nuovo il fucile per dagli una mano se l'occasione lo richiedeva.
Per prima cosa, Clay sentì un forte odore metallico. Il sangue aveva un aroma tutto suo, che lui conosceva fin troppo bene. Subito dopo arrivò l'effluvio dolciastro della putrefazione. Era ancora leggero e appena accennato, ma in quel periodo, col caldo umido che aleggiava in zona, sarebbe velocemente diventato più forte.
Varcarono la soglia e si ritrovarono catapultati in un incubo.
Il pavimento era completamente ricoperto di sangue. L'ingresso dava direttamente sulla cucina e fu proprio lì, riversa sul tavolo, che trovarono Cristine, la moglie, o quello che ne rimaneva.Era stata spogliata, con le mani inchiodate sul tavolo e le gambe spalancate. Aveva diversi tagli al ventre e sul seno, e una ferita profonda che le lacerava la gola.
Il marito era appeso a una trave del soffitto attraverso un cappio legato attorno al torace. Le mani amputate erano sul pavimento. Gli avevano applicato dei lacci di cuoio molto stretti sui moncherini e su tutto il corpo erano presenti tagli e bruciature.
Non c'erano dubbi: erano stati torturati.
Il resto della casa era sottosopra. I cassetti svuotati, i mobili rotti. Diverse mattonelle nel pavimento scalzate. Si erano presi addirittura la briga di staccare tutti i pensili e praticare dei fori nel muro.Sembrava che qualcuno avesse rivoltato la casa come una calzino, nella speranza di trovare qualcosa e, non avendola trovata, avesse deciso di torturare i Peterson per farsi dire dov'era.
«Chi farebbe una cosa del genere?» chiese Phil.
«Non ne ho idea...» iniziò a rispondere Clay, ma un pensiero folgorò la sua mente come una saetta: «ma i Peterson non avevano una figlia?»
«Cristo... non mi dire che...»
«Tu corri a cercarla di sopra, io vado a vedere qui attorno».Clay uscì, la giornata stava iniziando a farsi sempre più calda. Ma non avrebbe saputo dire se il sudore che imperlava la sua fronte fosse dovuto al calore o a quello che aveva appena visto.
Girò intorno a casa, non ricordava il nome della bambina quindi iniziò a chiedere se ci fosse qualcuno. Corse dentro al fienile, spalancò la porta con la pistola in pugno e ispezionò l'interno. Pure lì era tutto sotto sopra. I covoni di fieno erano stati disfatti, le assi del pavimento divelte e gli animali uccisi velocemente a colpi di pistola. Ma della piccola non c'era traccia.
Tornò indietro e vide sul volto di Phil la stessa delusione.«Non c'è. Né viva, né...»
Clay annuì. Se la bimba non si trovava rimaneva solo una soluzione.
Controllò le orme lasciate, dovevano appartenere ad almeno quattro persone. Le seguì fino alla cancellata, dove vide distintamente i segni lasciati da altrettanti cavalli allontanarsi verso le montagne.
«Tu resta nei paraggi ancora un paio d'ore, magari la piccola si farà vedere, poi fila in città a chiamare il becchino e sistemate i Peterson» disse a Phil.
«Tu dove vai?»
«Se quei criminali hanno la bambina, sappiamo bene entrambi cosa le accadrà. Vado a riprenderla» disse.«Non hai più 50 anni, torniamo in paese e avvisiamo le autorità...» disse Phil.
Clay non rispose, salì a cavallo trattenendo a stento una smorfia per il dolore alle articolazioni. Sapeva fin troppo bene quanti anni aveva. Si mise più comodo sulla sella. La schiena stava già iniziando a lamentarsi, mentre spronava il cavallo.
Phil lo seguì per alcuni passi.
«Mi pare che tu abbia già deciso. Vedi solo di non farti ammazzare e prendi il mio fucile. Ti servirà» disse porgendogli l'arma.
«Phil, da qua faccio già fatica a distinguere il fienile. Non me ne faccio nulla di un fucile se non vedo quelli a cui dovrei sparare da lontano».Phil rimase immobile, annuendo in silenzio.
Clay ne approfittò per far accelerare il cavallo. Non aveva idea di quanto lontani fossero quei criminali, ma il terreno argilloso aveva conservato bene le tracce, permettendogli di seguirle. Sapeva che non aveva molto tempo se voleva raggiungerli prima del tramonto e ogni ora che quella bambina passava in loro compagnia poteva essere l'ultima. Il cavallo passò dal trotto al galoppo, un movimento ritmico e ondulante, a cui Clay rispondeva con fitte alla schiena e imprecazioni.
Sarebbe dovuto morire finché ancora riusciva a cavalcare senza aver l'impressione che fosse il cavallo a montare lui.
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La Caccia
ActionUn vecchio sceriffo, tormentato dai demoni di una vita da cacciatore di taglie, vive in una tranquilla cittadina di frontiera. La pace del luogo, però, verrà ben presto infranta da un violento e brutale omicidio.