Un giorno qualunque, un giovedì come tutti i giovedì, in un paese periferia di una città del Sud Italia. Come ogni giovedì mattina, nella strada principale, va in scena il mercato, con tutti i suoi rituali, le comparse e i protagonisti, i bancarellari, i ragazzi in cerca di divertimento e di qualche facile guadagno e poi lo scenario: un tappeto musicale regalato dai venditori di dvd falsi, in sottofondo il vociare delle comari che contrattano il miglior prezzo per un pezzo di stoffa o un barattolo di pomodori secchi, gli sguardi e i commenti al passaggio dell'avvenente dottoressa intenta all'acquisto di frutta e verdura, china su una cassetta di cavolfiori. Il ricco del paese, grasso e vecchio, vestito di tutto punto in un gessato marrone, dal cui taschino spunta una catenella d'oro con al vertice una "cipolla" tempestata di diamanti luccicanti che alla luce dei primi raggi di sole sembrano essere lampadine accese. In tutto questo a metà mattina in un carnaio di persone sudate sotto un cielo limpido di luglio. Come uno spettatore davanti lo schermo cinematografico, un giovane di bell'aspetto, seduto al tavolino della terrazza del bar che si affaccia proprio sul mercatino. Osservava divertito i movimenti del teatrino. Accanto a lui, una bellissima ragazza, sulla trentina, i capelli castano, ramati di biondo, la pelle liscia e candida, le labbra carnose, gli occhi cerulei, di cristallo, bordati di rimmel nero, inguainata in un elegante tailleur nero che evidenzia le sensuali curve. Era seduta con la schiena dritta e le ginocchia unite, sorseggiava un succo alla pesca, tenendo per mano il suo compagno e ridendo con lui alle sue spiritosaggini. Si capiva subito che i due al tavolo erano forestieri. Attiravano l'attenzione dei paesani. Giovani, belli e ricchi, a giudicare dai vestiti, dagl'accessori e l'atteggiamento... Achille, il ricco del paese, quello di prima, quello che si aggira tra i banchi del mercato vestito con un'abito gessato marrone bruciato, si avvicinò:
"Signori, buongiorno" disse Achille, abbassando leggermente il capo con un sorriso e sollevando leggermente il Borsalino in un gesto di cordialità, "lei è Antonio? Il nipote del mio caro e rimpianto amico Giovanni Basciu?"
Un sorriso e la sorpresa sul volto dei due. "Buon giorno a lei, io mi chiamo Felice, questa è mia moglie Chiara" da dietro gli occhiali da sole Chiara accennò un sorriso in un gesto di saluto.
"Scusatemi, perdonate la mia invadenza, mi chiamo Achille"
"Piacere di conoscerla Achille. Io non sono nipote ne figlio ne lontano parente di nessuno qui in paese, purtroppo..."
"Aahhh...." rispose Achille "...sono proprio rincoo...., hemm.. rincitrullito, avrei giurato di vedere la somiglianza con il mio caro amico. Scusate ancora l'invadenza di questo stanco vecchietto."
"Ma no che dice, anzi, perché non si siede qui con noi? Forse può aiutarci..." Disse Felice alzandosi in Piedi e porgendo la sedia.
Il vecchio, sedendosi a fatica nei movimenti, data la sua mole. Ringraziò dicendo: "accetto volentieri, un buon caffè è quello che serve per tirare avanti a quest'ora" Poi fece cenno al cameriere, che si catapultò subito con il suo taquino e la penna e...
"Buon giorno sig. Achille, cosa vi porto?"
"Felice, Claudia, cosa posso offrirvi? Siete miei ospiti"
Claudia con flebile voce subito rispose: " grazie, ma sto bene così, ho ancora il succo alla pesca..."
"Io invece approfitto e prendo un altro caffe, macchiato, per favore"
Achille insistette: " Claudia: senza complimenti heh!..."
"Davvero, grazie, ma no,sto bene cosi"
"Va bene, allora per me il solito." Concluse Achille.
"Allora? In cosa posso esservi utile? Sono ben felice di aiutare due giovani turisti nel mio Amato paese"
"Grazie per la sua gentilezza, Achille, io e mia moglie vorremmo trovare e comprare casa da queste parti, siamo affascinati, innamorati di questi luoghi, avete tra le più belle spiagge del pianeta, un clima paradisiaco e l'aeroporto e la città a pochi chilometri, insomma la bella e sana vita con tutte le comodità a un tiro di schioppo. Ci piacerebbe trovare una bella casa tipica di queste parti, vicino al mare e con un terreno in cui coltivare l'uva, qualche ulivo e farci olio e vino di qualità..."
"Grazie per i complimenti, sono nato 68 anni fa su quella collina" rispose Achille indicando un'altura in fondo al paese. "non c'era niente se non una capannetta di babbo e mamma. Sono parte del paese io, e se vi piace lui , apprezate anche me. Ma mi dica..., anzi possiamo darci del tu?"
"Ma certo!" In coro Felice e Claudia
"...e allora dimmi perché non ti rivolgi ad una agenzia?"
"Ci abbiamo provato ma ci hanno proposto case diverse da quella che cerchiamo..."
"Bhè, guarda, conosco tutti in paese, posso spargere la voce e vedrai che nel giro di pochi giorni troviamo quello che cercate".
Nel frattempo il cameriere di ritorno con il vassoio poggiò sul tavolo i caffe, acqua minerale e in un piattino qualche cornetto alla marmellata.
La discussione fra i tre continuò per una buona mezz'ora. Entravano sempre più in confidenza chiacchierando amabilmente di questo e quell'argomento. Achille però, non riusciva a non guardare Claudia. E non erano sguardi paterni... lei era imbarazzata, Felice piuttosto seccato. Infatti, di punto in bianco, si alzò dicendo "bene, Achille, siamo lieti di avere fatto la tua conoscenza, ma ora dobbiamo proprio andare, ti lascio però un mio biglietto da visita e aspetto notizie sulla casa..." mentre poggiava sul tavolo il cartoncino. Forse, in realtà, pensava: grasso vecchio ,viscido e schifoso, tieni gl'occhi lontano da Claudia, ma, Felice non è uno che lascia trasparire quello che pensa... Si salutarono.
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La notte di Felix
General FictionViviamo in un mondo strano che attraversa uno strano periodo, un universo in cui è più importante apparire dell'essere. Del resto siamo quel che mostriamo. Indossiamo una maschera e siamo pronti a tuffarci, in un tumultuoso carnevale infernale. Siam...