Capitolo 1
"Go ahead and cry little girl..""Minjee".. "Kim Minjee, risponda subito"
Sento il mio nome rimbombare in quella stanza chiamata classe che io definirei più inferno. Alzo la testa ancora assonnata e rispondo "si professoressa Lee?"
"Quante volte ti ho detto di non addormentarti in classe? la prossima volta chiamerò i tuoi genitori" dice con tono severo, come se ai miei fregasse molto... Annuisco semplicemente e lascio la signora Lee continuare con la sua inutile spiegazione. "ma che problemi ha? Sembra depressa" sento qualcuno bisbigliare, se c'è qualcosa che odio è quando la gente non si fa gli affari suoi, "non sono depressa e nemmeno problematica" dico senza pensarci a voce un po' troppo alta e ormai seccata, questo si che è imbarazzante.
"Kim Minjee, se non vuole seguire la lezione bastava dirlo" interrompe la sua spiegazione la prof, "no, per carità sono molto interessata" dico imbarazzata "vada subito in presidenza" "ma-" "non voglio sentirla ribattere, vada!" dice indicando la porta.
Così mi alzo e me ne vado....
"Rimarrà a scuola fino le 6 a pulire la palestra" dice il preside.
Sbuffo ed esco, giusto in tempo per la pausa pranzo.
Era così noiosa la pausa pranzo, probabilmente perché non avevo nessun amico. Non è divertente fissare in continuazione gente che si diverte, desidero tanto avere una migliore amica o amico ma per me è scientificamente impossibile.
Sono così asociale che probabilmente al mio funerale non ci sarà nessuno, anzi neanche ci sarà un funerale perché nessuno lo organizzerà immagino. Sono stufa di stare qui da sola a fare la sfigata di turno, prendo il pranzo e mi sposto da qualche altra parte lontano dall'essere umano.
La mia fantasia mi porta in bagno, per lo meno lì potevo chiudermi e stare in pace. Finisco il mio panino ed è quando sto per uscire che sento dei passi farsi sempre più vicini e poi una voce maschile. Il mio cuore per un'attimo si ferma... è impossibile che sono nel bagno dei maschi, come ho fatto a fare un tale errore.
Già sentivo che non sarebbe finita bene, come sempre dal tronde.
Il tipo bussa a tutte le altre porte e tutti rispondono "occupato" fino a quando non arriva alla mia.Bussa e io non rispondo, non rispondo perché se rispondessi si capirebbe subito che non sono un ragazzo neanche se cerco di camuffare la mia voce. Inizia a bussare senza sosta "c'è qualcuno? Rispondi!" Dice irritato.
Una cosa era certa non avrei mai risposto, sicuramente cederà MA NO, il ragazzo non cede per nulla al mondo. Non ne ha proprio voglia, oggi vuole proprio rovinarmi.
"Rispondi o apro con la forza" urla di nuovo. Impreco silenziosamente e apro la porta facendo un sorriso imbarazzato "senti ho sbagliato bagno, insomma capita" e me ne vado.
Che tipo, non è possibile che una persona continui a bussare e urlare nonostante non riceve nessuna risposta, se la porta è chiusa vattene.
Questo giorno può essere descritto con solo una parola: "imbarazzo"....
Finalmente è ora di tornare a casa ma no, io devo rimanere altre due ore a scuola ovviamente perché ora non ho il diritto di dormire.
Vabbè mi reco in palestra e l'unica cosa che riesco a fare è addormentarmi sopra i materassini, l'unica cosa che mi esce bene.Sono le 8 e non mi sono resa conto di esser rimasta a scuola altre due ore in più per colpa del mio sonno pesante. Questo si che è snervante.
Mi alzo subito ed esco da scuola.
Decido di fare una scorciatoia, sto morendo di fame e di sete e io voglio andare a casa al più presto.
Dicono che quella scorciatoia è pericolosa, specialmente quando fa buio ma io voglio solo tornare a casa.
A metà strada sento dei rumori strani, ovviamente chi la ferma la mia curiosità? Nessuno.
La mia curiosità è più grande della paura e in ogni caso al massimo muoio, non sono una grossa perdita.
Decido di controllare e vedo due ragazzi più o meno della mia stessa età picchiarsi... ok forse è veramente meglio andare.
Proprio mentre sto per andare però mi squilla il telefono. Era ovvio. Non mi chiama mai nessuno e proprio nel momento in cui nessuno deve chiamarmi mi chiamano.
Era mia mamma che per la prima volta si interessa a me, peccato che è il momento più sbagliato per chiamare questo. Un biondino dai capelli lisci fino le spalle si gira e mi vede, cerco di scappare via ma mi inizia a seguire "heyy dove pensi di andare?!" Mi urla da dietro. Cosa cavolo vorrà.
Non rispondo e corro, corro più che posso finché non sbatto contro qualcuno e cado.
Davanti a me mi ritrovo un uomo enorme, avrà avuto sui 40 anni.
"Cosa ci fa una ragazzina tutta sola qui?" Mi dice imitando una vocina.
All'improvviso mi alzo e cerco di indietreggiare, come ho fatto a finire in questa situazione? "Vieni piccolina, non ti farò niente. Ci divertiremo" mi dice avvicinandosi sempre di più a me facendo un ghigno dall'aria malvagia. Quel pedofilo si stava cercando un bel calcio nei suoi punti più remoti, e non lo avrei risparmiato. Vorrei tanto correre e scappare ma sarà sicuramente più veloce di me.
Un' altro passo e io veramente gli tiro un calcio. "Coraggio non aver paura" fa altri 3 passi veloci facendomi venire dei brividi lungo tutto il corpo e un ricordo ormai messo da parte a cui non volevo più pensare. Sto per tirargli uno dei miei calci migliori quando qualcuno di fretta si mette davanti a me spostandomi dietro. Che cosa succede ora? Due pedofili? Le mie gambe stanno tremando dalla voglia di scappare ma non riesco per colpa del tipo davanti Che Mi sta tenendo con la mano stretta a lui. "È la mia ragazza, non toccarla Yejoon... capito? " dice duro "senti ragazzo, non provare a fare il gentiluomo e lascia a me quella ragazza, lo sanno tutti che neanche vi conoscete" dice l'uomo convinto "come fai a dirlo? " risponde il ragazzo davanti a me, sembra essere il biondo di prima.
"Dammi le prove" continua il viscido, il biondo mi porta davanti e mi da un bacio sulla guancia continuando a tenermi stretta a lui. Come vi sentireste se uno sconosciuto in una situazione come questa vi da un bacio? Non vi verrebbe voglia di picchiarlo? A me si, ma in questo momento è l'ultimo dei miei problemi.
"Cos'era quello? voglio un bacio appassionato" continua l'uomo, il biondo fa le spallucce come se niente fosse e si avvicina a me facendomi l'occhiolino.
Le sue labbra sono molto vicine alle mie, così vicine da poterne sentire il calore. Sono immobile e non riesco minimamente a muovermi, neanche a respirare. "Va bene basta così, ti credo" dice l'uomo scocciato prima che le sue labbra potesserò toccare le mie " visto? Ora va" risponde il biondo con un ghigno. Appena l'uomo se ne va il biondo si stacca da me schifato allontanandosi almeno due metri.Intanto io ancora sotto shock l'unica cosa che riesco a fare è pulirmi la guancia con le mani fissando il vuoto ferma immobile. Sentivo che man mano tutto il mio corpo si stava pietrificando e le parole mi mancavano completamente insieme al fiato. Il mio cervello era vuoto, nella mia testa non c'era più niente. "Almeno dire un grazie signorina" dice il ragazzo di prima ma sono ancora troppo scioccata per Rispondere. "Almeno un grazie, stavo per baciarti in bocca..." continua " oo ci sei? Pfff non sei la prima persona che non risponde oggi, anche a scuola una tipa strana continuava a non rispondere" dice avvicinandosi sempre di più davanti a me.
Si ferma davanti e inizia a fissarmi perplesso "grazie" finalmente riesco ad aprire bocca " ma tu sei quella del bagno!" Dice iniziando a ridere.
All'improvviso una lacrima mi scende, e dopo una me ne scende ancora un'altra e ancora un'altra finendo per aprire una cascata enorme di lacrime. Il biondo appena si accorge che sto piangendo ritorna serio."Stai piangendo?" Dice preoccupato.
"No"dico facendo per andarmene. "Grazie comunque, mi farò sdebitare" continuo. "Fermati, lascia che ti accompagni" mi urla il biondo dietro ma io non mi fermo.In quel momento avrei solo avuto bisogno di un abbraccio ma allo stesso tempo un abbraccio era l'ultima cosa che desideravo, specialmente se da un maschio. Dopo quel episodio mi riaffiorarono diversi ricordi. Pensavo di essere in qualche modo riuscita a passarci sopra ma no, era tutta una bugia. Quei ricordi mi persegutavano ancora senza rendermene conto. Le gesta ostili di mio patrigno nei confronti della me di 10 anni ancora erano difficili da cancellare, e il segno rimarrà per sempre ormai. Non si poteva più tornare indietro.
Dopo questa pausa di flashback riesco a ritornare in me stessa nella vita reale e mi accorgo che accanto a me c'era proprio il biondo di prima.
"Allora come ti chiami?" Mi chiede e io non rispondo "io mi chiamo Hynjin, Hwang hyunjin" continua il ragazzo. L'unica cosa che so fare è camminare in silenzio. Non sapevo cosa pensare di quel ragazzo.
Già sapevo che mi avrebbe seguita fino a casa così mi fermo davanti ad una prima di me, giusto per non fagli capire dove vivo. Mi volto davanti a lui per ringraziarlo ancora "grazie mille, scusa se ho reagit-" vengo interrotta dal biondo "kim Minjee" dice tra se e se leggendo il cartellino sulla mia divisa scolastica. Cazzo. Ora sa come mi chiamo. "Comunque di nulla, devi ancora sdebitarti ricorda"
"Si... lo so, comunque io sono a casa... mhhh.. ciao ?"
"Ciao" mi saluta e se ne va.Appena torno a casa trovo mia mamma che subito mi arriva addosso con mille domande.
Questo suo atteggiamento è molto improvviso. Non siamo mai sembrate mamma e figlia, a lei non è mai sembrato importare tanto di me. L'unico a cui importavo veramente è mio padre, peccato che con il divorzio dei miei non sia potuta andare con lui. All'epoca mio padre aveva perso il lavoro per questo dovetti stare con mia madre. Ora mio padre si è trasferito in Francia per lavoro e quindi non lo vedo quasi mai."Dov'eri?" Mi chiede mia mamma "da una mia amica" rispondo "lo sappiamo tutti che non hai amici" continua mia mamma molto simpatica "l'ho conoscuta oggi" dico e salgo in camera mia facendo scendere un'altra cascata di lacrime. Il solo ricordo di quei momenti orribili mi facevano venire il volta stomaco e abbassare la mia fiducia nelle persone.

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OFFLINE (hyunjin ff)
Fanficcapitoli giornalieri. Mi ero chiusa in me stessa e avevo creato un mondo parallelo dove tutto era più bello. Non sapevo più nemmeno cosa facesse ancora battere il mio cuore finché non inzió a battere di più con l'arrivo di qualcuno, e lì capii di es...