Cantami l'amore // Luigi

4. Vicinanza

POV'S LUIGI
Questa mattina mi sono svegliato molto presto, sono le 5.50, e nessuno è sveglio di solito a quest'ora.
Mi guardo intorno e vedo Tommaso, il mio compagno di stanza, che dorme profondamente. Si sveglierà insieme a tutti gli altri verso le 7.30, o anche più tardi dato che oggi è sabato e non abbiamo lezioni molto importanti.

Prendo il telefono per farmi luce, e mi alzo dal letto. Non voglio riaddormentarmi, mi conosco bene, e so che se ridormo poi mi sveglierò più stanco di quanto lo sono adesso. Decido di rimanere ancora per un po' in pigiama, ma di mettermi una felpa. Anche se siamo quasi ai primi di ottobre, a quest'ora c'è molto freddo.

Una volta uscito dal bagno e dopo essermi lavato la faccia, mi dirigo verso la cucina, passando tra le stanze. Arrivato in cucina, noto una tazza con dentro ancora un po' di tè caldo. Non ci faccio molto caso, sarà di qualcuno che ieri sera si è dimenticato di mettere la tazza a lavare.

Direi di prepararmi una tisana al lampone, la mia preferita. Apro la credenza, prendo la bustina e la immergo nell'acqua già un po' calda. Nel mentre creo uno schema mentale su quello che farò oggi. Di certo dovrò preparare il pezzo per la prossima puntata. Ci hanno chiesto una canzone a nostra scelta, dove possiamo scrivere anche delle barre. Credo che canterò A Mano A Mano di Rino Gaetano, ma non penso che ci scriverò sopra. È una canzone che mi sta particolarmente a cuore, e voglio cantarla così com'è.

Finalmente la mia tisana è pronta. Prendo la tazza e mi siedo nel tavolino, giusto per stare più comodo.
Una volta finita, noto dalla finestra le prime luci dell'alba. Io amo l'alba, molto più del tramonto. La prima l'ho sempre lasciata per me stesso e basta, il tramonto invece l'ho condiviso con una persona importante, che non mi è uscita facilmente dalla testa.

Mi affaccio nel cortile e seduta nel divanetto vedo l'ultima persona che avrei pensato di incontrare:
T/n.

La prima cosa che penso quando la vedo, è il fatto che sia bellissima. Ha una bellezza particolare. È speciale come persona. Indossa una maglietta a maniche corte rosina, ma che gli arriva fin sotto i fianchi, con dei pantaloncini corti neri. Sopra le spalle ha una coperta. Ha indosso degli occhiali da vista, non li usa spesso, durante il giorno preferisce usare le lenti a contatto. Ha le cuffiette collegate al telefono, starà ascoltando della musica, e nel mentre fissa il vuoto. I suoi capelli, anche se corti, le coprono leggermente il viso.

Mi avvicino a lei e quasi sobbalza quando mi vede. Per la sua reazione mi scappa una risata.

"Oddio Luigi Strangis, mi hai spaventata...che ci fai qui?" mi chiede sorpresa di vedermi, mentre toglie una cuffietta dall'orecchio.

"Dovrei farti la stessa domanda!" rispondo.

"Oh Bhe, vengo qui dall'inizio dell'edizione!" confessa sorridendo, ed anche io le sorrido.

"Posso sedermi?" le chiedo.

"Certo, vieni qui." dice facendomi posto.

Mi siedo e di istinto le metto il braccio intorno al collo. Non so perché io abbia fatto questa azione. Lei mi guarda e mi sorride, per poi fiondarsi sul mio petto per abbracciarmi, ed io ricambio l'abbraccio. Il suo profumo annebbia immediatamente i miei pensieri, è buonissimo.
Siamo abbracciati da un po' di minuti, ed io le sto facendo dei grattini nella schiena. Ad un certo punto mi viene in mente un'idea e rompo il silenzio.

"T/n, ti va di conoscerci meglio?" le chiedo e lei subito sorride.

"Perché ridi?" continuo io.

"Non so è una domanda strana, ma comunque si!" afferma.

"Ok bene, allora io ti faccio una domanda e tu mi rispondi, e poi fai la stessa cosa tu, ci stai?" le chiedo e lei annuisce, per poi staccarsi completamente dal nostro abbraccio, e sedersi con le gambe incrociate dirette verso di me. Se devo essere sincero, questo abbraccio è stato il più bello di tutti.