Ciao Simò,
Ho ponderato molto la scelta di scriverti questa lettera, ho passato giorni a chiedermi se quello che stavo facendo fosse la cosa giusta, per poi rendermi conto che sentivo l'estremo bisogno di dirti delle cose. Cose che non avrei mai pensato sarebbero riemerse, cose che non avrei il coraggio di dirti a voce perché sono sempre stato uno che non sa esprimere i propri sentimenti come si deve.
Devi sapere tutto quello che non sono riuscito a dirti quando ti avevo accanto e che mi sono pentito amaramente di non averti detto quando ti ho, purtroppo, perso.
E all'inizio, quando abbiamo litigato in via definitiva, mi dicevo che non dovevo starci così male, che era semplicemente un'amicizia finita come tante altre, o almeno questo era quello che mi imponevo di credere.
Poi un giorno, quasi per caso, mentre sistemavo il disordine nella mia stanza, ho trovato una foto, quella che scattammo insieme a Matteo e che avevo appeso alla parete di camera mia.
L'ho afferrata tra le mani, l'ho accarezzata con le dita, ho accarezzato il tuo viso con le dita, e senza neanche rendermene conto avevo preso a piangere, tanto è che una goccia bagnata di lacrime è scivolata sul foglio, cogliendo alla sprovvista persino me stesso.
Da quel momento non c'è stato un attimo in cui io non abbia pensato a te.
Ho realizzato che mi mancavi alla follia, che mi mancava tutto quello che facevamo insieme. Mi mancava il nostro modo di pizzicarci a vicenda per poi tornare sempre quelli di prima, mi mancava la nostra complicità che nemmeno credevo avessimo, mi mancavano le notti passate a dormire insieme così vicini da potersi sfiorare senza mai averlo fatto davvero, o le giornate di studio andate a monte per tutte le volte in cui abbiamo deciso che, mettere canzoni alla radio come sottofondo potesse essere una buona idea e che non ci avrebbe distratti.
Same bed but it feels just a little bit bigger now
Our song on the radio but it don't sound the same
Mi sono reso conto di quanto la cosa mi stesse divorando, quando parlando con Chicca e Giulio, non ricordo nemmeno perché, è uscito fuori il tuo nome e a me veniva quasi da vomitare.
La realizzazione che non facevi più parte della mia vita era troppo dura da sostenere, faceva troppo male la consapevolezza che fosse tutta colpa mia, che tu mi fossi scivolato tra le dita senza che io avessi capito nulla di ciò che eravamo, senza che io avessi capito nulla di ciò che ero io stesso.
When our friends talk about you, all it does is just tear me down
'Cause my heart breaks a little when I hear your name
Da allora i sensi di colpa per non averti dato la giusta importanza quando la meritavi si facevano sempre più forti, a tal punto che ho pensato varie volte di scriverti un messaggio per farti sapere che non ti avevo dimenticato, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo, nonostante cominciassi a capire quanto la mia vita senza di te avesse completamente perso di senso, di colore.
Tu che eri il colore nei miei giorni avvolti dal nero.
Da poco ho riflettuto su quanto io non riesca a trovare il mio posto nel mondo, un posto in cui sentirmi accolto e mai giudicato, e se prima di conoscerti pensavo a questo ipotetico posto come un qualcosa di fisico, una nuova meta in cui approdare senza guardarsi mai indietro, ad oggi penso che sia tu il mio posto nel mondo Simone, e che lo sarai sempre anche se io non sarò il tuo.