Aprí la guida è lessi l'introduzione che disse di andare nel bosco per trovare una altura nel terreno con una botola che conduceva ad un rifugio creato dall'autore del libro. Se sopravvivere vorrai - disse il libro - nella foresta andare dovrai. Ero molto confuso all'inizio ma poi mi feci coraggio e mi addentrai nella fitta vegetazione. Gli alberi erano blu ed erano luminosi e c'era un sentiero roccioso che conduceva nell'ignoto. Avevo paura e ovviamente lo seguì. Conduceva ad una collinetta con un cartello con scritto : NON ENTRARE. Presi il libro per controllare se era la botola giusta ma mi accorsi che era scomparso. Allora entrai nel cunicolo con un po' di paura perché era buio e a tratti scivoloso. Arrivai alla fine dove ad aspettarmi c'era una stanzetta molto graziosa e un uomo addormentato sul pavimento. Era sporco e aveva i vestiti strappati. Aspettai che si svegliasse ma mi addormentai prima. Al mio risveglio l'uomo mi stava esaminando con prudenza. Lo salutai e lui mi fece un cenno. Gli raccontai la mia storia e lui sembrò esserne colpito e mi propose di restare lì per la notte. Accettai e gli chiesi se c'era qualcosa di commestibile in dispensa poiché ero molto affamato. Mi rispose dicendo che sapeva che non avrei gradito le pietanze. Io non mi preoccupai ma quando tornò mi passò la fame. In un piatto di bronzo c'erano dei semi azzurri che sbrilluccicavano e dei salmoni marroni che erano ancora vivi e mi fissavano mettendomi i brividi. Mi disse che erano semi di geltus, una pianta esotica di quel posto che si trovava sotto terra. Li assaggiai e notai che avevano un retrogusto di caffè. Mi alzai e mi girava la testa, caddi a terra, e svení.