𝚑𝚒𝚜 𝚎𝚢𝚎𝚜 𝚝𝚘 𝚊 𝚜𝚝𝚞𝚍𝚎𝚗𝚝

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[he/him]

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Trentacinque anni sono quell'età in cui hai la vita completamente sotto controllo.

Non sei vecchio, non sei giovane.

Non sei incastrato nella routine, non sei distrutto e schiacciato da decenni di ripetizione, non sei annichilito e alienato da qualcosa che non sai più come cambiare, ma non sei nemmeno precario, incerto, insicuro di quel che ti attende.

Non sei svolazzante e variabile come un ventenne, non sei noioso e stanco come un quarantenne.

Sai quel che vuoi, gran parte l'hai già. Sai quel che hai dato, non c'è molto altro che tu possa dare. Hai l'esperienza, ma hai anche il margine della novità, hai la calma stabile ma anche l'emozione passeggera, hai il controllo, sia su quello che è, sia su quello che potrebbe essere.

Trentacinque anni sono quell'età dove sai dove stai andando a parare.

Dove sai quello che fai.

Dove sai chi sei, come sei, chi e che cosa porti e chi e che cosa perdi, a cosa torni, a cosa aspiri.

Trentacinque anni sono un'età controllata.

Io, io ho trentacinque anni.

Apro la porta dell'aula con tutta la calma del mondo, percorro pochi passi sul pavimento chiaro con il volto rivolto alla scrivania, lascio scivolare via la tensione dalle mie spalle e sospiro, nel silenzio più tombale, mentre cammino.

Io so chi sono.

Credo lo sapessi anche quando avevo diciannove anni, quando ho scelto di studiare quel che ho studiato, ma ora lo so meglio, ne sono molto più certo.

Sono Kuroo Tetsurō, la promessa del mondo della Chimica giapponese, lo scienziato, quello che si è laureato in anticipo, quello che non manca ad una festa ma al contempo ha un più che ottimo rendimento universitario, quello che piace, quello che fa scena.

Sono quello che ha fatto la magistrale dopo la triennale e la magistrale dopo la magistrale, quello del dottorato, quello del dipartimento, quello del corso, quello che chiamano a lavorare, quello che adorano, quello che insegna.

Sono quello alto, quello bello, quello affascinante che attira gli studenti degli altri corsi.

So chi sono.

E lo sanno anche gli altri, lo so come so che l'aula in cui entro è muta, perché tutti stanno guardando me.

Ho sempre amato la Chimica. Non so perché, so che è sempre stato così. Mi è sempre riuscita bene, nelle sue formule dritte e nei suoi calcoli sperimentali, è sempre stata il mio più grande talento. Ho sempre saputo che sarebbe stata il mio futuro.

Non credevo che fare il professore universitario lo fosse, ma le cose certe volte prendono strane pieghe, e questa, a ragion veduta, non è nemmeno stata poi così male.

Poso la cartella sulla sedia, mi tiro indietro i capelli con la mano, sono passati anni e sono meno indomabili, ma continuano ad essere strambi nel loro colore nero pece anche adesso, che ho trentacinque anni.

Mi slaccio i polsini della camicia.

Tiro su le maniche.

Riconosco distintamente il rumore di una risatina femminile verso il fondo dell'aula, sorrido d'istinto, so che effetto faccio ai miei studenti, non è nemmeno più una sorpresa, più un rassegnato orgoglio che ribolle nel petto, un divertimento innocuo, niente di che.

teacher's pet || kurokenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora