Anna si alzò di botto dal letto in cui si ritrovò: si trovava in una stanza abbastanza fredda, che in realtà era una grotta, in cui c'erano dei cristalli conficcati nelle rocce, delle armi appoggiate al suo letto e dei cavalli che si sentivano nitrire dalla piccola finestra dietro di loro. Non pensava come fosse arrivata lì, ma piano piano si ricordò. Dopodiché si voltò alla sua destra e vide suo fratello disteso su un letto identico al proprio, in pietra, con le sue armi appoggiate su di esso. Egli aveva una coperta fatta di una strana pelliccia sopra di lui. Lei pensò subito al peggio, saltò immediatamente sopra di lui e incominciò ad urlare
-Nathan! Svegliati!-
ma niente, poi, con un ennesimo urlo, lui si svegliò, guardò la sorella sopra di lui, sbadigliò e poi esclamò
-buongiorno sorellina... dove siamo e cos'è succes...-
ma neanche tempo di finire la frase che si beccò un sonoro schiaffo sulla faccia. Anna stava piangendo e diede quella sberla a Nathan perché pensava che lo facesse apposta, ma poi si ricordò che suo fratello aveva il sonno pesante così lo abbracciò e gli disse sempre con le lacrime agli occhi
-scusami... pensavo fossi morto... non farmi più questi brutti scherzi...- Nathan si mise a sedere e l'abbracciò anche lui più forte che poteva e le sussurrò
-ti voglio bene, sorellina, e ti prometto che non ti abbandonerò mai-
stesero abbracciati così sul letto per qualche minuto, poi la porta si aprì ed entrò una donna. Era una donna pressocché identica a l'entità femminile che avevano visto dentro la stalla, solo che non aveva quell'aspetto diafano, ma aveva la pelle chiara, i capelli biondi raggruppati in una coda, gli occhi verdi, le sopracciglie che non davano nessun segno di arcuatura, completamente oblique, le orecchie stranamente a punta e vestiva con una veste fatta di una quasi aliena pelle verde.
-Enam munob-
anche la sua voce, come l'aspetto, sembrava di una ventenne. I due gemelli comunque non capirono ciò che aveva detto, allora la donna ripetè con un accento stranissimo
-Buongiorno, mi dovete scusare, ma non sono molto abituata a parlare la vostra lingua-
e si inchinò come facevano le dame di corte un tempo, poi Nathan curioso esclamò
-assomiglia molto alla donna che ci ha accompagnati fin qua-
subito ella si ricompose e rispose
-sì, lei era un mio clone, tuttora è ancora sulla Terra per mantenere in vita degli ologrammi che vi rappresentano, per non destare troppi sospetti-
-ed un'altra cosa- domandò Anna -di che materiale è fatta la sua veste?-
la donna sorrise e poi disse
-vedo che siete molto curiosi, d'altronde come non biasimarvi: siete in un posto nuovo... comunque è fatta di pelle di dinosauro-
-pelle di dinosauro?-
chiesero sorpresi i due gemelli, la donna sorrise ancora e rispose
-è una lunga storia e se vorrete saperla, seguitemi-
aprì la porta e poi disse come ricordandosi di qualcosa
-ah, io mi chiamo Micaiah, piacere-.
Seguirono Micaiah e si ritrovarono in una grande stanza, un tempio molto probabilmente, ma sempre scavato dentro la roccia. In fondo alla sala c'erano tre donne simili a Micaiah ma molto più anziane sedute su tre troni fatti di ossidiana. Appena entrarono nel loro campo visivo, esse dissero
STAI LEGGENDO
I due gemelli
FantasyDue pianeti, due gemelli, due cuori, un solo destino. La solita e monotona vita dei due gemelli Nathan ed Anna viene sconvolta da una dura guerra che avviene ad anni luce dal pianeta Terra, su Aret. Lì i due gemelli diventeranno l'arma mortale princ...