2 Luigi

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Era uscita,leggera come una farfalla nella brezza dei primi giorni di primavera.. era uscita senza che io potessi dire o fare niente.. La guardavo,stretta al suo inseparabile maialino rosa, come se niente e nessuno potesse davvero darle conforto.

"Rimane Dario" eccole le parole che non avrei mai voluto sentire,una stilettata in mezzo al torace,così profonda da togliermi il respiro,da paralizzarmi..non potevo crederci,lei ,la ballerina dell'Opera di Parigi se ne sarebbe andata in punta di piedi ,così come era entrata in casetta e nel mio cuore, la vedevo mentre ,fermo nella mia incredulità, respirava piano, forse libera dalle paure, libera da quel peso che la competizione più volte aveva rischiato di abbattere.

Ero rimasto fermo mentre gli altri la abbracciavano,lei ,che era entrata nel cuore di tutti,lei che aveva abbattuto il muro di cemento che mi ero creato intorno.
Le sue ultime parole me le sono impresse nella testa e incise a fuoco nel cuore "Vinci" ,un sussurro che mi aveva acceso la speranza, non pensavo mi avrebbe parlato mai più, troppa profonda era la ferita che le avevo procurato,ma non avevo fatto i conti col suo cuore puro e coraggioso.
Lei non conosce il rancore,lei non sa cosa sia l' indifferenza,avrei dovuto immaginarlo, avrei dovuto capire che, nonostante tutto,sarebbe rimasta ferma, impavida e forte così come avevo imparato ad amarla.

Mentre l'accompagnavo alla porta ,non riuscii a dire nulla, si girò un'ultima volta verso di me ,gli occhi gonfi di lacrime,ma fieri ,mi aveva guardato per un tempo infinito,senza parlare, sembrava quasi volesse fare una foto ricordo,come quelle che aveva appeso sopra il letto, l'ennesima parte della sua vita da documentare e portare dietro con sé negli innumerevoli viaggi che avrebbe fatto.

Cavolo parlavamo del Balletto di Roma ,un sogno diventato realtà,un ruolo da protagonista a soli 20 anni.. avrebbe volato come solo lei sapeva fare e io? Avrei solo potuto sperare di poter fare parte di quel volo,volevo farne parte,ma le parole non erano uscite ,chiuse dalla paura di non riuscire ad esprimerle senza scoppiare a piangere.
Ci sarebbe stato il modo e il tempo,ne ero certo,anzi avrei fatto in modo di trovarlo a costo di raggiungerla ovunque lei sarebbe andata.
La porta si era chiusa ed io ero rimasto fermo, come a sperare in un suo rientro,in uno sbaglio dei giudici,in uno scherzo...non so per quanto io sia rimasto lì,impalato davanti a quella maledetta porta che l'aveva chiusa fuori dal mio piccolo mondo sicuro. Quando finalmente avevo deciso di muovermi,mi ritrovai davanti Albe,mi guardava senza dire nulla,sornione e soddisfatto..non mi disse nulla,si avvicinò con cautela e senza parlare ,mi abbracciò, dandomi modo di sfogare le lacrime che ,fino ad allora ,non ne avevano voluto sapere di scorrere sul mio viso...

Non Aver PauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora