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[MATTINA]

Cerco a tentoni il telefono con gli occhi ancora chiusi. La sveglia sta cercando di entrarmi nel cervello e quando riesco finalmente a spegnerla mi concedo qualche attimo si silenzio prima di alzarmi con uno sbadiglio. Avanzo verso il bagno come uno zombie e mi sciacquo il viso. Do un'occhiata ai miei capelli, felice di constatare che riacquisito la loro posizione consueta, sebbene molto arruffati. Mi preparo sentendo dei rumori provenire anche dalla stanza di mio fratello. Menomale, non avevo alcuna voglia di svegliarlo...la mattina siamo piuttosto irritabili. Metto l'uniforme, mi pettino e applico un filo di eye-liner e mascara per far risaltare gli occhi dorati. Controllo lo zaino nonostante sia quasi vuoto e lo porto in salone prima di sedermi per fare colazione.
"Giorno Denki" lo saluto prima di constatare "Stai bene in uniforme!"
"Grazie sorellina, tu no."
Alzo gli occhi al cielo e inizio a mangiare. Fare colazione insieme è un rito che non saltiamo mai. Lo troviamo un bel modo di stare insieme.
"Mi sa che dobbiamo andare." mi dice dopo un pò.

Una volta pronti usciamo di casa e ci incamminiamo verso la U.A., la nostra scuola.
È davvero imponente, bellissima. La nostra sezione è la A e la cerchiamo tra i corridoi larghi e i diversi piani. Quando riusciamo a trovarla rimango stupita dall'altezza della porta che tocca il soffitto.
"Accidenti..." mormoro entrando, seguita da mio fratello. Qualcuno è già arrivato. Ad attirare la mia attenzione è un ragazzo seduto in silenzio al suo posto, con i capelli metà bianchi metà rossi ed una grande ustione sulla parte sinistra del viso. Vado verso di lui perché il mio banco è proprio davanti al suo e poso lo zaino.
"Ciao, piacere" gli dico sorridendo. Mi guarda confuso per un istante, mormora qualcosa che credo dovrebbe essere un saluto e torna ad ignorarmi. Dopo questo tentativo fallito cerco mio fratello con lo sguardo e lo trovo intento a ridere e scherzare con un ragazzo dai capelli rossi a punta e dall'aria amichevole. Mi viene da sorridere: per lui fare amicizia non richiede alcuno sforzo, si sa far voler bene dal primo istante.
"Ehy, disturbo?"
Alzo lo sguardo. Davanti a me c'è un ragazzo non molto alto dai capelli lisci e neri e gomiti piuttosto sviluppati: di sicuro qualcosa collegato alla sua unicità.
"Certo che no" rispondo con un sorriso.
"Mi chiamo Sero Hanta" risponde.
"Piacere, io Kaminari Raikō"
"Tu e tuo fratello vi assomigliate moltissimo e quei fulmini sono davvero carini!"  commenta riferendosi alle mie corna. "A cosa servono?"
"Oh, servono a captare i movimenti e il numero di potenziali persone in una stanza o un'aerea attraverso gli impulsi elettrici del loro sistema nervoso. Inoltre mi permettono di creare uno scudo di elettricità per proteggermi," spiego "e grazie mille per il complimento" gli dico arrossendo. Solitamente non ricevo complimenti quindi non sono abituata.
Alla fine scopro che Sero ha un quirk chiamato Tape, grazie al quale è in grado di sparare una sostanza simile al nastro adesivo dai gomiti.
Interrompiamo la nostra conoscenza quando il professore entra in classe. Ci sediamo ai nostri posti e cala il silenzio.

𝘈 𝘴𝘮𝘢𝘭𝘭 𝘦𝘭𝘦𝘤𝘵𝘳𝘪𝘤 𝘴𝘩𝘰𝘤𝘬 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora