18 aprile

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Io non so che ci faccio qua.
È pure extra fluff, non so da dove viene questo miele, io non sono sentimentale per niente. Vi giuro che ho l'ansia a pubblicare sta cosa, quindi non leggete (non è psicologia inversa, non fatelo davvero)
Ultima cosa e poi giuro sto zitta: non mi pare di aver letto una storia con questa trama. Nel caso ci fossero, sappiate che non è stato assolutamente intenzionale.
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Quindici.
Oggi, 18 aprile 2023, sono quindici anni dalla morte della persona più importante della sua vita. Il che è quasi paradossale, considerando che fino all'anno prima Simone non sapeva della sua esistenza.
O meglio, non lo ricordava.
Non che lo abbia scelto di proposito, il non ricordare, sia chiaro.
I ricordi sono in costante movimento: si scompongono e ricompongono continuamente, arrivando ad assumere anche sembianze lontane da quelle originali. Delle volte però, quando questi sono troppo dolorosi, quando il solo pensiero di rievocare con la mente quel determinato episodio, o quel periodo della vita, ti opprime a tal punto da impedirti di stare al mondo, il cervello si protegge.
Protegge sé stesso da un dolore che si rivelerebbe troppo grande da affrontare e lo fa, semplicemente, dimenticando.
La sofferenza, però, non è mai veramente dimenticata.
Rimane lì, da qualche parte, a pesare.
Ti rende difficile vivere nel presente, sopraffatto da uno stato di paura costante che, all'apparenza, non ha motivo di esistere.
Simone, il motivo, l'ha scoperto a 17 anni.
Ed è da poco più di 365 giorni che sta riabituando la sua persona a sentirsi padrona di sé stessa, del suo corpo e della sua mente.

Il rumore di un motore per lui oramai inconfondibile ruppe la quiete in cui era immersa Villa Balestra. Non dovevano vedersi quel giorno, non che lui ne fosse al corrente per lo meno.
Qualche minuto dopo sentì la sua voce disperdersi per le scale e Manuel, senza bussare -lui non conosceva il concetto di privacy-, entrò nella stanza piazzandosi al centro con le mani nascoste dietro la schiena.

"Non bussare mai tu eh"
"Ancora con sta storia Simò? No, non busso"
Sospirò esausto, era inutile anche solo parlarne ormai.
Nonostante la sua solita faccia da schiaffi a Simone, Manuel, parve quasi emozionato.
"Che c'hai lì dietro?" si spostò verso destra per controllare meglio.
L'amico teneva tra le dita un diario nero, non troppo grande, dalla copertina morbida e la chiusura a bottone.
"È Il tuo regalo di compleanno"
Simone glielo sfilò subito dalle mani, curioso di aprirlo, ma non fece in tempo a sfibbiarlo che venne subito bloccato.
"Non davanti a me Simò, leggilo quando sei solo"

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Il sole era tramontato da quasi un'ora e Manuel si era ormai avviato verso casa sua.
Simone fece come richiesto e per il tempo passato insieme in camera, che in realtà fu poco, tenne il quadernino chiuso sulla scrivania aspettando il momento in cui, da solo, avrebbe potuto scoprine il contenuto.
Si alzò per chiudere la porta della sua stanza a chiave, per non essere in alcun modo disturbato, e tornato a letto, aprì il diario.
Notò come la prima pagina fosse priva di data e le parole cominciavano ad occuparla dal centro, come se fosse una dedica.
Cominciò a leggere.

"Ciao Simò. Volevo dartelo il giorno del tuo compleanno questo diario, in teoria dovrebbe essere il tuo regalo. Poi però ho pensato che forse ti sarebbe servito più oggi, nella speranza che possa sollevarti il morale, almeno un minimo. E se è vero che eravamo destinati ad incontrarci, come io credo, mi sembrava giusto includere anche tuo fratello e ringraziarlo, in qualche modo.
Buon compleanno (in ritardo), Manuel"

La pagina seguente aveva un'impaginazione diversa rispetto alla prima: cominciava dal bordo sinistro in alto e riportava una data nel lato opposto.
30 marzo 2022
Sinone si prese del tempo prima di leggere.
Ricordava bene quel giorno e soprattutto il successivo. Quel discorso dopo la litigata in garage non venne mai più riaperto e vedere quel numero scritto, nero su bianco, riaprì presto in lui una ferita che ancora non si era cicatrizzata del tutto. Anche se Simone si era ormai rassegnato all'idea che questa, probabilmente, non sarebbe mai guarita.
Si prese di coraggio e iniziò a leggere.

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