«Ma ti muovi!!» dice mia madre sulla porta del bagno. Bussa. Bussa. Bussa. Martella la mano sulla porta. Sta solo amplificando il mio mal di testa. «Ora esco!» urlo in risposta. Mi asciugo le lacrime dal viso e mi guardo di nuovo allo specchio. Inevitabilmente scoppio a piangere, di nuovo. Mi accascio lungo la porta. Le mie lacrime sono salate e calde. Mi fa male il cuore. Non so se per le troppe emozioni, per il troppo dolore, o per un problema fisico.. So solo che ho un macigno all'altezza del cuore, e mi fa malissimo. Stringo di nuovo quell'oggetto che mi ero ripromessa di buttare. «Esci da lì!» dice mia madre, e cerca di aprire la porta. Eh, no, mamma. È chiusa a chiave. Come ci si sente, a non riuscire ad aprire una porta? Brutto, eh? Lo sento tutti i giorni. Affondo la lametta più in profondità. Faccio dei tagli verticali, più difficili da "ricucire". Apro l'acqua della vasca da bagno. Bollente. Sono piena di sangue, e ancora me ne sta uscendo. Rileggo ancora una volta la lettera e la infilo sotto la porta, a metà. Mi immergo nella vasca. Il sangue sgorga più velocemente. Mi gira la testa. Inizio a vedere a chiazze scure. «Apri! Ti prego, apri!» mia madre sta piangendo, picchia con forza la porta. Vorrei tanto stringerti, mamma. Vorrei tanto riuscire a mettermi in piedi e ad aprire quella porta, ma non ce la faccio. Allora infilo la testa sott'acqua: le tue urla non mi sono mai piaciute. L'acqua è rossastra. Pian piano il rossastro si trasforma in un rosso acceso, mentre io mi spengo. Faccio in tempo a cogliere un'ultima frase: «Non sei un disastro.. sei la persona più forte e fantastica del mondo» e mi addormento così, col sorriso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 27, 2015 ⏰

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