"Prima comunque non mi hai spiegato per bene cos'è l'amore..." e beve un sorso dalla sua tazza decorata da dei deliziosi fiorellini rosa ed azzurri.
Mi prende decisamente alla sprovvista:vorrei poterle dare una definizione da vocabolario, ma non ci riesco.
"Beh, l'amore, per quanto sia significativo per me, é comunque un mondo forse troppo grande da poter spiegare brevemente in una poesia, una canzone o quant'altro..."prendo la mia tazza tra le mani e ci sfrego le mani,"Rebecca,non so come spiegarlo, dimmi, cos'è per te l'amore?"e inspiro quel dolce profumo che viene dalla tisana.
"Amore sono quelle effusioni" a 'effusioni' fa il gesto per indicare le virgolette "che si scambiano le coppiette sulle panchine del parco, no?"
"Potrebbe essere...Continua!"
"Amore é quello che senti quando desideri solo poter accogliere tra le tue braccia, amore é quando non senti più il tuo cuore battere, nell'intero universo esiste solo lui, nient'altro."
"Oh, amore é questo, ma anche quando ti senti di dover mettere la sua felicità davanti alla tua, anche quando ti senti persa e...E anche..."ho un groppo alla gola, non me la sento più di parlare, ma per Rebecca devo.
Mi sta guardando con fare dubbioso, vuole dirmi o fare qualcosa ma non fa niente...
"Cioè, alle volte capisci che l'amore..."poso la tazza sul tavolino, non mi sento nemmeno più le mani"...Perché l'amore...".
Amore, amore...
Mi ronza in testa solo questa parola e tanti, troppi ricordi legati ad essa!
"Ci sono nonna!
Amore é quello che vedo nei tuoi occhi, non é solo spensieratezza e tante belle cose, é anche la tristezza e la malinconia, la frenetica voglia di incontrare quella persona che ti fa sentire piena, soddisfatta di te, te stessa...
Oh nonna, te sei l'amore, assieme al nonno, finiamola qui."
E piango, non ci sono parole più vere...
É che davvero, senza di lui, io sono persa, vivo male...
Ma vivo, vivo male, ma vivo.
Alcune lacrime stanno correndo sul mio viso, devo nasconderle subito, Rebecca non deve vedermi in questo stato.
"Rebi, ti scoccia se vado un attimo a fare un pisolino?
Credi di aver ancora bisogno di me per la poesia?", sorseggio velocemente dalla mia tazza, questa tisana voglio finirla il più presto possibile, il suo sapore sta diventando davvero amaro.
"No nonna,vai tranquilla!" e mi schiocca un bacetto sulla guancia che mi fa sorridere un po'.
Perché io sono fatta così: qualsiasi momento io stia passando, un ,anche piccolo, gesto di affetto mi fa stare meglio.
Prendo per l'ultima volta la tazza in mano e vado verso il lavandino della cucina, ce lo appoggio, il rumore metallico provocato da quel contatto mi urta.
"Non fare così: smettila!",ho le mani che coprono le orecchie, quel suono é così terribile per me...
*ding* *tring* *ding*
"Ti prego" e continua.
*ding* *ding* *ding* *ding*
"Basta!" e corro verso di lui "La ritroveremo, lascia che chiami un idraulico..."
E lui smise, posò quell'arnese di ferro un'ultima volta sul lavandino "E così ti ritroverei dei nuovi occhi puntati sul tuo culo?",prende fiato, questo continuo battere ha stancato perfino quella sua mano da abile lavoratore.
"Sul mio culo?"
"Sì" punta lo sguardo sul mie sedere "su questo didietro, che é concesso solo a me di vedere, che sono tuo marito."
"Ma dai, non penserai mica che quel signore stesse..." lo vedo annuire.
Però vabbè, lo capisco: mi ha beccato un paio d'ore fa con un idraulico, che lui identifica come 'sconosciuto', alle prese, insieme a me alla ricerca della mia fede nuziale.
"Qualsiasi uomo, alla vista di una bella ragazza come sei te, potrebbe fare cose strane e magari te non potresti nemmeno accorgertene!"
Siamo uno di fronte all'altro, io appoggiata al muro, lui appoggiato al lavello.
Il silenzio fa da padrone in questo momento e non lo sopporto, devo poter dire, poter fare qualcosa!
"Giacomo, scusa." le mie braccia incrociate sotto il mio seno si aprono e cadono lungo i miei fianchi "Avrei dovuto dirtelo subito che avevo perso l'anello, ma avevo paura della tua reazione, pensavo che ti saresti arrabbiato terribilmente con me e..." perché sta roteando gli occhi per aria, ah giá, lui tutte queste cose immagino che giá le sappia.
"E tu non sopporti vedermi arrabbiato, lo so..." ha ancora un'espressione annoiata, come di chi non vorrebbe sentire certi discorsi.
"Giacomo, guardami ti prego!"e poggio il mio indice destro a lato del mio occhio destro, come a indicargli quale punto guardare. "Ricomprerò da sola l'anello, non preoccuparti:la colpevole sono io ed é giusto che finisca così."
La sua espressione non é cambiata più di tanto, perché?
"Amore, che succede?" non mi risponde.
"Eilà, c'é nessuno in casa?"
Pensavo di farlo sorridere dicendolo, ma niente, resta lì, immobile, silenzioso.
"Ho solo paura di perderti,tutto qui."
"Oh amore," lo sto abbracciando "non devi aver paura, se mi sono sposata con te vuol dire che io desidero averti al mio fianco e lo stesso te,no?"
"Certo" accenna a un sorriso.
Lo prendo per mano "Ora ti dimostro quanto ti voglio tutto per me!", andiamo in camera da letto, finalmente sorride.
E io quel sorriso meraviglioso glielo sto baciando, sono felice.
Questo sorriso é la mia vittoria dopo questa piccola guerra fatta di silenzi ed insicurezze, le sue ma anche le mie.
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Finchè morte non ci separi
RomanceA raccontare la storia é Elena,una ormai vedova che si ritrova a fare i conti con la solitudine e il vuoto che suo marito Giacomo ha lasciato in lei. Non le restano altro che i numerosissimi ricordi.