◆︎Tre◆︎

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Il terzo dei sette: Kim SeokJin

La faccia di SeokJin era di pura rabbia mentre camminava per il lungo corridoio della sua villa da quaranta milioni di dollari, aveva le sopracciglia aggrottate e le mani strette a pugno lungo i fianchi e imprecava ad alta voce.

''Quel moccioso!'' Sputò, sistemandosi il suo papillon ben annodato. ''Giuro su dio che se questo non è una sorta di scherzo...''

Jin fece scorrere una mano tra le serrature viola prima di aprire la porta della sua stanza di sorveglianza.

Gli uomini che erano seduti all'interno della stanza non alzarono lo sguardo al suo arrivo, come se si aspettassero che sarebbe passato dopo aver ricevuto le notizie.

Gli occhi dell'uomo dai capelli viola si strinsero pericolosamente mentre posava le mani sullo schienale di uno dei sedili in pelle in cui sedevano i suoi uomini, i suoi occhi castano dorato scrutavano i monitor posizionati sulla grande scrivania di fronte a lui.

Rovine.

Caos,

Queste erano le due cose che vedeva SeokJin.

Fuoco e distruzione ricoprivano la sua vista, cercava di controllare la rabbia indurendo la mascella visto che la rabbia aumentava ogni secondo in più che passava.

A differenza di tutti gli altri boss mafiosi della città di Seoul, SeokJin non aveva costruito il suo impero. Era gia nato dentro l'impero. Aveva ereditato l'attività di famiglia da suo padre che era morto quando Jin aveva solo sedici anni. Era morto con un colpo di proiettile in testa.

Dal momento che SeokJin proveniva dai ''Vecchi soldi'', era uno dei criminali più ricchi al mondo, e di certo non era modesto al riguardo.

Mentre il resto dei boss mafiosi si comportavano da delinquenti -vendendo droga, sporcandosi le mani e così via- Jin manteneva un atteggiamento elegante. Non gli era mai importato molto della parte più importante degli affari e spesso lasciava che fossero i suoi uomini ad occuparsi di quel tipo di attività mentre lui si godeva i benefici.

Non era abituato a sporcarsi le mani o i vestiti con il sangue. Quindi, se qualcuno provava a fregarlo, si limitava ad assumere qualcuno per farlo fuori in modo da non essere lui stesso a farlo.

Si considerava un gentiluomo. Organizzava sempre delle feste regali, invitando persone appartenenti al ceto sociale alto a partecipare e condividere alcune conversazioni con lui.

Era il suo passatempo preferito.

Amava indossare i bei vestiti e presentarsi nelle compagnie dei ricchi e dei nobili. Amava ballare la musica classica. Amava avere le donne ai suoi piedi grazie al suo charm. Amava qualsiasi dettaglio di tutto questo.

Questi due lati erano la sua vita.

E qualcuno aveva deciso di distruggerne uno.

''Lo ucciderò.'' Sputò Jin mentre osservava la carneficina della gloriosa sala da ballo dove si tenevano tutte le sue feste.

In questo giorno particolare, Jin era in ritardo alla sua festa e ringraziò Dio di esserlo.

Ricevette una chiamata da uno dei suoi uomini, che lo informava dell'esplosione che aveva distrutto l'edificio e ucciso tutti i suoi ospiti.

Era infuriato.

Ma aveva un'idea di chi poteva avergli fatto tutto quello...e non avrebbe permesso che se la cavasse facilmente.

Con un forte ringhio di rabbia, SeokJin si precipitò fuori dalla stanza, le mani frugavano tra le tasche del blazer.

I suoi uomini lo seguirono, i loro piedi stavano al passo con i suoi mentre lui spalancava le porte del suo ufficio.

Tirò fuori il cellulare, premendo la sequenza di numeri famigliari e si portò il dispositivo all'orecchio.

''Signore, crede davvero che qualcuno la stesse tenendo d'occhio-''

Seokjin interruppe l'uomo alzando un dito in aria, facendo segno di chiudere la bocca.

L'uomo annuì con la testa, tendendo le spalle.

Jin ascoltò il telefono squillare, i suoi occhi si strinsero in piccole fessure quando risposero alla telefonata.

''Tu piccolo moccioso!'' Urlò SeokJin al cellulare.

I suoi uomini lo guardavano con una leggera confusione negli occhi, ma nessuno di loro si azzardò a parlare.

''Zitto!'' Ruggì Jin a chiunque si trovasse dall'altro lato della linea. ''Questo è inaccettabile! Hai superato il limite questa volta!''

Passò qualche minuto di silenzio mentre l'uomo dall'altro lato del telefono parlava.

SeokJin scosse la testa.

''Sei un uomo morto.'' Ringhiò. ''Ti ucciderò con le mie stesse mani.''

Le guardie deglutirono a fatica per la paura.

SeokJin ridacchiò cupamente per qualcosa che aveva detto l'uomo al telefono.

''Mossa stupida.'' Disse. ''Ti incontrerò lì.''

Con queste ultime parole, Jin chiuse la chiamata, sbattendo il cellulare contro il legno della sua scrivania.

Una delle sue guardie fecce un passo avanti.

''Va tutto bene signore?'' Chiese.

Jin fece uscire un sbuffo d'aria prima di guardare l'uomo.

''Preparate la macchina. Ho alcuni affari da sbrigare.''

L'uomo annuì.

''In che posto volete che dica all'autista di portarvi, signore?''

SeokJin fece scorrere una mano fra i suoi riccioli viola.

''Al Wings Strip Club.''

[Sei ore prima di te]

𝑻𝒉𝒆 𝑺𝒆𝒗𝒆𝒏//𝑩𝑻𝑺𝒙𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓 (𝑰𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂𝒏 𝑻𝒓𝒂𝒏𝒔𝒍𝒂𝒕𝒊𝒐𝒏)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora