Encantat

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Incantata

La mattina successiva mi svegliai e la prima cosa che notai fù la pioggia che scorreva fuori dalla mia finestra.

Quella mattina, per essere settembre era parecchio freddo. Amavo la pioggia, mi rilassava e per quanto io avessi paura dei tuoni amavo le giornate di pioggia, amavo starmene in sala e vedere la pioggia scorrere al di fuori dell'edificio, amavo sentire la musica tuonare nella stanza accompagnata dai tuoni che rimbombavano fuori dall 'accademia. Solo io, la danza, la musica e la pioggia.

Mi preparai e mi avviai verso la fermata dell'autobus;odiavo svegliarmi presto la mattina al novantanove percento. Il restante un percento era aprire Spotify e godermi la musica. Quello era l'unico aspetto della mattina che mi piaceva.

La sera precedente però mi ero dimenticata di mettere in carica il telefono, lo avevo completamente dimenticato quando ero con Virginia, perciò quella mattina non avevo neanche la possibilità di ascoltare la musica. In compenso potevo ascoltare il rumore della pioggia, osservare le goccioline scendere sul più finestrino dell'autobus e osservare il traffico di Roma che era sempre presente, ma quando pioveva sembrava moltiplicarsi.

Una volta arrivata alla fermata dove dovevo scendere tirai su il cappuccio della mia felpa e scesi dall'autobus dirigendomi verso il cancello,che dava sul cortile della scuola;cercai con gli occhi Chiara fino a quando non mi imbattei in due occhi azzurri che mi stavano già guardando.

Rimasi incantata , rimasi come intrappolata in quei due occhi di ghiaccio. Lo osservai meglio e mi resi conto di non averlo mai visto, perciò pensai che fosse nuovo. Portava un cappellino nero da cui spuntavano dei ricci; una felpa rosa con sopra un giubbino nero smanicato; dei pantaloni beige e aveva uno zaino sui toni dell'azzurro e del rosa. Era uno stile diverso, bello, particolare.

Non so per quanto i nostri occhi rimasero incastrati tra di loro, secondi, minuti... So solo che distolsi lo sguardo solo quando sentii Chiara chiamarmi e la vidi venirmi in contro con un ombrello.

"Ehi ama, ma dove eri finita? ho provato a chiamarti un sacco di volte stamattina"

"Scusami ama davvero, ieri sera dalla stanchezza ho dimenticato di mettere in carica il telefono"

"Tranquilla. Senti stasera ceniamo insieme? Devo raccontarti una cosa"

"Certo, facciamo da me? Ma che mi devi raccontare?"

"Si, così finalmente posso mangiare la buona cucina di Susi; ti racconterò tutto stasera anche perchè ora non abbiamo tempo visto che che alla prima ora abbiamo ginnastica e dobbiamo muoverci ad andare in palestra"

Quando girai lo sguardo verso l'entrata notai l'assenza del ragazzo dagli occhi di ghiaccio, ma decisi di non pensarci perché non lo avrei visto.  Insomma Roma era una città molto grande perciò le possibilità di rivederlo anche se a quanto pare va nella mia stessa scuola, sono davvero poche.

La mattina passò tranquillamente, le lezioni susseguirono una dietro l'altra molto tranquillamente. Giulia non rincontrò più quei due occhi di ghiaccio ne a ricreazione quando scese in cortile col suo gruppo, ne all'uscita; decise di non pensarci e di dirigersi verso l'accademia; quel giorno avrebbe avuto quattro ore di danza di cui una di classico, una di moderna e infine due di hip pop, una dietro l'altra senza nessuna piccolissima pausa.

Amava moderna e hip pop, li si poteva letteralmente sfogare, tirare fuori tutta l'energia che aveva dentro ,amava un po' meno classico, non amava particolarmente la sbarra anzi per niente e neanche il riscaldamento o gli esercizi al centro ,ma sapeva che il classico era la base, era perciò fondamentale anche se lo faceva con meno gioia con cui faceva tutti gli altri stili, lo faceva per lei e per il suo sogno.

Una volta uscite dall'accademia Chiara e Giulia erano distrutte ma felici;la felicità che si provava dopo aver passato ore senza fermarsi mai un minuto, faticando, sudando, era una felicità che in pochi potevano capire; erano felici perchè anche se avevano passato quattro ore stancanti ,le avevano passate facendo quello che amavano di più e divertendosi.

"Hola amor, hola Chiaretta" disse Susi una volta che notò l'entrata delle due ragazze all'interno della Casa Stabile
"Hola mama"
"Susiii non puoi capire quanto mi mancava la tua cucina!!!" disse Chiara andando subito ad abbracciare Susi.

Chiara era parte della famiglia,era come una seconda figlia nella famiglia Stabile e la stessa cosa valeva per Giulia nella famiglia Porchianello.

"Grazie Susi davvero, come sempre è stato davvero tutto buonissimo" disse Chiara una volta finito di mangiare
"Mama papà noi andiamo a fare un giretto per la zona con Gas Gas va bene?" disse Giulia
"Si andate pure" dissero entrambi.

Alla vista del guinzaglio il cagnolino iniziò in pochi secondi a scodinzolare e a girare intorno alle due ragazze, non vedeva l'ora di essere portato fuori la sera e anche a Giulia era sempre piaciuto fare una passeggiata per ammirare Roma di sera.

"Quindi cos'è che mi dovevi dire?" chiesi a Chiara una volta uscite con Gas Gas

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Hello ecco il nuovo capitolo,
vi ringrazio per i commenti e le stelline💕
fatemi sapere che ne pensate e se vi sta piacendo la storia!!!🥰

il cielo ha scelto di accogliere la tua bellezzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora