Il mio nome è Scarlett Rose Leithold, ho 19 anni e sono una drogata. Orami non vivo da quando mio padre ha ucciso mia madre, son cambiata, radicalmente.
Un giorno suonano al campanello, ero un po' sballata ma riuscii comunque a raggiungere la porta e vedere chi era. Si trattava di 5 uomini di mezza età che senza dire una parola mi presero e mi caricarono su un furgone, dopo un quarto d'ora mi trovai nell'ospedale psichiatrico e riformatorio della città, un posto temuto da tutti, li ci stavano i pazzi, gli assassini più spietati di Dublino e dintorni. C'era una sola cosa positiva in tutto questo, mi stavano portando via da mio padre.
Quel posto era spoglio, deprimente e l'unico rumore che si udiva erano le grida dei detenuti.
Appena arrivati mi buttarono in quella che sarebbe diventata la mia stanza e mi diedero una tuta bianca da mettere al posto dei miei fantastici e amati vestiti. Mi cambiai di malavoglia e mi recai nella mensa con la speranza di trovare qualcosa di commestibile, ma non trovando nulla che soddisfacesse le mie aspettative presi un insalata semplice e mi andai a sedere ad un tavolo vicino ad una ragazza con la tuta rossa. Mi chiesi perché anche io non potessi avere la tuta di quel colore, era molto più figa e si intonava di più alla mia carnagione chiara e ai miei lunghi capelli biondi.
'Chi ti ha detto che era libero quel posto?' disse la bruna al mio lato. 'Io' risposi secca senza guardarla, odiavo le persone che si credono superiori.
Ad un tratto l'intera mensa si girò verso l'entrata così mi voltai pure io, sulla porta c'erano due ragazzi uno biondo e uno moro riccio più alto, ai loro lati c'erano due guardie che gli tolsero le manette dai polsi e si avvicinarono al nostro tavolo. Il biondo si sedette di fianco alla mora lasciandole un bacio a stampo mentre il riccio si sedette al mio fianco.
'Nina chi è la ragazza?' chiese il biondo indicandomi 'Sono Rose' risposi io prima della mora 'Rose Leithold' finii la frase per poi tornare a mangiare ' oh ma voi non mi avete detto chi siete' chiesi io guardando ognuno di loro 'Io sono Harry, Harry Styles' rispose il riccio al mio fianco 'io Niall Horan e lei è Nina Dobrev' continuò il biondo 'Cosa ci fa una bella ragazza come te in un postaccio come questo?' domandò Harry squadrandomi 'primo, se continui a fissarmi mi consumerai del tutto e secondo, perché dovrei dirtelo?' chiesi a mia volta finendo l'insalata alzandomi dal tavolo per mettere a posto il vassoio. Già tutta quella situazione non mi andava a genio se in più ci si mettevano anche i morti di figa non ne uscivo più. Decisi di tornare in camera e di passarci tutto il giorno senza più uscire.
Riuscii a fumare due canne nei giorni seguenti senza farmi beccare, pensavano tutti che non creavo problemi e quindi non ricevevo mai visite da parte delle guardie se non verso la sera quando passavano in rassegna tutte le stanze per il coprifuoco.
Ero in mensa tranquilla a fare colazione, non facevo nemmeno molto caso ai pazzi intorno a me quando qualcuno si sedette al mio fianco facendomi sobbalzare 'Rose giusto?' lo guardai confusa 'si e tu sei Harry, pensavo che ci fossimo già presentati riccio che vuoi?' chiesi finendo il mio the. 'Niente' e nel momento stesso in cui lo pronunciò fece comparire un sorriso sghembò che, a dirla tutta, amavo. 'Niente? Allora che ci fai qua?' lo squadrai per poi andare a riporre il vassoio. 'Volevo parlare un po' con te' ridacchia guardandomi 'Beh togliti dalla testa pensieri strani riccio bello, comunque non mi va di stare in mensa vieni in camera mia' il ragazzo al mio fianco si limitò ad annuire e a seguirmi fino alla mia cella e ci sedemmo entrambi sul letto. 'Bene di che vuoi parlare?' chiesi tirando fuori un sacchetto e le cartine per poi iniziare a rollarmi una canna guardandolo negli occhi 'Volevo conoscerti meglio, tipo quanti anni hai da dove vieni e perché sei qua' chiese disinvolto passando una mano tra i ricci guardando interrogativo la canna tra le mie mani 'Ho 19 anni e vengo da Dublino e terzo.. non sono affari tuoi' alzai le spalle accendendo e facendo il primo tiro 'Non penso sia una buona idea fumare con me in stanza' dice serio continuando a fissare la canna tra le mie labbra 'Perché? Potresti stuprarmi per rubarmela perché non puoi fare a meno di fumare?' dico divertita facendo un altro tiro e poi schiudendo le labbra facendo uscire il fumo. Ad un tratto sentii bussare e delle guardie chiedere di Harry, nascosi tutto dietro la schiena facendo finta di niente, ma Harry me la rubò di mano facendo un tiro lui non appena la porta si spalancò, provocando una risata da parte di una delle guardie. 'Hei era mia quella' dissi indignata guardando Harry. Una delle guardie, però sembrò non fare caso alle mie parole e si fiondarono su Harry mettendogli le manette 'Signorino ti avevamo detto di stare in camera tua e ti troviamo con la drogata a fumare? Meriti una punizione lo sai vero?' non sapevo che fare così cercai ancora di prendermi le colpe ma non servì a niente in quanto lo portarono via. Le guardie lasciarono Harry in una stanza e chiusero, riuscivo solo a sentire le urla che provenivano dall'interno e solo all'udire quello mi fece rabbrividire, che gli stavano facendo? Perché lo facevano? Non aveva senso. Tutte quelle domande mi ronzavano in testa fino a quando la porta si riaprì e mi passarono davanti due uomini che portavano Harry di peso verso la sua stanza. La mia natura però non poteva farsi i cavoli suoi quindi decisi di seguirlo e quando lo lasciarono solo entrai in stanza 'Harry! Cristo che ti hanno fatto?' chiesi preoccupata avvicinandomi di più a lui. 'No Rose vai via, non voglio che tu mi veda così' sussurra girandosi dalla parte opposta 'Non ti lascio così, sarò stronza ma ho ancora un cuore eh' sorrisi 'ora ti ripulisco le ferite' presi la sua maglia da terra e la bagnai con dell'acqua fredda e tornai da lui iniziando a tamponare le ferite sulla sua schiena facendo in modo di non fargli troppa pressione, riuscivo a sentire i suoi muscoli irrigidirsi sotto al mio tocco e dalla sua bocca uscivano gemiti strozzati tutte le volte che sfioravo una bruciatura. Non potei fare a meno di notare che tutto il suo corpo era pieno di cicatrici, perché facevano così? Non avevano il diritto di trattarci così. Trattarci. Un brivido mi percorse la schiena, sarebbe toccato anche a me? Scossi la testa togliendo quei pensieri dalla mia mente e continuai a medicare Harry. 'Ho quasi finito' sussurrai passando un'ultima volta la maglia sulle ferite 'Ecco fatto' mi spostai da lui buttando la maglia in un angolo 'Grazie bionda' sussurrò 'Scusami' dissi sedendomi sul letto. In fondo era colpa mia se era finito in quella situazione e non potevo fare a meno di sentirmi in colpa. 'Tranquilla quelli si divertono così, avrebbero trovato un'altra scusa per portarmi la dentro, ma vedendo la canna gli è andata perfettamente' lo guardai attentamente per poi annuire 'Penso che tu debba riposare, torno in camera' sorrisi e uscii dalla stanza andando nella mia cella e iniziai ad ascoltare la musica. Passai così tutta la giornata e poi mi addormentai.
eccomi con un altro capitolo :)
Come avete potuto ben notare è decisamente più lungo di quello precedente e spero vi abbia convinto al continuare la lettura di questa fan fiction
All'inizio potrà sembrarvi un po' noiosa e non vi do tutti i torti perchè è la verità, ma provate a darmi fiducia non vi deluderò
-barbs
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HEADING TO INSANITY
FanfictionUna ragazza, Rose. Un ragazzo Harry. Due storie difficili. Un amore complicato. Un ospedale psichiatrico, un riformatorio. Omicidi, violenze.. Riusciranno a stare insieme?