Tear

763 49 8
                                    

La linea sottile che divide genio e follia talvolta è la stessa che divide l'odio dall'amore cieco. Ma esiste davvero una linea?

Nel capitolo sono presenti scene di violenza fisica, psicologica e sessuale molto forti.

Il rumore delle catene si confondeva a quello dei piedi che strisciavano al passo dei ferri sotto gli zoccoli dei cavalli. C'era puzza, un odore che è classificabile solo come odore di morte. Jungkook camminava con gli occhi scuri sbarrati completamente sotto shock. Nei suoi occhi scorrevano immagini di sangue e urla. Ricordava bene cosa accadeva ai traditori, quelle immagini erano scolpite nella sua memoria. I piedi gli sanguinavano poiché i sandali che gli erano stati dati a Minastirith si erano consumati molto presto. Questo era Yoongi: una breve illusione di un potere inesistente. Vedeva lo sguardo gelido e completamente dissociato e depersonalizzato del sultano fra quelle immagini di sangue. Era vuoto, nero. Non aveva mai visto nulla di simile nemmeno quella fatidica notte di giustizia. Tuttavia era stato proprio il suo sultano a volerlo mandare via quindi perché aveva questa sensazione di averlo tradito? Era perché aveva provato piacere fra le lenzuola di Yoongi? Nel palazzo sfarzoso di Minastirith? O forse perché era scappato da solo senza dire una parola rubando persino un cavallo? Senza accorgersene si era fermato e la guardia che lo portava legato lo fece cadere a terra continuando a trascinarlo mentre quello cercava di rialzarsi. I cavalli continuavano la loro marcia senza fermarsi e il sultano ancora imbrattato del rosso del nemico procedeva silente ma con un lieve ghigno malsano in volto. Anche Hoseok a guardarlo aveva paura. Sapeva quanto la sua furia potesse essere devastante e così non lo aveva mai visto.
-Mio sultano...- lo chiamò il suddetto cercando quei due smeraldi che amava tanto -...state bene?- fu allora che il biondo si voltò con metà del viso ancora cosparsi di sangue nemico -Abbiamo vinto la battaglia. Certo che sto bene.- gli sorrise con fare tronfio ma dentro non aveva alcuna voglia di sorridere. Lui era a pancia in giù su quel tavolo a godere della sua battaglia e a mostrargli quanto quel misero re fosse in grado di soddisfarlo. Lui era scappato di notte in sella per non dover più rivederlo dopo tutto quello che erano stati. Stava bene? No. Nella maniera più categorica no. Aveva amato solo Lui. Quella notte in cui ridevano e conversavano sembrava così lontana al punto che sentì un vuoto nel petto. Faceva un male cane. Come si era permesso Lui di spezzargli il cuore così? Se si odia solo quando si ama è vero anche che si ama solo quando si odia, ed ora lo odiava. Odiava i suoi capelli, odiava le sue forme, il suo sorriso, odiava ogni ricordo che aveva. Odiava Lui.

Le prime luci del scintillante carro aprirono le porte della vittoriosa Agrabah al suo glorioso esercito. Il gladio era issato  e gli scudi imbrattati esibiti come trofeo. Il lungo corteo venne accolto con gioia dal trionfante impero. Il fondo della carovana trascinava le carcasse stanche dei prigionieri tra cui l'ex sovrano del regno di miniere e il traditore del sultano entrambi in manette nonostante Yoongi ne possedesse solo una. Il volto del re era visibilmente stanco, febbricitante e malato mentre quello della puttana era fisso e sgranato. Più si avvicinavano al palazzo dorato e più tremava. Ogni passo era un battito sul tamburo della morte che lentamente gli accarezzava il collo e serrava la presa sulla gola. Non sentiva più le gambe o il dolore ai piedi scorticati sentiva solo il proprio peso venir meno e il terrore attanagliarlo nella sua visione offuscata. Vennero sbattuti in cella tutti i prigionieri, suddivisi in gruppi di tre fatta eccezione per il monco sovrano, che venne messo da solo nella cella più buia, e per il corvino senza onore. Era rimasto fuori ad attendere lo smistamento quando dei sontuosi passi scossero ulteriormente la sua anima ed ansia. Riconosceva i passi di Taehyung. Il sultano non lo guardò nemmeno e lo prese dal centro dalle manette -Tu con me.- disse soltanto per poi trascinarlo altrove. Ad ogni passo il suo battito gli spaccava le costole. Le urla degli scuoiati e la carne viva con esposti tutti i muscoli e tendini erano tutto ciò che sentiva e vedeva nella sua testa. Venne lasciato a terra dal sultano ed incatenato al muro da altre catene più lunghe che prevedevano una presa su polsi, collo e caviglie. -T-Taehy- non fece neanche in tempo a finire che un rovescio gli spaccò lo zigomo e il labbro. L'ira del sultano ricopriva con un'ombra nera il ragazzo ora riversato a terra con la mano in viso. -Il mio nome non deve uscire da una bocca sudicia come la tua.- sibilò a denti stretti con quanto più odio potesse mettere nel veleno delle sue parole. Le lacrime cominciarono a scorrere dal volto del corvino mentre il respiro accelerava nel panico. Era finita. Il suo Taehyung non sarebbe più tornato da lui. Il nodo alla gola strinse al punto che scoppiò dalla tensione e di getto si prostrò ai piedi del suo sultano, del suo unico uomo -Mi dispiace... mi dispiace... mi dispiace...- continuava a ripetere fra i singhiozzi. Il dio, da iracondo cambiò sguardo passando al vuoto e l'apatia scostandolo dai suoi piedi con poco garbo. -Conosci già il destino dei traditori. Non serve che ti spieghi nulla.- e in quel momento l'intero universo di Jungkook collassò su se stesso nella maniera più catastrofica possibile. Il sultano uscì dalla cella e il traditore rimase solo nello sconforto avvinghiato dai suoi demoni bui.

Golden cage || Saga del ferro e dell'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora