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«Dannato Nerd.»

Un rombo di tuono e due semplici parole il cui suono si sarebbe presto smarrito tra l'incessante scrosciare della pioggia che, violenta, batteva sulle finestre ora appannate delle case. I rami degli alberi parevano tremare sotto i suoi duri colpi, le ruote delle auto si esibivano in un fastidioso stridio ogni qual volta i conducenti tentavano di evitare una pozzanghera e l'aria umida e spenta rendeva difficile, se non impossibile, credere che di lì a un mese la primavera avrebbe bussato alle porte della città col suo tepore.

Bakugou odiava tutto di quel clima. Odiava non riuscire a vedere a un palmo dal suo naso per via della nebbia, odiava rischiare di scivolare ad ogni passo a causa delle decine d'idioti che a spintoni cercavano di farsi strada per trovare un angolo in cui ripararsi, ma più di ogni cosa odiava il modo in cui quell'atmosfera lo facesse sentire debole.

Il suo quirk diveniva praticamente inutile in giorni simili, ed era una cosa che non poteva tollerare. Non lo accettava.

Lui doveva sempre essere il migliore.

Era certo che Deku avesse fatto una qualche sorta di Danza Della Pioggia, con l'unico fine di mettergli i bastoni tra le ruote. Lui stava perdendo una giornata d'allenamento, o meglio, l'ennesima dopo che i suoi l'avevano costretto a quella maledetta vacanza, mentre quell'inutile Nerd era sicuramente impegnato a scrivere l'enciclopedia dell'ennesimo eroe sul suo quaderno o ad elaborare una strategia per l'esame d'ammissione.

Quest'ultima opzione, in particolare, fece ribollire il sangue nelle vene del biondo.

Digrignò i denti ed un pugno si serrò attorno al manico dell'ombrello. I minuti scivolarono via perdendosi nel tempo; Bakugou camminò, camminò e camminò; la rabbia come sua perenne e fedele compagna. Giunse infine ad un semaforo e tirando un sospiro di sollievo, percepì una sincera felicità nel notare come quella via fosse praticamente deserta.

Per lui fu un minuscolo barlume di gioia in una giornata piena di merda.

Tuttavia, si costrinse in fretta a pensare ad altro. Non aveva dubbi sul fatto che se avesse continuato a permettere al suo cervello di ricordargli come Deku lo aveva apertamente sfidato, sarebbe esploso lì nel bel mezzo della strada. E chissà cosa sarebbe potuto succedere. Quindi Bakugou ci provò, lo fece davvero.

Ma ben presto, si sarebbe dovuto arrendere all'idea che neanche lui fosse in grado di vincere una battaglia contro se stesso.

Come osa quella maledetta nullità credere di poter entrare alla Yuuei?! Si sente abbastanza forte da sfidarmi?! Pensa di essere al mio livello?! Un inutile senza quirk come lui...mi fa infuriare. Giuro che lo pesterò così forte che-

«ATTENTO!» Il grido di una voce femminile s'insinuò con prepotenza tra il fitto cadere della pioggia, il fragore di un clacson riecheggiò al suo seguito e l'accecante bagliore di un faro investì il viso infreddolito del giovane, dandogli per la prima volta da quando aveva messo piede fuori casa un sentore di calore. Per un breve, brevissimo istante percepì il suo quirk risvegliarsi. Ma fu, come ho detto, solo un istante; un attimo effimero. L'aria gelida tornò prepotente ad accoglierlo tra i suoi artigli di ghiaccio, eppure stavolta c'era qualcosa di diverso.

Avvertì la spalla destra fargli male ed i suoi abiti erano zuppi: Bakugou realizzò alla svelta di trovarsi a terra, steso sul cemento della strada. Qualcuno lo aveva spinto ed era finito in una pozzanghera.

Quel qualcuno morirà per questo. Pensò.

Ed infatti così fu.

«MA CHE DIAVOLO?! CHI È IL BASTARDO CHE DEVO FAR ESPLO-» Il resto di quella frase non venne mai detto. Ad essere onesti, si sentì persino in colpa per averci anche solo provato. Le parole gli erano morte in gola e la rabbia che lo pervadeva era sfumata via, perdendosi nel vento. Il ragazzo capì di non aver tempo per la rabbia, o meglio, di non averne alcun diritto.

7 𝑽𝒐𝒍𝒕𝒆 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒂 » 𝐾. 𝐵𝑎𝑘𝑢𝑔𝑜𝑢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora