capitolo 1

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«mamma ma devo proprio?» chiese in tono lamentoso, scaricando goffamente la macchina.
«si stella, mi spieghi dove le devi passare altrimenti le vacanze natalizie?» «sai mamma, ho 18 anni non ho bisogno di una babysitter» «Harry» lo interruppe la madre «non è una babysitter, non volevo che ti annoiassi durante questo periodo» «ma...» sbuffò il ragazzo, «niente ma, ne abbiamo già parlato, e ora saluta la zia e mostrati educato».
Il ricciolo sospirò al pensiero di tutte le discussioni fatte per la giusta causa del "sono abbastanza grande da rimanere da solo quattro settimane". Una figura gli si avvicinó «Harry» squittí Carmen stampandogli un rumoroso bacio sulla guancia, «Zia Carmen» salutó lui stiracchiando un mezzo sorriso.
La macchina era parcheggiata insieme ad altre, sul cemento la neve diventava un puzzolente miscuglio di ghiaccio e fango, ma i tetti, gli abeti, le montagne, i balconi e i lampioni, tutto sembrava appena spolverato da zucchero a velo.

Dopo aver salutato la madre Harry fece qualche passo incerto verso il paese, la zia gli indicó una casa, più grande delle altre, di legno color ebano, e delle deliziose finestre incorniciate da tendine ricamate rosse e bianche.
Mentre camminavano lui si guardava intorno, ogni tanto annuiva, e la signora continuava a parlare senza sosta.

Quando Carmen aprí la porta un caldo tiepore e un dolce profumo alla vaniglia persuase Harry, lasciandolo per un attimo stordito, l'altra gli fece cenno di seguirla, salirono delle scalette che davano su un secondo salottino e un corridoio, percorsero quest'ultimo ritrovandosi in una stanza, sempre in legno, con un letto matrimoniale, un grande armadio ed una scrivania accompagnata dalla sedia.
«questa sarà la tua stanza, e li» disse indicando un'altra porta che si affacciava nel corridoio «li c'è il tuo bagno, sistemati e fai come se fossi a casa tua, puoi uscire e fare un giretto o smontare le valige» concluse con un sorriso «la cena è alle 7:30» aggiunse velocemente, come se avesse scordato una battuta del copione. Il ragazzo la liquidó con un "grazie" per poi ritrovarsi in una stanza da solo, in un paese che non conosceva, dove non c'era nemmeno una persona, esclusa sua zia, che conosceva.

Scese le scale per ritrovarsi nella sala da pranzo, erano le 7:20 e scorse Carmen che nell'altra stanza ornava e riempiva i due piatti con pietanze apparentemente deliziose. Tutta la cena passó con la signora che ogni tanto faceva qualche domanda al ragazzo per alleggerire il silenzio che si era creato, e cercando di iniziare una discussione, ma le uniche risposte che riceveva erano monosillabi, e sembrava che quello infastidisse parecchio la donna, che doveva trovare qualche altra affermazione o espressione per introdurre l'ennesima domanda.

Solo alla fine del pasto, sul volto della zia si disegnó un sorriso impaziente. «Harry Edward ho una sorpresa per te» squittí usando il nome intero del ragazzo, cosa che lui odiava profondamente. «ti ho comprato un paio di sci e ti ho fatto lo skipass!» disse emozionata, anche Harry era sinceramente felice, ma ritorno serio «ma io non so sciare» «ah ah ah, fortunatamente la tua zietta ti ha preso un insegnante, ha qualche anno più di te, sono convinta che andrete molto d'accordo, si chiama Louis, ed è il figlio di una mia cara amica» disse d'un fiato con un sorriso che le arrivava fino alle orecchie»

***

Toma: salve gente!
Anticipo che scrivo per puro divertimento [mi diverto male] e mi scuso per gli eventuali errori che non mancheranno.
Bye

Intended to be only brothersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora