Prologo

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...Senti che fuori piove, senti che bel rumore...

Era una sera di aprire, il 29 aprile, la pioggia che cadeva si schiantava violentemente sull'asfalto e anche sui finestrini della corriera diretta verso l'aeroporto di Genova.
Luna stava seduta sulla parte posteriore della corriera, aveva con sé le sue amate cuffiette tutte rotte e aggrovigliate, che rispecchiavano la sua povera anima, consumata dalle cattiverie che la vita le aveva scagliato contro.
Stava ascoltando "Sally", dell'amatissimo Vasco Rossi, si rivedeva in quella Sally, in quella piccola ragazza, si sentiva come lei, esattamente come lei, e la faceva soffrire questa cosa, non era giusto che alla sua età aveva già sofferto così tanto, si sentiva violata dalla vita, voleva aver avuto del tempo per crescere, ma quest'ultimo aveva corso troppo, e lei non era riuscita a stargli dietro.

<<Bello Vasco vero?>>
Ad un tratto sentì la voce di un signore anziano, aveva i baffi grigi e gli occhi verdi tendenti all'azzurro, la sua pelle era piena di rughe, come anche le sue mani, in testa aveva una coppola e in quelle mani, così rovinate e piene di rughe, teneva una penna con un piccolo taccuino.

Sulla corriera non c'era nessuno, solo lei e questo signore, non aveva paura, sentiva una strana sensazione, come se fosse con una persona che conosceva da anni, anche se non si erano mai parlati, si sentiva strana, ma ingenuamente, anche al sicuro.

<<Eh?>>
Non capiva come fosse stato possibile che lo strano signore avessero capito che lei stesse ascoltando Vasco.

<<Mi sa che non hai attaccato bene le cuffiette al telefono>>
Il signore la guardò dolcemente e rise, mentre, come la sua mano libera, indicava gli auricolari.

<<Oh, mi scusi, non me n'ero accorta>>
Abbassando lo sguardo, Luna notò che gli auricolari non erano staccati dal telefono, ma si erano rotti.

<<Non ti preoccupare ragazza, adoro la musica, soprattutto quella di Vasco>>
Continuò a ridere, cercando di rassicurare anche Luna, azione riuscita per metà visto che accennò un sorriso, che seppur piccolo, dopo tanti sorrisi falsi, vero.

<<Dove ti stai dirigendo?>>
Il signore voleva continuare la conversazione con questa misteriosa ragazza trovata lì per caso, sentiva anche lui una strana sensazione, simile a quella della ragazza, non uguale, ma simile.

Luna non sapeva se fidarsi o no, ma tanto se ne sarebbe andata via da quella città da lì a poche ore e non avrebbe rivisto mai più quel signore, quindi decise di confessare.

<<Verso l'aeroporto, lei?>>
Decise anche lei di continuare la conversazione, tanto le sue cuffie si erano rotte, e non sapeva come passare il restante tempo.

<<Oh, dammi del tu cara, comunque vado verso casa, da mia figlia, è da tanto che non la vedo, non abbiamo mai avuto un bel rapporto, non sono mai stato un bravo padre, ma sto provando a rimediare agli errori che il ragazzo che ero all'epoca, ha commesso>>
Abbassò lo sguardo verso un braccialetto al polso, era color oro, con un piccolo dettaglio tendente al verde acqua; sorrise malinconico, quasi pentito, rialzò gli occhi verso Luna, occhi pieni di insicurezze e paure, un po' come lei.

Luna non sapeva cosa dire, poiché forse non c'era niente da dire, quindi decise di riattaccare la musica, così che tutti e due potessero essere coccolati e rassicurati dalla parole e dalla melodia di Sally.

Lui abbassò lo sguardo sul suo taccuino e lo aprì, cominciò a disegnare con quella penna vecchia.
Passava lo sguardo dal taccuino a lei, voleva macchiare il suo prezioso taccuino con il disegno di quella strana ragazza, non sapeva neanche lui il perché, ma tra i due si era creata una connessione strana, speciale, unica, e lui voleva imprimere in quelle pagine tutta questa magia.

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