CAPITOLO I

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(due anni dopo)

<Si mamma, sta tranquilla> mentre tenevo tra la spalla e l'orecchio destro il telefono cercai invano di chiudere la valigia, l'avevo forse riempita troppo? Una mano calda si posò sulla mia schiena e delicatamente mi spinse via, facendo pressione sul bagaglio e chiudendolo come se niente fosse; mimai un "grazie" a colui che mi aveva fatto quel favore e mi incamminai fuori
<Si ho preso tutto: pantaloncini, pantaloni lunghi, magliette, felpe...> cominciai a elencare tutto ciò che avevo messo in valigia creando una sorta di mappa mentale nella speranza che se avessi dimenticato qualcosa me lo sarei ricordato proprio in quell'istante
<Si, direi che ho preso tutto! Adesso scusami ma
devo lasciarti, devo mettere a posto le ultime cose e chiudere casa, ci sentiamo non appena sarò atterrata, ti voglio bene, ciao> terminai la chiamata e feci capolino in cucina, mi versai dell'acqua fresca nel bicchiere e lo mandai giù tutto d'un fiato
<Caspita! Avevi proprio sete eh> una voce maschile mi portò sull'attenti
<Sei sempre così simpatico?> chiesi ironicamente
<Sempre> marcò la "s" iniziale e mi mandò un bacio volante che raccolsi in una mano e lo portai dritto al cuore, posando l'altra mano sulla fronte con fare melodrammatico scoppiando a ridere
<È tutto pronto, possiamo andare> non vedevo l'ora di partire, raggiungere papà in Austria non mi dispiaceva, avremmo passato del tempo insieme e nel mentre lui avrebbe potuto lavorare, un ottimo piano direi!

Durante il volo dormii, sfogliai qualche rivista e ascoltai della musica, ma ben presto mi stufai e cominciai a muovere freneticamente il piede sotto il tavolino del jet, attirando l'attenzione del propietario
<Tutto bene?> chiese con il volto coperto da un giornale; si intravedevano solo le iridi color cioccolato. Mormorai un "si" in risposta che non lo convinse affatto, tanto che assottigliò gli occhi in una fessura e aspettò che io continuassi
<E va bene> gliela diedi vinta, spiegando quale fosse il problema
<È che non vedo l'ora di scendere e di rivederla, ma allo stesso tempo c'è un'altra cosa che mi turba...> era vero infondo, nella mia mente da un po' di giorni ormai vagava un pensiero costante
<È per papà> dissi a fatica, non mi piaceva parlare dei miei problemi, li tenevo per me e cercavo di risolverli il prima possibile in modo tale che nessuno si accorgesse che c'era qualcosa che non andava
<Non ho mai passato tanto tempo con lui, almeno non tanto quanto sto per fare adesso; ho paura di sbagliare, di dire o fare qualcosa di sbagliato e che possa farlo arrabbiare o dio solo sa cosa!> fissai le nuvole attraverso il finestrino e finii di esporre il problema
<La verità è che mi sento sempre fuori posto quando sono con lui, e so che è sbagliato e senza senso' ma è così> scrollai le spalle rassegnata e con gli occhi lucidi terminai
<Non voglio deluderlo Lewis, non di nuovo> le ultime parole le sussurrai e una calda lacrima rotolò lungo la mia guancia destra finendo sulla sua mano stretta alla mia
<Non succederà Bella, mi hai capito? Andrà tutto bene, sei una ragazza speciale e tuo padre lo sa, eccome se lo sa! Adesso fammi un bel sorriso, eh che ne dici?> sapeva sempre come tirarmi su di morale e feci esattamente come mi disse, sorrisi con lui e quando fu il momento di scendere presi un grande respiro e mi dissi "andrà tutto bene"
<Sei pronta?> mi chiese Lew
<Si, adesso lo sono> lo abbracciai e infilai un berretto e degli occhiali da sole per passare inosservata, dopotutto lui era un pilota di formula 1 e io la figlia del suo team principal, i paparazzi sarebbero esplosi di gioia

Arrivammo in hotel a Spielberg dopo 2 ore e un quarto di macchina; dormii profondamente, un po' per la stanchezza e un po' per passare il tempo visto che Lewis aveva ben pensato di mettersi le cuffie e chiudere gli occhi. La prima cosa che mi misi a fare non appena scesi dall'auto fu stretching, ne avevo davvero bisogno; l'autista aveva già scaricato le nostre valige, così ci incamminammo verso la haul, trovando mia madre e mia cugina comodamente sedute sui divanetti in pelle
<Bella!> esclamò felice la prima venendomi incontro e stringendomi in un abbraccio che ricambiai con affetto; anche Tris mi corse incontro abbracciandomi , ma con lei riuscii a scambiare due parole visto che mia madre si era allontanata per rispondere al telefono
<Come stai Tris? È da tanto che non ci vediamo, come sei cresciuta> dissi con un pizzico di malinconia dandole una carezza sulla guancia; il tempo passa, e anche in fretta. A volte penso a quando ero piccola e insieme giocavamo a nascondino facendo dannare i nostri genitori poiché correvamo di qua e di là mettendo a repentaglio tutta casa; ma adesso ognuna ha fatto le proprie scelte e ognuna ha le proprie responsabilità, siamo grandi ormai
<Ti va se dopo ci prendiamo un caffè e andiamo a fare un giro? Qui è davvero carino, c'è un sacco di verde ed è ottimo per fare passeggiate> mi fece l'occhiolino e capii subito dove volesse andare a parare, così l'accontentai
<Ottima idea, così mi fai vedere un po' il posto, che ne dici?> era entusiasta
<Dico che è perfetto, alle 16:00?>
<Alle 16:00 sia!> le diedi un bacio tra i capelli e ci salutammo, così presi l'ascensore e dopo aver trovato la mia stanza potei finalmente fare una doccia rinfrescante. La stanza era ben illuminata, sui toni del bianco, con un muro in vetro che affacciava sull'enorme distesa di verde, il letto matrimoniale era ampio e davvero comodo, con due comodini posti ai lati e un armadio dotato di specchio subito di lato. Il bagno era dotato di vasca, dei sanitari è anch'esso aveva un'ampia finestra da cui filtravano perfettamente i raggi del sole. Mi cambiai con dei pantaloncini neri morbidi e una canotta bianca; per non patire il fresco della sera legai una felpa in vita, lasciai sciolti i capelli e una volta staccato il telefono dalla carica e presa la borsa chiusi a chiave la stanza e mi diressi nella hall dove incontrai poco dopo Tris

<Allora, che mi racconti?> sapevo che c'era qualcosa di cui voleva parlare, così si spiegherebbe l'invito visto che a quanto ne so sarebbe dovuta andare con mamma a fare compere
<Niente di che, le solite cose...> dannata Beatrice, mi stava facendo morire di curiosità
<Zio e zia stanno bene? È da un po' che non li sento> decisi di non dargliela vinta, almeno non così presto; lei sembrò sorpresa, sapeva che ero una persona estremamente curiosa
<Sisi stanno bene, più che bene, sono alle Fiji> okay questa non me l'aspettavo, come potevano essere alle Fiji senza la loro adorata bambina? Che fosse successo qualcosa...? Ed è qui che mi gettai la zappa sui piedi
<Davvero? E quando sono partiti?> Bella smettila, ti prego, stai mandando a monte il tuo piano! Ma la mia curiosità era insaziabile
<Frena frena frena> le parai le mani davanti e feci esattamente ciò che mi ero ripromessa di non fare
<E tu perché non sei lì con loro? È successo qualcosa? Avete discusso??> sussurrai l'ultima frase come se ci fossero dei paparazzi in giro, ma la verità era che c'eravamo noi, gli alberi e qualche passante che non si stava assolutamente facendo i fatti nostri
<A-ha! Lo sapevo che non avresti resistito alla tentazione di chiedermelo> ups...beccata!
<Non sono alle Fiji, non sono mai partiti, ti ho mentito> ero senza parole, non mi aspettavo che fosse così furba
<Sapevo che ti stavi trattenendo, e sapevo anche che avevi capito che c'era qualcosa che non andasse, perciò ti ho dato del filo da torcere e sei caduta nella mia trappola> scrollò le spalle disinvolta e mi guardò a lungo aspettando una mia risposta
<Bene, allora sputa il rospo!>
<Voglio presentarti qualcuno...> fece una breve pausa e io mi incuriosii
<Un ragazzo...> si guardò intorno leggermente imbarazzata e io mi parai davanti a lei
<Al fine di?> mi stavo innervosendo, ero sempre stata chiara sul fatto che non volevo una relazione
<Ma niente, semplice voglia di farti conoscere un viso nuovo, che magari può incuriosirti-> la interruppi bruscamente
<Che può interessarmi, farmi innamorare, non è forse così?> per sua fortuna le squillò il telefono, così dovette rispondere e in seguito lasciarmi
<Era tua madre, devo andare> aveva un sorriso a trentadue denti, poi continuò iniziando a correre verso l'hotel
<Comunque il suo nome è Pierre! Pensaci okay? Non è detto che debba succedere qualcosa di serio> la sua voce si fece sempre più lontana, tanto che per non urlare le feci il dito medio e scoppiai a ridere, e lei con me

Tornai in hotel poco dopo, ricevendo un messaggio:
Lew😻
non cercarci, tanto non ci trovi
sta tranquilla stiamo bene, tu prenditi un po' di tempo per te okay?
                               va bene, ma non farci l'abitudine!
👍🏻

Maledetto! Optai per leggere un libro e disfare la valigia, poi mi addormentai. Aprii gli occhi che erano le 21:01, non avrei mai fatto in tempo per la cena, così chiamami mia madre
<Mamma, grazie al cielo, dove sei?>
<Siamo nella hall, c'è anche Tris; a proposito, vuole vederti!> mi alzai dal letto e mi infilai le scarpe continuando la telefonata
<Va bene, sto scendendo> chiusi la porta a chiave e mi precipitai di sotto, quando arrivai non c'era quasi nessuno, eccetto mia madre di spalle. Le posai una mano sulla schiena e lei si girò di scatto sorridendomi; non era sola
<Ciao zuccherino> allungai le braccia verso la piccola e la presi in braccio giocherellando con la sua manina
<È stata bravissima oggi, Lewis sa come intrattenerla; è davvero un buon padre> sorrise lievemente guardando la bambina
<Peccato che non sia così!> l'acidità nelle mie parole era palpabile
<Dovresti dargli un padre, non lo dico tanto per dire Bella! Ha bisogno di una figura paterna nella sua vita> ecco che ci risiamo, avrei preferito dormire se avessi saputo che avremmo litigato
<Non ricominciare con questa storia mamma, ne abbiamo già parlato> ero ferma sulla mia decisione di non intraprendere una relazione al momento, la mia e la sua vita erano perfette così
<Ma->
<Niente ma! Fine della discussione> troncai il discorso quando Tris ci raggiunse ed esclamò
<Ei, ti ricordi del ragazzo di cui ti ho parlato questo pomeriggio? Beh, eccolo qui!> mi voltai senza staccare gli occhi dalla piccola
<Pierre, ti presento-> e poi lui parlò
<Bella?> alzai gli occhi su colui che aveva pronunciato il mio nome rimanendo scioccata
<Pierre> sussurrai sconvolta stringendo ancora di più la bambina quando lui strabuzzò gli occhi accorgendosi di lei. Non mi sarei mai aspettata di
rivederlo; perlomeno non così

SEI SEMPRE STATA TU || Arthur Leclerc  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora