"Isa".
La musica si era interrotta, passando da un brano all'altro della playlist. In quel breve lasso di tempo, avevo sentito il mio nome pronunciato con grande enfasi: la persona che mi chiamava doveva aver provato ad attirare la mia attenzione già da un po'. Mi girai di scatto, mentre nelle mie orecchie partiva una lenta melodia di violoncello, sinistro presagio di ciò che stava per accadere.
La strada era deserta, cosa non insolita data l'ora: il quartiere dove abitavo era molto tranquillo, residenziale, e alle 23 poche persone si avventuravano fuori dalle loro case, lontane dai loro condizionatori. E per me era il momento migliore per passare al supermercato, scegliere con calma una buona cena tardiva (rigorosamente da scaldare) e rimpolpare le riserve di gelato.
Quindi, ci volle un attimo per capire da dove provenisse quella voce. Dietro di me, accanto, di fronte, non c'era nessuno. Per un attimo pensai di averla solo immaginata.
"Isa!" chiamò ancora, mentre nelle mie orecchie l'archetto strideva sulle corde tese del violoncello.
Tolsi le cuffie e fu come rompere uno strano incantesimo. Tutto divenne magicamente reale.
Incantesimo. Magicamente. Parole che sulla mia bocca suonavano strane, spogliate di tutto l'entusiasmo e la gioia che normalmente le accompagnava.
"Chi...?".
Non completai la frase, che una figura scura mi passò davanti agli occhi, per atterrare sul muretto al mio fianco. Barcollai, facendo qualche passo indietro; sentii il limite del marciapiede sotto un tallone e mi sforzai di non cadere.
Ma nonostante lo sforzo, le mie gambe quasi cedettero, quando misi a fuoco la piccola figura nera che mi fissava, alla mia stessa altezza, occhi negli occhi.
"A-a-a-".
Gli occhi gialli impenetrabili, rimasero fissi su di me, ma per quanto ci provassi, la mia bocca non riusciva più a pronunciare nessun suono.
Rimanemmo così più di qualche secondo. Ad uno sguardo esterno, probabilmente, sarebbe sembrata solo una buffa situazione: una ragazza era ferma immobile sul ciglio del marciapiede, evidentemente spaventata da un maestoso e ferino gatto nero.
"Ades" riuscii a dire, infine.
"Isa" ripeté ancora il gatto. "Quanto tempo".
Non abbastanza, pensai amaramente.
Ma, memore di molte cose, tenni il commento per me.

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Moonish
FantasyLa narrativa e la filmografia ci mostrano sempre splendide guerriere sedicenni che scoprono i loro poteri, le loro peculiarità e sconfiggono il male. Ma una volta calato il sipario cosa succede? Si rimane speciali? Si sceglie di continuare a difende...