Capitolo 13

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Jasmine Coller

Sono seduta a tavola con mio padre, questa mattina mi sono svegliata con lui che cucinava i pancake, come se non fosse successo niente.

Sono passate due settimane da quel giorno, e trovo assurdo il modo in cui lui faccia finta che non mi abbia quasi violentata e che io non lo abbia trovato a terra privo di sensi dopo esser stato pestato a sangue da Thomas la sera dopo.

Figlio di quello che ho scoperto da pochi giorni essere il suo vecchio migliore amico, il sindaco.

È così assurda la situazione che solo a pensarci mi viene mal di testa. Attorno a noi cela un silenzio quasi insopportabile, di sottofondo soltanto lo stupido telegiornale sul canale dieci.

Prendo un pezzetto di pancake e mi porto la forchetta alle labbra, dandone un piccolo morso e la voce della giornalista al telegiornale, che si fa più seria, cattura la mia attenzione.

"In notizia dell'ultima ora, il prete della cittá è sospettato di pedofilia." Mi blocco con la forchetta in aria e smetto di masticare il cibo.

Alzo lo sguardo sulla televisione e l'immagine del prete che conosco mi fa girare lo stomaco.

"Alcuni chierichetti hanno denunciato comportamenti insoliti da parte del sacerdote in questi ultimi anni." Dice la signora con disgusto e a me sale un conato di vomito a ció.

Mio padre prende il telecomando in mano e spegne la tv, facendomi restare a bocca aperta.

Poso la forchetta sul tavolo di vetro e mi porto il bicchiere d'acqua alle labbra per bere un sorso. Non è possibile, sarà stato uno sbaglio.

«Mangia.» Dice mio padre ed io mi chieda come faccia a non dire niente su quello che abbiamo appena sentito alla televisione.

«Ma pap-» Apro la bocca per parlare ma mi zittisce con lo sguardo e riprendo in mano la forchetta per mangiare altro cibo, volendo finire questa colazione il piú presto possibile.

È buono ció che ha cucinato, ma il nodo che ho in gola non riesce a farmelo apprezzare. Mi sembra di star mangiando soltanto della carta.

«Dobbiamo andare a cena a casa dei Walker.» Dice improvvisamente, senza preavviso, ed io quasi mi strozzo nel sentire quelle parole.

Nel giro di qualche minuto la mia giornata è stata completamente rovinata. Sto sognando?

«Seriamente?» Riesco a chiedere, la mia voce è incredula, con un filo di irritazione di cui lui perfortuna non sembra farci caso.

«Qualche problema?» Chiede, il tono freddo ed indifferente mentre mi penetra con lo sguardo.

Scuoto la testa, cercando di restare calma.

«No, nessun problema.» Rispondo tornando a mangiare in silenzio, anche se il cibo sembra ora ancora più difficile da ingoiare di prima.

«Bene.» Mio padre si alza dal tavolo e strizzo gli occhi d'istinto. Lo sento ridacchiare e dopo aver capito che non sta per succedere quello, lo guardo riemprirsi un bicchiere di vino rosso.

«Vestiti bene stasera.» Dice prima di lasciarmi sola a tavola. Fisso la sua schiena mentre si dirige verso la sua camera, e una parte di me si sente enormemente sollevata da questo gesto.

Pochi minuti dopo mi sporgo verso il telefono ed accendo la Tv, volendo sapere di più, ma il telegiornale sta già parlando di tutt'altra roba.

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