1. "La prossima volta guarda a dove metti i piedi,mocciosa"

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«Qualcuno spenga questa cazzo di sveglia»

Era già settembre, e questo vuol dire una sola cosa: scuola
L'inferno.
Preferirei rasarmi i capelli a zero, piuttosto che ritornare in quel campo di concentramento.
Purtroppo però, come ogni santo giorno, devo andare senza obiezioni.
Beh, obiezioni no, lamentele sì.

Devo sbrigarmi oppure arriverò tardi il primo giorno e questo non posso permettermelo, devo per forza occupare l'ultimo banco.
Cado giù dal letto spaventata, per colpa di mio fratello Nate che batte i pugni sulla porta di camera mia.

«Muoviti cretina, non voglio arrivare tardi il primo giorno di scuola»

È un maniaco del controllo, odia essere in ritardo.
Su questo siamo molto diversi.
Sembra quasi che non siamo gemelli.

«Sto arrivando cretino»
Esclamo, imitando il suo aggettivo poco carino.

Abbiamo quel normalissimo rapporto fratello-sorella. A volte ci picchiamo, altre ci amiamo, nonostante tutto, ho sempre la consapevolezza che non mi abbandonerà mai.

Con gli occhi impastati per via del sonno, alzo il culo dal pavimento e incomincio a prepararmi, mettendo la divisa scolastica. Voglio solo fare bella figura per il primo giorno, domani metterò i miei di vestiti.
Fanculo le regole.
Evito di truccarmi, per evitare che si sciogli per il caldo che fa.
Anche se non mi truccherò, nessuno mi vieterà di fare la mia amata skin care, adoro avere la faccia liscia come un culetto di un bambino.
Dopo aver perso una miriade di tempo a guardarmi allo specchio, scendo in cucina per fare colazione.

«Buongiorno tesoro, dormito bene?»
Esclama , la donna che amo di più al mondo.
In questi ultimi anni mi è stata molto accanto, sia a me che Nate.
Non ci ha mai fatto mancare nulla, dividendosi in 4 per mantenerci e permetterci di vivere quella che ora è la nostra vita.
Alla sola età di 10 anni, nostro padre se ne andò via di casa, per poi scoprire dopo qualche mese che è tutt'ora in Canada, insieme alla sua perfetta mogliettina e suo figlio di ormai 5 anni.
Lo vediamo di rado una volta ogni due anni, ma telefona ogni mese.
Non rispondo mai, ci ha lasciato soli nel momento in cui io e mio fratello avevamo bisogno di un padre, e mia madre di un marito.

«No, sicuramente perché è iniziata di nuovo la scuola»
La saluto con un bacio sulla guancia.

«Oh Gesù! È tardissimo» quando mai.

«Ma amore, mangia qualcosa»

«Non c'è bisogno mamma, prenderò qualcosa al bar»

Esco di casa velocemente, slogandomi quasi il piede destro.
Mentre cammino verso la macchina, sento dei rumori provenienti dalla casa difronte la mia.
Chi sarà mai? Dei ladri?
Un animale selvatico?
Un serial killer?
Tutto è possibile al giorno d'oggi.

Decido di fregarmene, prestando attenzione alle notifiche del mio telefono, sperando in un allerta meteo, oppure l'arrivo degli alieni.

Sono così persa a guardare lo schermo, che mi ritrovo col culo a terra.
Due volte in un giorno.
Urlo sprovvista di terra sotto i miei piedi.
Non penso sia un ladro, penserebbe a scappare.
Non è nemmeno un animale selvatico, troppa forza per uno di quelli.
Se fosse stato un serial killer mi avrebbe già pugnalato.
Dev'essere sicuramente un ragazzo.

«La prossima volta guarda a dove metti i piedi, mocciosa»
La sua voce è molto roca, quasi baritonale direi.

Ma come si permette questo scemo.
Sto per insultarlo, eppure mi frizzo quando alzo gli occhi per guardarlo.
Moro, muscoloso, sexy.
cazzo...

«Sei tu che mi sei venuto addosso idiota, sta attento tu»

Mi guarda con aria minacciosa.
Vuole sicuramente mettermi timore.

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