La Camera Del Nonno.

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Per Gustavo era arrivato uno dei giorni più importanti della sua vita fino a quel momento. Era il momento di presentarsi alla famiglia di Alessia, per chiedere la sua mano. Nella zona in cui vivevano le tradizioni erano molto forti.

Si era preparato minuziosamente per la serata. Aveva comprato un bel vestito, si era tagliato i capelli e si era perfino preparato qualche battuta da dire in caso di silenzi imbarazzanti.

Insomma, aveva il pieno controllo della situazione. Quando parcheggiò la macchina nel cortile della grande casa di campagna della famiglia di Alessia, tuttavia, era molto nervoso.

Appena sceso dalla vettura, si fermò per qualche istante ad ammirare la bellezza di quella villa.

Camminò fino alla porta d’ingresso, poi deglutì. Guardò l’orologio del cellulare. Era in anticipo di alcuni minuti. Suonò al campanello e attese che il padrone di casa arrivasse ad aprire la porta.

Dopo pochi istanti, la porta si aprì. Era Giulio, il padre di Alessia. Nonostante fosse un uomo apparentemente severo ed autoritario, era molto dolce con chi sapeva guadagnarsi la sua fiducia. Appena vide Gustavo sorrise e lo invitò ad accomodarsi.

Lo fece sedere sul divano, nella sala degli ospiti. “Hai fatto buon viaggio?” gli chiese con un tono molto gentile.

“Si, signore – rispose Gustavo, cercando di non parlare a tutta velocità, come faceva sempre quando era agitato – lei sta bene?”

Giulio sorrise dicendo: “Tutto bene, ti ringrazio. Temo però che avremo qualche problema per stasera. È successo un piccolo imprevisto. Dovrei chiederti un favore, sempre se la cosa non ti spiace.”

Gustavo era felicissimo. Fare un favore a quello  che sperava diventasse presto suo suocero era il modo migliore per entrare nelle sue grazie.

“Certo signore. Mi dica.”

“Abbiamo appena avuto notizie dall’ospedale. Erica ha qualche problemino. Niente di grave, ma vorremmo andare a trovarla. Alessia è di sopra e si sta preparando. Andremo in ospedale, ma non voglio che il nonno resti a casa da solo. Vedi, lui è abbastanza autosufficiente, non ti sto chiedendo di fare qualcosa di particolare. Vorrei solo che stessi in camera con lui a fare due chiacchere finchè non torniamo.”

Erica era la sorella maggiore di Alessia. Era incinta e il parto sarebbe avvenuto nel giro di qualche giorno.

“Non c’è problema, signore. Spero che non sia nulla di grave.”

“No, niente di preoccupante. Cose che succedono. Solo che lei è molto agitata e anche sua sorella è in pensiero. Andremo in ospedale, così si calmeranno tutte. Mia moglie è già lì.”

Mentre stava parlando, Alessia scese le scale e li vide.
“Ciao Gustavo, come stai? Scusami davvero se dobbiamo scappare ma non sto tranquilla se non la vedo. Mi dispiace tanto se la serata si rovina così.”

“Oh, non ti preoccupare – replicò Gustavo sorridendo – mi piacciono i nonni!”

“Buon per te – disse Giulio – vedi, mio padre è un uomo di una volta. È un po’ un personaggio, ma ti piacerà. Se vuoi entrare nella nostra famiglia, devi conquistare anche lui”.

“Farò del mio meglio, signore.”

“Molto bene – disse Giulio alzandosi in piedi – ora noi partiamo. Torneremo massimo tra un paio d’ore. Mio padre ora starà guardando il suo programma in televisione. Puoi andare a bussare alla sua porta tra una mezzoretta, va bene? Gli abbiamo già detto che sarai a casa con lui.”

“Certamente, signore”

“E non preoccuparti. Non morde mica!” scherzò Giulio.

Prima di uscire, spiegarono a Gustavo come raggiungere la camera del nonno, al piano superiore.

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